Se c’è un luogo in Valle d’Aosta dove la fonduta non è diventata folklore, ma resta un piatto necessario e coerente con il territorio, quel luogo è la Valpelline. Qui si mangia la Fontina vera, d’alpeggio, ma c’è una regola non scritta: la fonduta deve essere meritata.
Burro, Fontina e freddo: Ti portiamo in Valpelline, la valle laterale dove il piatto è più denso e profondo, e ti suggeriamo l’itinerario perfetto per entrare nel cuore di questo territorio glaciale e trovare il ristorante giusto.
Valpelline, la valle della fonduta e della Fontina
La Valpelline è una valle laterale, meno esposta, più fredda, meno “addomesticata”. È proprio questo isolamento storico ad aver conservato una produzione di Fontina più ricca, più aromatica, più adatta a essere sciolta lentamente.
Qui la fonduta è più densa, più profonda, meno addolcita.
Non è pensata come antipasto elegante, ma come piatto centrale, spesso unico, capace di sostenere una giornata di lavoro o di cammino nella neve. E se vuoi approfondire, fati un bel giro al Museo della Fontina.
Le origini: la fonduta come piatto di necessità
In Valpelline la fonduta nasce come soluzione pratica: latte, burro e formaggio erano disponibili quando altri alimenti mancavano. Sciogliere la Fontina con attenzione, senza strapparla, era un modo per trasformare un prodotto prezioso in un pasto condivisibile.
Ancora oggi, nei ristoranti e nelle trattorie di valle, la fonduta viene preparata senza scorciatoie:
– Fontina locale
– cottura lenta
– niente panna
– niente addensanti
Il risultato è un piatto che non cerca l’effetto wow, ma resta coerente con il luogo.
Dove mangiare la fonduta valdostana in Valpelline
La fonduta dà il meglio di sé nei paesi e negli alpeggi della valle, non nei ristoranti di passaggio. È nei locali legati alla cucina tradizionale che si trova la versione più fedele, spesso servita con pane nero o patate, e mangiata senza fretta.
Qui la fonduta arriva in tavola dopo una ciaspolata, dopo una giornata fredda, quando il corpo ha davvero bisogno di calore. Ed è questo che fa la differenza.
La Maison de la Fontina – Valpelline
È il luogo simbolo. Non solo ristorante, ma presidio culturale della Fontina. Qui la fonduta è preparata con formaggio locale, senza panna né scorciatoie, ed è servita come piatto centrale. Mangiarla qui significa farlo nel cuore della valle che ha reso possibile questo piatto.
Ristorante Chez Nadi – Valpelline
Trattoria di valle autentica, frequentata anche da residenti. La fonduta è ricca, densa, servita nei mesi giusti e senza ammiccamenti turistici. È uno di quei posti dove il piatto arriva in tavola perché è stagione, non perché “lo chiede il cliente”.
Ristorante Le Lièvre Amoureux – Valpelline
Un indirizzo più curato, ma profondamente legato al territorio. La fonduta qui è elegante nella forma, ma fedele nella sostanza: Fontina protagonista, equilibrio tra burro e formaggio, porzioni pensate per essere condivise.
Ristorante Lo Gouillà – Valpelline
Cucina di montagna sincera, senza concessioni inutili. La fonduta è proposta nel rispetto della stagionalità e spesso accompagnata da pane nero o patate, come vuole la tradizione locale. È uno dei posti giusti per capire la fonduta come piatto di necessità.
Rifugi e ristoranti d’alpeggio (stagionali)
In alcuni periodi dell’anno, soprattutto tra inverno e inizio primavera, la fonduta compare anche in rifugi e strutture legate agli alpeggi della Valpelline, spesso come piatto del giorno. Qui non è sempre garantita, ma quando c’è è quasi sempre memorabile.
Perché la fonduta mangiata qui è diversa
Mangiare la fonduta in Valpelline significa mangiarla nel suo ecosistema naturale. Stesso piatto, stessi ingredienti, ma contesto diverso: silenzio, freddo, luce invernale, fatica fisica.
Fuori dalla valle la fonduta può essere buona. Qui diventa inevitabile. Ah, chiederla fuori stagione o fuori contesto significa snaturarla.
Dove camminare in Valpelline prima di sedersi a tavola
La fonduta in Valpelline arriva dopo il freddo, non prima. Ecco tre percorsi perfetti, ideali per ciaspolate e camminate lente:
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L’Alpeggio di By: La conca sospesa. Un’ampia salita con paesaggio che si apre e un silenzio protagonista, particolarmente suggestiva sotto la neve.
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Diga e Lago di Place-Moulin: Il percorso panoramico. Sentieri che seguono il fondovalle, perfetti per camminare circondati da grandi montagne e viste ampie.
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Il Borgo di Oyace: Il cammino intimo. Più raccolto, porta a uno dei borghi storici della valle, ideale per entrare in contatto con la vita alpina d’altri tempi.

Un altro luogo simbolo è la diga e il lago di Place-Moulin, raggiungibili con percorsi panoramici che seguono il fondovalle e permettono di camminare circondati da grandi montagne, con viste ampie e luminose.
Più raccolto e intimo è il cammino che porta a Oyace, uno dei borghi storici della valle, con il suo castello e le architetture rurali che raccontano la vita alpina di un tempo. Sono escursioni che non cercano l’impresa, ma il contatto con l’ambiente, e che trovano una naturale conclusione a tavola, davanti a piatti come la fonduta, che qui arrivano dopo il freddo, non prima.
Perché la Fonduta di Valpelline è Inevitabile? Non è solo il formaggio, ma il contesto: silenzio, freddo, fatica fisica. Fuori dalla valle la fonduta può essere buona. Qui diventa inevitabile.
Foto Canva, Vda
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