Le Vie Ferrate sono definite come Sentieri per Escursionisti Esperti con Attrezzatura (EEA). È la definizione del CAI che comporta alcune conseguenze: le vie ferrate fanno parte dell’escursionismo e non dell’alpinismo, e tuttavia rispetto ai Sentieri per Escursionisti Esperti (EE) richiedono necessariamente un kit specifico per l’arrampicata e la protezione individuale (kit che comprende casco, imbracatura e set composto da due fettucce terminanti con un moschettone ciascuna, e da un dissipatore di energia). Quindi non è la presenza di strutture e attrezzature sul sentiero a determinare la differenza tra una via ferrata o un normale percorso escursionistico, ma appunto la necessità di dotarsi del kit individuale per le ferrate.
Vie Ferrate: come sapere quanto sono difficili
Fatta questa prima grande distinzione sulla natura delle vie ferrate, poi però ci sono gradi di difficoltà anche molto diversi, che possono rendere più o meno difficile una ferrata. E qui le cose si complicano, perché esistono diverse scale delle difficoltà su via ferrata: tipicamente quella italiana, quella austriaca, quella tedesca e quella francese. E le differenze di classificazione sono sostanziali. Queste scale sono stilate sulla base di criteri oggettivi dei passaggi più o meno tecnici dell’escursione, ma non tengono conto dell’impegno fisico che eventualmente potrebbe essere richiesto da una ferrata “tecnicamente” facile ma fisicamente molto impegnativa.
La scala di difficoltà delle vie ferrate italiana
La scala di difficoltà delle vie ferrate italiana è stabilita dal CAI secondo 5 livelli: F Facile, PD Poco Difficile, D Difficile, TD Molto Difficile ed ED Estremamente Difficile.
F Facile: ferrata poco esposta e fisicamente poco impegnativa, con lunghi tratti su sentiero. Tracciato molto protetto, ben segnato, poco esposto con strutture metalliche che si limitano al solo cavo o catena fissati unicamente per migliorare la sicurezza.
PD Poco Difficile: ferrata anche lunga ed esposta, ma poco di forza e sempre facilitata dagli infissi posti su di essa. Tracciato più articolato, con canali e camini, con passaggi verticali e a tratti esposto; normalmente attrezzato con cavo o catena, con pioli e/o scale metalliche fisse.
D Difficile: ferrata che supera qualche breve strapiombo, con passaggi atletici, vuoto continuo. Il pericolo (caduta di pietre o altro) viene specificato ogni volta e non aumenta la valutazione della difficoltà, ma del rischio oggettivo. Tracciato continuamente verticale, molto articolato e con tratti di esposizione. Attrezzato con funi e/o catene, vari infissi metallici che richiedono un certo impegno fisico anche con l’aiuto di pioli d’appoggio.
TD Molto Difficile: ferrata con passaggi molto acrobatici, tecnici, che richiede forza nelle braccia ed assoluta mancanza di vertigini. Tracciato su rocce molto ripide ed estremamente articolate, ma senza validi appoggi che richiede anche il superamento di tratti strapiombanti. Attrezzato con funi metalliche e/o catene, solo occasionalmente con gradini artificiali che richiedono in ogni caso notevole forza fisica.
ED Estremamente Difficile: a volte riferito ad un solo passaggio volutamente creato ad arte per impegnare sopra ogni immaginazione il frequentatore. In questo caso vi è un segnale di pericolo prima di intraprendere il passaggio e comunque vi è sempre la possibilità di un passaggio alternativo. Tracciato verticale e strapiombante, attrezzato prevalentemente con sola corda fissa e/o catena; gli appoggi esistenti sono esclusivamente naturali ed i pioli fissati sono pochissimi. E’ necessaria molta forza fisica soprattutto nelle braccia e possesso di tecnica di arrampicata: in sua assenza la scalata risulterà eccezionalmente difficile.
La scala italiana delle difficoltà delle vie ferrate considera la difficoltà complessiva di una via e non solo o non tanto le difficoltà inerenti i soli passaggi ferrati.
Anche la classificazione francese considera l’itinerario nel suo complesso, ma ha un grado in più (AD Abbastanza Difficile) tra Poco Difficile e Difficile, si basa sui criteri alpinistici anziché su quelli escursionistici e alla fine inserisce anche la valutazione XD per tutto ciò che è oltre l’estremamente difficile.
I tedeschi usano la scala Husler o la scala Werner, stilate su 6 valori: nelle guide tedesche si trova indicata la lettera K (klettersteig, Via Ferrata in tedesco) e poi un numero da 1 a 6, dove 1 è facile e 6 estremamente difficile e sostanzialmente ricalca la classificazione francese.
La scala Husler e la classificazione austriaca non sono rare sulle nostre montagne, in particolare nella zona dell’Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia. Se non fosse che la classificazione austriaca usa le lettere in ordine alfabetico:
A (facile)
B (moderatamente difficile)
C (difficile)
D (molto difficile)
E (estremamente difficile)
F (oltre l’estremamente difficile)
Per una visione comparativa dei gradi di difficoltà nelle diverse scale si può fare riferimento a questo schema:
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