Un bosco che non compare sulle mappe: l’autunno incantato di Campsirago (a poca distanza da Milano)

Tra castagni dorati e sentieri segreti, l’autunno nel Bosco di Campsirago sussurra storie lontane a meno di un’ora da Milano

Bosco di Campsirago, Lombardia

Campsirago è una minuscola frazione di Colle Brianza, sospesa tra Lecco e l’Adda. Da lontano è poco più di un grappolo di case in pietra, ma basta salire a piedi per capire che qui il paesaggio è parte della vita quotidiana. I castagni coprono i versanti, il sentiero si stringe e il bosco si fa fitto. In autunno, i colori cambiano ogni giorno: ruggine, rame e poi oro pallido. È in questo scenario che, domenica 19 ottobre, torna la Festa della Burolla, una giornata che intreccia natura, teatro e comunità.

Bosco di San Genesio, Lombardia

Foto di Pixabay

Il Bosco di Campsirago

Il Bosco di Campsirago si estende appena sopra il borgo, sul fianco del Monte di Brianza. È un’area di castagni, querce e faggi, attraversata da sentieri che si collegano alla rete escursionistica verso Galbiate, Mondonico e San Genesio.

Durante la festa, diversi momenti performativi e musicali si svolgono qui, tra alberi e prati, in continuità con le attività di Campsirago Residenza, che da anni utilizza il bosco come spazio teatrale naturale. Camminare tra gli alberi mentre una voce o uno strumento risuona in lontananza è parte dell’esperienza: non uno spettacolo “da vedere”, ma un percorso da attraversare.

Quando il sole cala e i bracieri per le caldarroste si accendono, il bosco si riempie di fumo dolce e luci calde. L’odore delle burolle si mescola alla terra umida, e la Brianza industriale, giù a valle, sembra un altro mondo.

Il Bosco di San Genesio

Sopra Campsirago, lungo un sentiero che sale verso i 900 metri, si trova il Bosco di San Genesio. È la parte alta del monte, frequentata da camminatori e da chi cerca una vista più ampia: da lassù si abbracciano in un colpo solo le Grigne, il Resegone e la pianura.

Il Santuario di San Genesio segna il punto più noto del percorso, meta di escursioni brevi anche durante la Festa della Burolla. Non è sede autonoma dell’evento, ma rappresenta un’estensione naturale: molti visitatori, dopo aver partecipato alle attività nel borgo, si spingono fino a questa zona per camminare nel silenzio o assistere a qualche prova teatrale informale.

L’ambiente qui è più selvatico, la luce taglia il bosco di traverso e l’autunno si fa più netto. È un luogo che sintetizza lo spirito della festa: il contatto diretto con la natura, senza filtri né artifici.

Leggi Anche

Cosa fare in autunno nel bosco

In autunno, il Bosco di Campsirago e l’adiacente Bosco di San Genesio si trasformano in un piccolo teatro naturale: le foglie cambiano colore ogni giorno, creando tappeti dorati e rosso ruggine sotto i piedi. Passeggiare lungo i sentieri permette di immergersi nei profumi della terra umida e della legna secca, mentre il sole basso filtra tra i rami creando giochi di luce effimeri.

Una passeggiata fino al Santuario di San Genesio regala una vista panoramica sulla Brianza e sulle montagne vicine, un’occasione per fermarsi, respirare e guardare il paesaggio cambiare lentamente con le ore.

Le mattine sono il momento migliore per percepire la calma del bosco, grazie alla rugiada che lucida i tronchi e i muschi, mentre i pochi uccelli e picchi che abitano l’area rompono il silenzio con i loro richiami. Per chi ama la fotografia o la pittura, ogni angolo è un piccolo set naturale; per chi cerca relax, bastano pochi passi, una sosta su un tronco caduto e l’aria fresca dell’autunno per sentirsi lontani dalla città, pur essendo a meno di un’ora da Milano.

La Festa della Burolla 2025

La “burolla” è la castagna arrostita, simbolo contadino dell’autunno brianzolo. La festa nasce come ritrovo locale e oggi è uno degli appuntamenti più attesi della zona.

Festa della Burolla, Campsirago

Foto di Marta Reis su Unsplash

Il programma ufficiale conferma la formula collaudata: spettacoli nel bosco e nel borgo, laboratori per bambini, musica popolare, mercatino di produttori locali, castagne, vin brûlé e piatti del territorio. Tutto con una logica sostenibile, ovvero stoviglie compostabili, niente plastica e rispetto per l’ambiente. L’atmosfera resta quella di una festa “di paese”, ma con un’anima contemporanea: le performance non si impongono al luogo, lo abitano. Gli artisti usano radure, corti e piccoli slarghi come spazi scenici, mantenendo il bosco come coprotagonista.

Foto di copertina Johannes Plenio su Unsplash

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità

Potrebbe interessarti anche...