A pochi chilometri dalla costa orientale del Peloponneso, Micene si erge su una collina che domina la valle sottostante. Le sue antiche mura ciclopiche, costruite con enormi massi sovrapposti, raccontano un’epoca in cui re leggendari governavano territori vasti e potenti. Tra le rovine, le tombe a tholos si aprono come custodi silenziosi di secoli di storia, con corridoi che conducono a stanze circolari dove venivano sepolti i membri della nobiltà.
L’aria qui ha un peso particolare: mescola il calore del sole, l’odore della pietra e una sensazione di presenza del passato così intensa da farlo percepire quasi tangibile. Passeggiando tra i resti dei palazzi e le porte monumentali, si ha la possibilità di vedere con i propri occhi i segni di una civiltà che ha ispirato poemi, miti e storie che arrivano fino a oggi.
La storia di Micene
La storia di Micene comincia più di tremila anni fa, intorno al 1600 a.C., quando questa collina del Peloponneso iniziò a trasformarsi in un centro di potere. In quegli anni la città cresceva velocemente, protetta da mura ciclopiche formate da enormi blocchi di pietra, così grandi da far pensare che solo giganti potessero sollevarli.
Tra il 1400 e il 1200 a.C., questa importante città raggiunse il suo massimo splendore: era uno dei regni più influenti della Grecia antica, con palazzi che accoglievano re e nobili e tombe reali che custodivano i segreti della vita e della morte di chi governava. I suoi abitanti erano abili guerrieri e raffinati diplomatici, ma profondamente legati a rituali, miti e tradizioni che oggi affascinano ancora.
Dopo il 1200 a.C., Micene iniziò lentamente a perdere importanza: molte persone lasciarono il posto, alcune costruzioni crollarono e il silenzio calò tra le pietre. Oggi visitare Micene significa vedere con i propri occhi quel passato sospeso nel tempo. Ogni porta, ogni muro e ogni tomba sembra raccontare storie di re e di eroi, ricordandoci quanto la grandezza di una civiltà possa lasciare tracce che attraversano millenni.
Il mito di Micene
Appena si entra a Micene, le leggende sembrano prendere forma tra le pietre. Si racconta che Perseo, l’eroe che affrontò Medusa, abbia fondato la città, e che i suoi discendenti abbiano regnato con potere e autorità. Si può quasi vedere Agamennone mentre percorre i cortili del palazzo, pronto a guidare i Greci nella guerra di Troia, mentre le regine muovono passi silenziosi tra le stanze, attente ai figli e ai segreti di famiglia.
Le tombe a tholos, con i loro corridoi circolari e camere funerarie, custodiscono rituali di un tempo in cui il potere e il mito erano intrecciati, e camminando tra questi spazi è facile immaginare le storie antiche prendere vita davanti agli occhi. Qualsiasi struttura, qui, pare sussurrare gli echi di eroi e intrighi, di vittorie e tragedie. Anche se la verità storica non può confermare ogni dettaglio, Micene continua a vivere nelle leggende, e basta guardarsi attorno per sentire il passato respirare ancora tra le sue rovine.
Leggi Anche
- In Valtellina c’è un mulino antico dove imparare a fare i pizzoccheri come una volta
- Esiste un lago chiamato Tovel che in autunno si veste di foglie dorate e regala riflessi così limpidi da sembrare magici
- In queste 3 abbazie del Lazio solo adesso puoi fare dei pellegrinaggi gourmet
Cosa vedere a Micene
Varcare la soglia di Micene fa sì che si percepisca subito la grandezza di una civiltà antica. La Porta dei Leoni, costruita intorno al 1250 a.C., accoglie con due leoni scolpiti ai lati di una colonna centrale, simboleggiando il potere dei re: era l’ingresso monumentale della città. Alle sue spalle si estendono le mura ciclopiche, fatte di enormi blocchi di pietra sovrapposti, progettate per resistere agli assedi e proteggere la città.
All’interno si possono vedere i resti del Palazzo Reale, costruito su più livelli, con cortili interni e stanze per la famiglia reale e per gli amministratori. Frammenti di affreschi e vasellame recuperati suggeriscono decorazioni ricche e scene di vita quotidiana, mentre le Sale del Trono e i magazzini mostrano come la città fosse organizzata per il comando, il commercio e la conservazione delle risorse.
Le tombe a tholos, come la celebre Tomba di Clitennestra (così chiamata da tradizione), si trovano nella necropoli a breve distanza dal palazzo. Queste camere funerarie circolari, precedute da lunghi corridoi, erano riservate ai sovrani e alla nobiltà. Le tombe rivelano rituali complessi legati al potere e al culto degli antenati, con strutture progettate per durare secoli e custodire ricchi corredi funerari.
Altri elementi da non perdere sono le strade interne che collegavano abitazioni e magazzini, e i basamenti delle case, che mostrano l’organizzazione della vita di tutti i giorni e la gestione delle risorse idriche. Dalla collina si può osservare il controllo strategico della valle circostante, ideale per il commercio e la difesa.
Per completare la visita c’è il Museo di Micene, in cui sono custoditi reperti straordinari provenienti dagli scavi: maschere funerarie, armi, gioielli e ceramiche, che offrono uno sguardo diretto sulla vita, le credenze e l’arte della civiltà micenea. La Maschera di Agamennone, così chiamata da Heinrich Schliemann e scoperta da lui stesso alla fine del XIX secolo, resta uno dei simboli più noti del sito, capace di far percepire la grandiosità di un popolo che ha lasciato tracce profonde nella storia della Grecia antica.
A breve distanza vale la pena fare un salto anche al Tesoro di Atreo, una tomba a tholos micenea costruita intorno al 1250 a.C. e famosa per la sua grande volta a cupola e per il corridoio d’accesso (dromos) lungo e stretto, che conduce alla camera funeraria circolare. L’ingresso è imponente, con una porta a lintel massiccio che mostra l’abilità architettonica dei Micenei. La tomba prende il nome dalla leggenda di Atreo, re mitico della città, anche se non si sa con certezza chi vi sia sepolto. È considerata uno degli esempi più straordinari di architettura funeraria del tardo Bronzo in Grecia.
Dove si trova e come arrivare
L’antica città di Micene prende vita nel Peloponneso orientale, a circa 120 chilometri da Atene, su una collina che domina la valle sottostante. Non è lontana da Argos e dista circa 15 chilometri dalla costa. Se si arriva in auto dalla Capitale, il viaggio è semplice e piacevole. Si prende l’autostrada verso sud-ovest, passando per Corinto, poi si continua lungo la strada statale che attraversa l’Argolide.
Ci vogliono circa un’ora e mezza, e lungo la strada si incontrano colline verdi, uliveti e vigneti, un piccolo assaggio della bellezza della zona prima di arrivare alle rovine. Chi invece usa i mezzi pubblici può prendere un autobus fino ad Argos e da lì proseguire in taxi o verificare eventuali collegamenti locali.
Il sito archeologico è ben segnalato e ha parcheggi comodi vicino all’ingresso.
Foto di Canva
©RIPRODUZIONE RISERVATA







