Itinerari e-bike in Lombardia: le 5 escursioni da fare anche in inverno

Di itinerari e-bike in Lombardia ce ne sono parecchi, e si possono fare anche in inverno. Sì, se vi siete comprati di recente una bici elettrica non tenetela ferma in garage tutto l’inverno. Uscite, il freddo non deve essere un ostacolo. Perché – come recita un adagio molto popolare tra gli sportivi – non esistono cattive condizioni atmosferiche, ma solo un abbigliamento inadeguato. La passione ci muove, ma deve essere accompagnata da un abbigliamento tecnico capace di ripararci dal freddo. Così, adeguatamente bardati, l’evoluzione da ciclista estivo, che usa la bici solo con il caldo, al biker evoluto si può compiere in tutta sicurezza e tranquillità. A maggior ragione con una bici elettrica e su questi itinerari e-bike in Lombardia.

Itinerari e-bike in Lombardia: le 5 escursioni da fare anche in inverno

Le e-bike, le bici a pedalata assistita, hanno infatti amplificato le possibilità di fare escursioni, anche su terreni faticosi, resi scivolosi e pesanti dal fango e dalla neve. Ma anche perché l’assistenza alla pedalata permette di fare escursioni trekking e all-mountain più velocemente. Così, d’inverno, avere un buon margine di tempo rassicura e permette di girare con più tranquillità evitando patemi d’animo. Ecco dunque cinque itinerari e-bike in Lombardia, escursioni in mountain bike e su piste ciclabili perfette da fare in e-mtb, della durata di un giorno.

1. Valtellina: Albaredo (SO) e Via Priula (Media difficoltà; Distanza: 50 km; Dislivello in salita: 1800 m)

Un’escursione alla scoperta della Valle del Bitto di Albaredo e della via Priula, l’antica strada che da Morbegno sale fino al Passo San Marco, costruita nel 1590 per favorire gli scambi commerciali tra la Serenissima Repubblica di Venezia e le leghe svizzere. La Priula si imbocca al punto di partenza della provinciale per San Marco seguendo l’indicazione del cartello della Via Priula (chiamata, a Morbegno, “strada de la Cà”, con riferimento alla Ca’ San Marco), e cominciamo a salire sulla ripida viuzza con fondo in sassi arrotondati (grisc), circondati su entrambi i lati da alti muraglioni. Il percorso è particolarmente curato grazie al posizionamento di un lastricato di pietre, la costruzione di muretti e diverse piazzole di sosta. Dopo una bella salita si arriva ad Albaredo, bel paese di un’eleganza rara. Una visita alla Piazza San Marco è d’obbligo, cuore della cittadina, caratterizzata da una statua del leone di San Marco e gli antichi murales dipinti sulle pareti, ancora oggi testimoni del legame tra questo piccolo borgo e la grande repubblica marinara. Lasciandoci alle spalle San Marco la strada sale per il passo San Marco, alternando tratti sterrati, sentiero e fascinosi boschi di larici. Giunti al culmine è altamente consigliata una sosta ristoratrice al rifugio Ca’ san Marco edificato nel 1593-93, all’epoca in cui venne realizzata la Strada Priula. Per il ritorno la strada statale verso Morbegno è l’opzione più valida.

2. Como: Traversata della dorsale lariana (Difficile; Distanza: 79 km; Dislivello in salita: 2085 m)

Uno tra i più belli degli Itinerari e-bike in Lombardia, che si sviluppa lungo tutta la dorsale del Triangolo Lariano che collega Brunate, sopra Como, con Bellagio. Il sentiero – tutto segnato – è un percorso ideale per le e-MTB prevalentemente sterrato, con alcuni tratti da percorrere su singletrail e con innumerevoli saliscendi con un notevole dislivello complessivo. Il percorso fattibile anche in inverno se non ha nevicato troppo, rimane sempre sui 1000 metri di altitudine. L’itinerario parte dall’arrivo della funicolare da Como (è possibile salire con la funicolare con le bici, altrimenti bisogna considerare almeno 600m di dislivello in più). Una volta giunti a Brunate si prende la strada che conduce al rifugio CAO e successivamente alla Baita Bondella da dove inizia un sali scendi con tratti molto pendenti. Giunti alla Bocchetta di Molina, inizia uno dei tratti più belli del percorso, il Sentiero dei Faggi, un bellissimo Singletrail lievemente in discesa. Passata la faggeta, la strada si allarga e conduce fino al rifugio Riella sempre aperto durante i weekend e dove godere di una vista spettacolare sul lago. Una volta superato il rifugio si prosegue verso la Bocchetta di Nesso e poi fino la Bocchetta di Caglio, fino ad arrivare, dopo una lunga discesa, alla Colma di Sormano (a 1100m famosa anche per il suo muro, ambito dagli stradisti per la sua pendenza estrema) imboccando il sentiero per Bellagio, passando per la Colma del Bosco, Monte Gerbal, e puntata facoltativa alla cima del Monte San Primo. Giunti nella bella cittadina lacustre, se avanza tempo, si possono visitare i meravigliosi giardini di Villa Melzi e Villa Serbelloni. Per tornare a Como ci sono due opzioni: in battello (occhio a controllare gli orari per le corse che nel periodo invernale sono ridotte), oppure tornando sulla statale che costeggia il lago. Per quest’ultima ipotesi dovete considerare due fattori: la carica rimanente della batteria (valutando una ricarica) e la vostra stanchezza, da Bellagio a Como sono circa 30 km di continui sali e scendi.

Traversata dorsale Lariana

3. Alto Garda: Tremalzo (Difficile; Distanza: 39 km; Dislivello in salita: 2082 m)

Il monte simbolo del Garda bresciano, a cavallo tra la Lombardia e il Trentino, è ricchissimo di sentieri da percorrere in MTB e grazie alle sue fortificazioni risalenti al primo conflitto mondiale è un vero e proprio museo a cielo aperto. Tra paesaggi mozzafiato, sterrate impegnative, strade militari ben conservate e gallerie scavate nella roccia, questa escursione in mountain bike è un must tra gli itinerari e-bike in Lombardia che può essere affrontata da diversi versanti, con dislivelli più o meno impegnativi e difficoltà variabili. Questa versione del Tremalzo in mountain bike è un anello che inizia dalla frazione di Vesio, la frazione più popolosa di Tremosine, a quota 618 sopra il lago di Garda, lungo la sponda bresciana. Da Vesio, dove si possono riempire le borracce con acqua fresca, si inizia a pedalare sulla SP38 fino al bivio con la valle di San Michele sulla destra. Pochi metri e ci si trova su una piacevole strada sterrata che si inoltra dolcemente nella selvaggia e disabitata vallata seguendo il torrente San Michele a ritroso che prosegue verso l’Eremo di San Michele dove è possibile visitare il sito religioso prima di riprendere l’ascesa verso il Passo Tremalzo. Il percorso sale aggressivo mettendo a dura prova l’allenamento e la resistenza dei bikers, ma che grazie al motore elettrico è adatto a tutti. Ai 1320 m di quota, dopo aver costeggiato Cima di Camerone si incrocia la fragorosa cascata del Prà di Lavino che scende a balzi per 80 metri dalle montagne sovrastanti. Superati i 1500 m di quota il valico del Tremalzo è ormai vicino. Una volta incrociata la strada asfaltata proveniente dalla Val di Ledro si arriva al Rifugio Garda Tremalzo, posto al confine tra Lombardia e Trentino. Qui è consigliata una sosta per riprendere fiato. Dal rifugio però le fatiche non sono ancora finite: lo sterrato continua a salire fino alla galleria sommitale della strada militare Tremalzo – Passo Nota dove si arriva al punto più alto a quota 1860 m. Mentre si percorre la suggestiva e tortuosa strada militare della Prima Guerra Mondiale che scende verso Passo Nota tra gallerie, cunicoli e passaggi mozzafiato e un panorama indimenticabile che guarda verso il lago di Garda. La vecchia carrareccia in discesa è discretamente ampia ma il fondo è ghiaioso, quindi meglio prestare attenzione. Dopo aver perso un po’ di dislivello in discesa si arriva al passo Nota, a 1424 m, uno dei punti strategici della linea di confine italiana e ancora oggi un museo a cielo aperto dove visitare i resti di trincee e baracche e una vecchia postazione di artiglieria. Dal passo Nota si riprende la discesa verso Vesio, veloce e divertente, dove a tratti sconnessi nel bosco si alternano a tornanti che mutano divenendo sempre più calzanti man mano che ci si avvicina a Vesio. L’ultimo breve tratto del giro del Tremalzo in MTB si svolge su asfalto riportando i ciclisti al parcheggio della frazione di Tremosine, punto di partenza della giornata. L’itinerario non richiede particolari doti tecniche per essere affrontato, ma un buon grado di allenamento visto il notevole dislivello su sterrato è consigliato.

Tremalzo MTB

4. Valchiavenna: Tracciolino (Facile; Distanza: 30 km; Dislivello: 800 m)

Uno dei sentieri più belli in Valchiavenna, quasi un sentiero avventura, e uno degli itinerari e-bike in Lombardia davvero imperdibili. Costruito negli anni Trenta lungo il tracciato della vecchia ferrovia a scartamento ridotto nata per collegare le dighe della Val Codera con quella della Val dei Ratti. Un sentiero pianeggiante lungo circa 10km che costeggia completamente il versante della montagna, interamente scavato nella roccia, offre degli scorci mozzafiato sul Lario settentrionale e sul Lago di Novate Mezzola. Nella versione estesa si può partire da Colico percorrendo la ciclabile della Valvachiavenna, altrimenti lo si può raggiungere dall’abitato di Verceia, piccolo paese sulle sponde del lago di Mezzola, dove una volta parcheggiata la macchina si parte sulla strada asfaltata in direzione Valle dei Ratti, lunga 6,5 chilometri, con un ultimo tratto sterrato e un dislivello di circa 700 m. Il sentiero del Tracciolino parte proprio alla fine di questa salita. A indicarne l’inizio alcune indicazioni e avvertenze per gli escursionisti e ai biker in particolare è chiesto di dare la precedenza ai numerosi escursionisti a piedi. Per tutti è indicato inoltre l’obbligo di dotarsi di una lampada per l’illuminazione all’interno delle gallerie. Verso destra si arriva fino alla diga di Moledana il punto più occidentale del sentiero. Vale una visita. Si torna indietro, verso l’imbocco iniziale, sempre seguendo la ferrovia. La strada in questo tratto offre una vista fenomenale sulla piana sottostante, con il lago di Mezzola in primo piano. Impossibile non rimanere incantati dal panorama. Proseguendo lungo il tracciato, passiamo su alcuni affascinanti ponti ferroviari in metallo che ci permettono di superare i valloni che caratterizzano questa prima parte del sentiero che termina nella galleria scavata nella roccia, lunga 340 metri e dotata di sistema di illuminazione che si aziona con un interruttore prima dell’ingresso. Uscendo dalla galleria, ci troviamo circondati da un panorama molto diverso da quello in cui eravamo immersi all’entrata. Le pendenze dolci e boscose della Val dei Ratti lasciano spazio alle asperità della Val Codera, fatta di rocce a strapiombo, gole selvagge e poca vegetazione. A quel punto il tracciato si fa sinuoso e costellato di piccole gallerie scavate nella roccia a strapiombo sulla scarpata. Il sentiero si fa più stretto, ma senza diventare particolarmente difficile da percorrere. Il parapetto che accompagna dall’inizio aiuta a sentirsi sicuri, ma non toglie il senso di vertigine che si ha guardando il fondovalle sottostante. Dopo un paio di chilometri si giunge ad un bivio con la strada che scende per poche centinaia di metri verso l’abitato di San Giorgio, suggestivo paesino che vale una visita. Se non siete esperti biker meglio lasciare la bici sul Tracciolino, visto che il sentiero è spesso ripido. Proseguendo sul Tracciolino la strada dopo qualche chilometro si interrompe a causa di una frana che ha ridotto il tracciato originario che era più lungo degli attuali 10 km. Da lì tornare indietro è (quasi) obbligatorio per le bici, visto che il sentiero segnalato che prosegue fino in Val Codera per 1,5 km è adatto solo ad essere percorso a piedi. Peccato. Codera è un suggestivo ed appartato borgo fuori dal tempo, dalle case di granito, abitato stabilmente da un pugno di valligiani, privo di accesso stradale e perciò raggiungibile soltanto a piedi. E’ bella una sosta, magari per un pranzo all’ Osteria Alpina. Si torna verso Verceia indietro dalla medesima strada fatta all’andata. Prima di affrontare il Tracciolino in mtb consultare sempre la mappa ed accessibilità del percorso su valchiavennabike.it.

5. Brescia: Ciclabile del Mella, Val Trompia (Facile, Distanza: 80 Km; Dislivello: 1500 m)

La Valle Trompia è la più piccola delle tre valli della provincia di Brescia ed è perfetta da vivere in sella. Lo sanno bene i promotori della Greenway delle Valli Resilienti inaugurata un anno fa e che ha contato nel solo mese di agosto 2020 ben 29.707 passaggi di bici. Una concreta prova di come i territori della Valle bresciana si siano reinventati all’insegna di un modello di turismo sostenibile grazie al Programma AttivAree di Fondazione Cariplo. La ciclabile è un percorso che segue e risale il corso del fiume Mella, partendo da Brescia fino a Bovegno nell’alta valle: 40 km di pedalata nel verde con un tempo di percorrenza medio di circa 3 ore, di bassa difficoltà e un dislivello di poco più di 700 metri. Lungo il percorso, tra i più begli itinerari e-bike in Lombardia, ben segnalato e diviso tra asfalto e blandi sterrati affrontabili tranquillamente anche con una city bike, si incontrano diversi punti di interesse come il Forno Fusorio di Tavernole, il ponte romano di Bovegno e diversi borghi caratteristici, come il piccolo centro di Zigole. L’arrivo a Bovegno può essere celebrato con una buona birra artigianale al Curtense Bistrot, nato grazie al progetto Valli Resilienti per riqualificare una vecchia caserma abbandonata e diventato il luogo ideale in cui scoprire le tante eccellenze enogastronomiche della zona. Per maggiori informazioni e per scaricare la traccia del percorso sul sito ufficiale Greenway delle Valli Resilienti.

 

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