Tra le colline ondulate della Maremma e della Tuscia a dominare è la roccia tufacea, dove come per magia emergono profonde e lunghe incisioni, testimoni silenziosi di un passato antico e avvolto nel mistero. Parliamo delle Vie Cave, conosciute anche come Cavoni, che furono scavate dagli Etruschi, un popolo che riuscì a plasmare il paesaggio con straordinaria precisione e maestria.
Esse si allungano tra pareti tufacee verticali, che in alcuni punti raggiungono persino i 20 metri, suscitando curiosità e studi da parte di ricercatori di ogni parte del globo. Nel corso del tempo, infatti, sono stati fatti tantissimi approfondimenti, ma nessuno di questi è stato in grado di evidenziare con certezza lo scopo per cui furono create.
C’è chi pensa che servissero a collegare villaggi e necropoli, altri sostengono che potessero convogliare le acque o avere un significato religioso legato a riti e cerimonie. Nonostante la confusione, il loro fascino resta intatto. Camminandoci, infatti, si nota che l’ombra e la luce filtrata dall’alto danno vita a un’atmosfera sospesa tra passato e presente, in cui ogni dettaglio della pietra è testimone di secoli di storia e di mani che lavorarono il tufo con precisione.
Con il passare degli anni, le Vie Cave continuarono a essere utilizzate anche dai Romani che, comprendendone unicità e importanza, le collegarono alla via Clodia, strada cruciale che univa Roma a Saturnia e Tuscania. Oggi questi antichi passaggi intrecciano storia, natura e geologia: le pareti umide accolgono felci come lo Scolopendrium Vulgare e l’Adiantum Capillus Veneris, mentre muschi, licheni ed edere contribuiscono a un microclima straordinariamente ricco.
Le Vie Cave di Pitigliano
Iniziamo questo antico (e misterioso) viaggio da Pitigliano, chiamata anche “Piccola Gerusalemme della Maremma”. Il borgo sorge su un rilievo tufaceo e rappresenta il cuore di una rete di Vie Cave etrusche. La Via Cava di Fratenuti, la più lunga della zona, si estende per quasi un chilometro e mezzo e presenta corridoi, stretti tra pareti verticali, che superano i 10 metri regalando ombra e frescura, mentre il tufo intorno narra stratificazioni etrusche, medievali e più recenti.
Tra le altre Vie Cave di Pitigliano, quella del Gradone collega il paese al Museo Archeologico all’aperto Alberto Manzi, mentre la Via Cava dell’Annunziata si distingue per le curve tortuose e per la vegetazione rigogliosa. C’è poi la Via Cava di San Giuseppe, che custodisce le rovine di una necropoli etrusca del VII-VI secolo a.C., con tombe a camera che evocano rituali antichi, mentre il percorso della Via Cava della Madonna delle Grazie culmina in un santuario risalente al XV secolo, simbolo della devozione locale.
Poi ancora la Vie Cave di Poggio Cani e di Fratenuti, le quali permettono di congiungere i diversi percorsi e di scoprire scorci naturalistici e storici unici, tra guadi di fiumi e panorami sui borghi circostanti.
Le Vie Cave di Sorano
Sorano si sviluppa in un fondovalle tufaceo e le Vie Cave mettono in collegamento il paese alle campagne circostanti e alle necropoli etrusche presenti nella zona. La Via Cava di San Rocco parte dalla chiesa romanica omonima, affiancando a tombe a colombario scavate nella roccia.
Le pareti sono la culla di nicchie medievali, scacciadiavoli, e canali scolpiti per l’acqua mentre la strada, umida e ombrosa, conduce al fiume Lente e regala bellissime prospettive sul borgo dall’alto. A disposizione ci sono anche testimonianze di secoli di vita rurale e religiosa che rendono evidente l’uso continuo di questi passaggi. Altre Vie Cave come San Carlo e Laterini completano la rete, connettendo punti strategici tra necropoli e abitati.
Le Vie Cave di Sovana
Non è di certo finita qui, perché ci sono anche le Vie Cave di Sovana dove (e anzi) sono nascoste alcune delle più imponenti che esistano per larghezza e profondità. Ne è un esempio la Via Cava del Cavone, lunga oltre un chilometro, che si apre vicino alla necropoli e alla Tomba Ildebranda. Qui la roccia mostra chiaramente gli strati etruschi e medievali, con nicchie e croci scolpite dai viaggiatori e dai residenti.
La Via Cava di San Sebastiano, più stretta e profonda, si sviluppa tra pareti alte ben 25 metri, conducendo a un oratorio rupestre medievale realizzato su tombe etrusche. Altre Vie Cave di Sovana, come Folonia, Monte Rosello e Poggio Prisca, perfezionano un paesaggio archeologico in cui la pietra è sinonimo di rituali, culto dei defunti e gestione del territorio.
Vie Cave della Tuscia
Oltre alla Toscana, le Vie Cave si incontrano nella Tuscia, in particolare nel territorio di Viterbo, Sutri, Barbarano Romano e Corchiano. Qui i corridoi di tufo assumono spesso una valenza sacra, collegando le necropoli rupestri e restituendo un contatto fisico con il sottosuolo, spazio simbolico della divinità e degli antenati secondo il mito etrusco di Tages.
In alcune zone i percorsi si rivelano difficili e impervi, ma contemporaneamente testimoniano l’abilità tecnica degli Etruschi e la loro attenzione al paesaggio, dando vita a un patrimonio che intreccia geologia, storia e leggenda in modo irripetibile.
Foto Canva
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