Ciclocross singlespeed: nati sotto il segno del fango

Credits: Stefano Gualandri (RockVille 2014)

Nelle stagioni in cui i ciclisti “ordinari” mettono a tacere i pedali o si rintanano sui rulli di casa, una strana specie si aggira per i sentieri e gli sterrati fangosi: il ciclocrossista singlespeeder.

Pur derivando da una delle discipline agonistiche più intense che si possano trovare nel mondo del ciclismo, questo strano animale ha scelto di affrontare il terreno di caccia senza alcun deragliatore o cambio. La trasmissione è composta da una corona, una catena e un pignone, niente di più. La scelta del rapporto, come si intuisce, è strategica per arrivare al termine della gara fisicamente e mentalmente integri.

La prestazione fisica inizia con una gara di 45 minuti tra pozze di fango, scalinate, tratti da fare a piedi e repentine risalite in sella. Al termine della gara il nostro soggetto si riunisce con i propri simili per nutrirsi di marubini, cotechino e stracotto – è inoltre accertato che ama la birra artigianale!

Diversi esemplari sono stati incontrati a partire dalla Coppa Cobram a Verona passando per lo storico evento di Rockville, a Villarocca di Pesina Cremonese. La stagione di caccia sta per cominciare: per seguire o partecipare alle tappe del campionato italiano SCIS 2014/2015: singlespeed-italy

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