I suoni delle Dolomiti 2021: dal 23 agosto al 24 settembre la musica in montagna in Trentino

I suoni delle Dolomiti 2021: dal 23 agosto al 24 settembre la musica in montagna in Trentino

A partire dal 23 agosto tornano i Suoni delle Dolomiti 2021, l’originalissimo festival che da ventisei anni porta in cima alle più belle montagne trentine il meglio della musica internazionale con eventi attenti al rispetto dell’ambiente e capaci di mescolare arte e contatto con la natura. Musicisti e pubblico risalgono a piedi i sentieri fino a conche e prati, radure, vette dove solitamente nel primo pomeriggio la musica degli strumenti dialoga con il paesaggio circostante, gioca con l’eco, rende unico un giorno di sole, o insegue una folata di vento dispettoso.

Quale grande progetto culturale e ambientale I Suoni delle Dolomiti 2021 riuniscono anche le energie creative di un’arte che è testimone del mutare dei tempi e di una nuova sensibilità ecologica, di un nuovo ruolo – rispettoso e cosciente – dell’uomo nel mondo, così come dà voce, attraverso le performance, alle attese di ripartenza e rinascita che attraversano l’intera Europa.

L’edizione dei Soni delle Dolomiti 2021 prende il via proprio da qui e promette un’estate diversa. Il calendario delle performance sonore, dopo un’anteprima a metà luglio, si sviluppa dal 23 agosto al 24 settembre esplorando una montagna poco nota ai più, in grado di regalare colori e panorami come in pochi altri momenti dell’anno e soprattutto colma di silenzi e attese.

A chiarire fin da subito questo atteggiamento è la première del 15 luglio a Passo Lavazè, nella verde Val di Fiemme, da secoli scrigno prezioso di legni utilizzati dai liutai. Lì nel magico incrocio di pascoli e abetaie sono ancora visibili le cicatrici della tempesta Vaia – che nel 2018 ha distrutto molti boschi in varie parti delle Alpi – e allo stesso tempo sono evidenti le tracce dell’impegno per la rinascita che unisce uomo e bosco. Un legame quest’ultimo che da sempre segna il Trentino, consapevole della necessità di preservare il delicato equilibrio ambientale del territorio alpino.

Sotto lo stesso impegno operano anche i protagonisti di questo primo concerto: I Solisti Aquilani & Daniele Orlando. Sono rinati dopo il terremoto che ha quasi distrutto la città de L’Aquila e portano con sé da un lato una storia prestigiosa che ha segnato la scena musicale nazionale per oltre mezzo secolo e dall’altro la voglia di riflettere sulla natura. “Una Nuova Stagione” è il titolo di una rilettura “ecologica” delle Quattro stagioni di Vivaldi: spunto per indagare come sia cambiato nel tempo il rapporto tra l’uomo e l’ambiente, cosa sia definitivamente andato perso o rotto e cosa si possa fare adesso. Al fianco dei giovani musicisti Natalino Balasso che accompagnerà l’esecuzione con quattro sonetti contemporanei che si sostituiscono a quelli che la tradizione vuole associati ai quattro concerti di Vivaldi. Natalino Balasso attore, comico e autore di teatro, cinema, libri e televisione, debutta nel 1990 in teatro, nel 1998 in televisione, nel 2007 al cinema e pubblica libri dal 1993. È autore e interprete di apprezzati video comici di analisi sociale pubblicati sul canale “Telebalasso” di youtube con oltre ventinove milioni di spettatori.

Lunedì 23 agosto si entra nel vivo del programma de I Suoni delle Dolomiti 2021 con quello che è uno dei musicisti più noti a livello internazionale e il maggiore violinista in attività al mondo, Gidon Kremer con la Kremerata Baltica, compagine arricchita in questa occasione dalla presenza del bandoneonista Arne Glorvigen. Insieme propongono un omaggio a Astor Piazzolla – di cui ricorrono i cento anni dalla nascita – e alla sua musica. Quello tra Gidon Kremer e il compositore e maestro del tango argentino è un sodalizio che ha radici profonde e risale indietro nel tempo, ed è la testimonianza di un riuscito connubio tra orizzonti sonori diversi, tra musica colta e popolare. Un incontro tutto da esplorare attraverso le interpretazioni di Kremer e della Kremerata Baltica ma anche attraverso le riletture fatte da alcuni compositori contemporanei.

E se è il tango di Piazzolla a ispirare il concerto del 23 agosto a Malga Canvere in Val di Fiemme, sarà invece quello di un vero e proprio classico come Carlos Gardel a segnare l’esibizione del 27 agosto in Val di Fassa in località Buffaure. A interpretare le note malinconiche e magiche dell’universo sonoro di quello che resterà il più grande cantante di tango di sempre è il fisarmonicista Lionel Suarez che ha riunito nel Trio Gardel il violoncellista Vincent Segal e il percussionista Minino Garay.

Il percorso dedicato alla musica argentina si conclude il 17 settembre quando, a Malga Brenta Bassa, sotto le cime delle Dolomiti di Brenta, il tango diventa spunto per un mondo fatto di improvvisazioni, avventure sonore e contaminazioni. Un viaggio avanti e indietro nel tempo, all’insegna di una grande energia creativa, proposto da musicisti di eccezione che nel loro percorso professionale hanno incrociato generi diversi, dalla classica al jazz alla canzone d’autore. Si tratta del pianista Danilo Rea, del violinista Marcello Sirignano, del sassofonista Pietro Tonolo e del contrabbassista Giovanni Tommaso.

Tutta dedicata al violino e a una delle più eccellenti e considerate interpreti dello strumento è la data del 25 agosto. All’ombra delle Pale di San Martino arriva il carisma e la sensibilità interpretativa di Antje Weithaas, in grado di affrontare un amplissimo repertorio che va dal Settecento ai giorni nostri. La Weithaas ha iniziato a studiare il violino a quattro anni, e si è aggiudicata importanti concorsi come il “Kreisler” di Graz, il “Bach” di Lipsia, lo “Joachim” di Hannover. Ha condiviso il palco con orchestre di tutto il mondo dalle tedesche Bamberger Symphoniker, Deutsches Symphonie-Orchester Berlin alle americane Los Angeles Philharmonic, San Francisco Symphony e alle europee BBC Symphony, Philharmonia Orchestra, Sinfonica Nazionale Estone e Filarmonica di Poznan, per citarne alcune. Ai Prati Col proporrà musiche di Johan Sebastian Bach e Ysaÿe.

Un altro prato – Camp Centener – adagiato ai piedi di una straordinaria sequenza di guglie dolomitiche è lo scenario dell’esibizione di Paolo Fresu e di Gaetano Curreri affiancati dal pianista Marcello Cassanelli e dal sassofonista Raffaele Casarano. Questa volta sono le Dolomiti di Brenta ad accogliere le note de I Suoni delle Dolomiti 2021 (1 settembre) e in particolare le improvvisazioni e i fraseggi jazzistici di due artisti che non hanno certo bisogno di presentazioni e che hanno deciso di dedicare questo concerto in quota alle musiche di Fabrizio De André e Lucio Dalla. Paolo Fresu, amico de I Suoni delle Dolomiti – dove ha portato nel tempo sempre progetti nuovi e originali conquistando il cuore del pubblico –, ha all’attivo decine di album e una lista impressionante di collaborazioni con i grandi della musica, da Luigi Einaudi a Uri Caine, Enrico Rava e molti altri. Gaetano Curreri, poliedrico talento della musica italiana, è cantautore, tastierista e arrangiatore. Volto e voce della band Stadio ha collaborato con tutti i grandi nomi della musica italiana, da Vasco Rossi a De Gregori, Laura Pausini, Noemi e Anna Tatangelo, per citarne solo alcuni.

Sono vari gli omaggi a grandi figure della musica proposti nel festival trentino, non solo nei concerti che prendono vita solitamente nel primo pomeriggio ma anche in speciali situazioni come l’Alba e i trekking.

L’attesa del sorgere del sole assieme ai musicisti, sul balcone naturale del Col Margherita in Val di Fassa (6 settembre), con una vista incantevole su numerosi gruppi dolomitici, sarà all’insegna di Ludwig van Beethoven. Un omaggio al grande compositore tedesco che si muove lungo le note di una rara versione dell’epoca della Sesta sinfonia detta “Pastorale” per sestetto d’archi, ponendo al centro il tema della natura e che affianca alla musica anche la narrazione su testo di Sandro Cappelletto di un Beethoven inusuale e privato, visto attraverso gli occhi del nipote Karl. Quest’ultima parte è affidata alla voce recitante di Fabrizio Gifuni, uno degli attori più affermati, raffinati e amati del panorama italiano – diretto dai maggiori registi del cinema e del teatro –, oltre ideatore di spettacoli e progetti con i quali ha saputo conquistare pubblico e critica. Ad accogliere i primi raggi di sole, invece, imbracciando gli strumenti sono il Quartetto Lyskamm che dal 2008 – anno di nascita al Conservatorio di Milano – ha conseguito notorietà e riconoscimenti nazionali e internazionali, accanto a Sara Marzadori al violino e Paolo Bonomini al violoncello.

Ruoterà invece attorno alla figura del grande cantautore piemontese Gianmaria Testa l’evento del 20 settembre a Villa Welsperg, l’antica dimora nobiliare immersa in un paesaggio senza tempo nel gruppo delle Pale di San Martino. Questo progetto è allo stesso tempo omaggio e incontro originale tra quattro artisti. Da un lato il noto attore, comico, conduttore, cantante, doppiatore Neri Marcorè assieme al chitarrista Domenico Mariorenzi che da tempo si confrontano con le canzoni di grandi cantautori e col repertorio di Testa e dall’altra il violoncellista Mario Brunello e il clarinettista Gabriele Mirabassi che con l’artista nato a Cuneo hanno collaborato e condiviso momenti creativi.

L’evento di Villa Welsperg è il risultato di un legame artistico, di percorsi di indagine e di un confronto che si definiranno anche durante il Trekking dei Suoni. Una tre giorni di cammino e musica, dal 18 al 20 settembre, che sintetizza alla perfezione quel mix di paesaggi naturali unici, silenzi, esplorazioni sonore, conquista e condivisione che sono i Suoni delle Dolomiti. Una esperienza per un numero limitato di persone che potranno salire lungo sentieri, toccare cime, condividere le sere in rifugio, ascoltare le Guide alpine del Trentino e assistere al confronto e alla fase creativa dei quattro musicisti attorno alla figura di Testa.

Sempre per quanto riguarda la musica italiana, il Festival propone due eventi da non perdere: l’8 settembre con Daniele Silvestri e il 24 settembre con Niccolò Fabi, ambientati entrambi in due contesti panoramici di grande suggestione.

Silvestri si esibisce al Bait del Germano sulla Paganella con scorci sulle cime delle Dolomiti occidentali e sulla Valle dei Laghi che conduce sino a quel piccolo Mediterraneo tra le montagne che è il Lago di Garda. Le canzoni di Silvestri sanno muoversi in mondi diversi unendo sempre melodia, leggerezza, impegno civile e una precisa idea testuale, come hanno dimostrato sia la carriera solista, sia le numerose collaborazioni con artisti del calibro di Tiromancino, Subsonica, PFM, Têtes de Bois, a cui hanno fatto seguito anche numerosi riconoscimenti come il Premio Tenco o il David di Donatello.

Al pari di Daniele Silvestri, Max Gazzé (con il quale ha firmato l’hit “Vento d’estate”) e Federico Zampaglione dei Tiromancino, Niccolò Fabi appartiene alla generazione di cantautori cresciuta nel vivace ambiente musicale della Roma inizi anni Novanta. Nel tempo – sono passati 25 anni dal suo primo singolo di successo “Dica” – ha conquistato un proprio posto sia agli occhi della critica musicale sia nel cuore del pubblico con melodie ritmiche e testi intelligenti, con uno stile live pieno di umanità molto apprezzato dai fan.

A lui è affidata la data di chiusura dei Suoni delle Dolomiti in Val Duròn nei pressi del rifugio Micheluzzi nelle Dolomiti di Fassa, il 24 settembre e c’è da attendersi un concerto pieno di magia basato sul suo ormai ricco repertorio composto da 11 album e decine di singoli.

Un progetto particolare che unisce esponenti d’eccezione della musica e del teatro italiano al Pian della Nana (30/8) – sulle Dolomiti di Brenta – è quello proposto dal noto attore, scrittore, saggista Stefano Massini. Non poteva esserci luogo più indicato per accogliere gli affreschi narrativi dell’artista fiorentino perché nelle onde prative di questo splendido altopiano, nel suo continuo gioco di luci e ombre sembra di scorgere i movimenti creativi ai quali Massini ci ha abituato con la sua straordinaria capacità di costruire e raccontare storie pescando e intrecciando le fonti più disparate: vicende, personaggi, eventi quotidiani e fatti di cronaca, stati d’animo dell’essere umano. Con lui Erik Fink, ricercatore e musicista da sempre impegnato a esplorare le nuove interpretazioni della tradizione culturale ebraica muovendosi fra passato e contemporaneità e fra musica e teatro, e Stefano Corsi, fondatore dello storico gruppo di musica irlandese Whisky Trail e grande virtuoso dell’arpa celtica e armonica.

Nello splendido scenario dei laghetti di Bombasel, direttamente dalla magmatica e multiculturale scena di Manchester, sbarca sulle Dolomiti la Riot Brass Jazz Band. Ritmi travolgenti, energia, sound trascinante di fronte ai quali sarà difficile rimanere seduti. Nove componenti per tre trombe, tre tromboni, percussioni, sousafono, guidati da MC Chunky, promettono puro divertimento e una passione contagiosa per tutto ciò che fa battere il cuore. Con un programma che attinge e rimescola vari generi dal Jazz al Balkan e molto altro sarà un 3 settembre indimenticabile.

E per chi ama la musica senza confini e le tradizioni gipsy è sicuramente un appuntamento da non perdere anche quello del 10 settembre a Malga Movlina nelle Dolomiti di Brenta. Uno dei più importanti e noti esponenti della musica classica italiana, Danilo Rossi – prima viola del Teatro alla Scala di Milano –, incontra il New Gipsy Project per un viaggio all’interno della musica “popolare” attraverso le riletture di grandi compositori come Dvořák, Brahms e Bartók e travolgenti musiche dell’est europeo.

Pieno di sorprese si preannuncia anche il dialogo a due tra Gianluca Petrella Riccardo Onori, a Vallesinella Alta nelle Dolomiti di Brenta (13 settembre). Il primo è strumentista, compositore e produttore, con oltre vent’anni di carriera durante i quali ha collaborato con artisti del calibro di Enrico Rava, Sun Ra Arkestra, Carla Bley, Paolo Fresu, Matmos, Lorenzo Cherubini aka Jovanotti. Il secondo, Riccardo Onori, è chitarrista, compositore e produttore discografico italiano. Storico chitarrista di Jovanotti vanta collaborazioni con artisti italiani e internazionali come Stefano Bollani, Giovanni Allevi, Carmen Consoli, Mike Patton, Max Gazzè, Alex Britti, Syria, Enrico Rava, Gianni Maroccolo, Planet Funk.

Il fecondo dialogo tra arte popolare e arte colta è al centro dell’evento del 22 settembre in val di Fiemme (località La Porta) dove il Coro Sasso Rosso – da cinquant’anni interprete del repertorio popolare trentino e alpino – incontra i Virtuosi Italiani, complesso di musicisti classici che ha calcato i palcoscenici dei più importanti teatri italiani, tra cui il Teatro alla Scala, il Teatro alla Fenice, L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, e si è esibito in numerosi paesi stranieri. Ad unirli in un programma molto vario, l’omaggio ad Arturo Benedetti Michelangeli: noto maestro e raffinato pianista che ha armonizzato anche numerosi componimenti che la corale della val di Sole ha nel proprio repertorio.

Un incontro che ha il merito di richiamare la giusta attenzione su una corale dalla grande storia – era il 1967 quando attorno all’idea di Adriano Dalpez prese forma il primo nucleo di questo progetto –, e su un movimento, quello dei cori trentini, molto importante per l’intero territorio e in grado di fondere tradizioni, cultura e identità dando voce “col canto” a un mondo rurale e alpino che ha costruito nel tempo peculiari visioni del mondo, esperienze d’arte originali, economie rispettose di ambienti sensibili, religiosità, folclore e memoria popolare e anche, per l’appunto, forme musicali significative e singolari.

Non poteva infine non esserci spazio anche per un quartetto d’archi compost da giovani e già affermati artisti internazionali. Sono Nicolas Van Kuijk (violino), Sylvain Favre-Bulle (violino), Emmanuel François (viola) e Anthony Kondo (violoncello) che dal 2012 hanno dato vita, a Parigi, al Quartetto Van Kuijk ottenendo sin da subito riconoscimenti come il Primo premio al “Concorso internazionale per quartetto d’archi” della Wigmore Hall di Londra, il Primo premio e premio del pubblico al “Concorso di musica da camera” di Trondheim in Norvegia e, in Francia, la vittoria del concorso “Fnapec-Musiques d’Ensembles”. Con tour che li hanno portati a esibirsi in tutta Europa ora incontrano il pubblico del festival trentino con un programma dedicato a Edvard Grieg e a Felix Mendelssohn. Il tutto nello splendido scenario della Roda de Vael in val di Fassa il 15 settembre.

Tutti gli eventi hanno luogo alle ore 12, con l’eccezione dell’alba (ore 6.30).

Il Festival I Suoni delle Dolomiti si svolge nel rispetto della normativa per il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19.

Partecipazione ai concerti

I posti disponibili sono contingentati, la partecipazione è gratuita con prenotazione obbligatoria attivabile da una settimana prima di ogni concerto dall’app Trentino Guest Card, dal sito del festival www.isuonidelledolomiti.it e dal sito dell’Azienda per il Turismo sul cui territorio si svolge l’evento.

L’iscrizione e quindi l’accesso al luogo dell’evento è consentito – fino ad esaurimento dei posti disponibili – esibendo il voucher ricevuto al momento della prenotazione.

In caso di maltempo:

Il concerto avrà luogo lo stesso giorno in teatro con prenotazione obbligatoria. Le persone già iscritte all’evento all’aperto riceveranno il giorno prima via email una specifica comunicazione con link per attivare la nuova prenotazione on-line per accedere al teatro (prenotazione on-line possibile fino alle ore 12.30 e fino ad esaurimento posti).

L’Accesso in sala avverrà presentando il voucher ricevuto al momento della prenotazione
Gli eventuali posti non prenotati saranno messi a disposizione per il ritiro del biglietto in distribuzione dalle ore 16 presso la biglietteria del teatro. Poiché i posti in teatro sono ridotti sia rispetto al numero reale che a quello dei posti disponibili all’aperto, la prenotazione avverrà sulla base del principio secondo il quale i primi a ri-prenotare avranno la possibilità di avere i posti riservati.

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