Visto per gli Usa, ora servono i social media

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Una novità importante per chi viaggia negli Stati Uniti: per ottenere il visto per gli Usa ora servono le informazioni sui tuoi social media. Dal 31 maggio diventa ufficiale: se vuoi avere i documenti in regola devi fornire al Dipartimento di Stato americano i tuoi (eventuali) riferimenti social media che hai utilizzato negli ultimi cinque anni. Oltre a indirizzi e-mail e numeri di telefono. La decisione dell’amministrazione Trump, che riprende un atto avviato da Obama, non manca di sollevare polemiche sui diritti dei cittadini e la privacy. 

 

 

Le info obbligatorie sui social media per entrare in Usa

In realtà è già da tempo che le carte per entrare negli Stati Uniti (l’Eesta) contengono delle voci in cui si richiede l’inserimento dei dati relativi ai social. Ma ora la prassi diventa obbligatoria. Si prevede che la nuova norma toccherà 15 milioni di persone che chiedono i visti per entrare negli Stati Uniti ogni anno. L’amministrazione Trump rende quindi obbligatorio quello che già Obama aveva inserito come volontario tra le informazioni da fornire alla dogana.

 

 

Visto Usa e privacy dei cittadini

“La sicurezza nazionale è la nostra massima priorità”, spiega una nota del Dipartimento di Stato “lavoriamo costantemente per trovare meccanismi per migliorare i nostri processi di screening per proteggere i cittadini degli Stati Uniti, sostenendo nel contempo i viaggi legittimi negli Stati Uniti”.

Chi compila l’Eesta sa bene che deve comunicare una serie di informazioni sensibili (cosa che succede anche in altri paesi, peraltro), come i contatti sul territorio americano, il programma di viaggio, informazioni sui membri della famiglia e precedenti indirizzi da tutti i richiedenti il visto. Ora si aggiungono i profili social.

Non mancano le critiche riguardo la violazione dei diritti dei cittadini: dalla American Civil Liberties Union fanno sapere al New York Times che “Questa è una proposta pericolosa e problematica, che non fa nulla per proteggere i problemi di sicurezza, ma solleva preoccupazioni significative sulla privacy e questioni relative al Primo Emendamento per cittadini e immigrati”.

 

 

I consigli per un viaggio negli Stati Uniti

 

 

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