Jasper Pääkkönen: la pesca a mosca è una forma di attivismo

Jasper Pääkkönen: perché la pesca a mosca è una forma di attivismo ambientale

Pescatore a mosca e attivista prima di ogni altra cosa, l’ambassador Patagonia Jasper Pääkkönen è anche uno degli attori cinematografici più celebri della Finlandia, una risorsa che non esita a utilizzare per attirare l’attenzione su questioni critiche legate alla pesca nel suo Paese. Molte delle campagne di Jasper Pääkkönen hanno favorito cambiamenti concreti nelle leggi e nei regolamenti sulla pesca in Finlandia. Incontriamo il pescatore a mosca per scoprire cosa ha fatto nei mesi scorsi e come vede cambiare lo sport e la comunità.

Vai a pesca e lavori in tutto il mondo, ma quest’anno, come tante persone, sei stato costretto a rimanere vicino a casa. Come hai vissuto questa situazione, senza piani di viaggio pronti a distrarti?

Jasper: La pandemia ha fatto sì che io pescassi molto meno perché molti dei miei viaggi programmati erano all’estero. Avevo tre settimane prenotate nella penisola di Kola in Russia e una settimana programmata a Cuba, e ovviamente tutto è stato cancellato. Invece, ho trascorso più tempo a casa quest’estate, a pescare il pesce persico, e ora che l’acqua sta diventando più fredda, inizierò a pescare il luccio con la mosca, cosa che probabilmente non faccio da dieci anni. Quindi è stato un ottimo momento per riconnettermi con quei pesci e quell’aspetto della pesca a mosca.

Questo periodo ti ha quindi ricordato che le acque della tua terra hanno qualcosa da offrirti.

Sì. La Finlandia ha acque incredibilmente ricche di lucci, ma negli ultimi anni la mia follia per il salmone ha preso il sopravvento. Ora che viaggiare è quasi impossibile, posso attingere a qualcos’altro che amo: la pesca a mosca del luccio del nord.
Un fatto spiacevole è che le popolazioni di trote e salmoni finlandesi sono in condizioni così terribili che devo andare in Svezia, Norvegia o Russia per pescare queste specie. E in questo momento andare in Svezia e Russia è impossibile. Per fortuna posso ancora viaggiare nel nord della Norvegia per pescare il salmone e posso considerarmi pienamente soddisfatto anche a casa.

Come ha reagito la comunità di pescatori finlandesi agli eventi di quest’anno?

È stato incredibile vedere quante nuove persone hanno iniziato a pescare a mosca. Alcuni hanno iniziato letteralmente da zero mentre altre persone, che in passato pescavano con attrezzatura convenzionale, ora stanno passando alla pesca a mosca.
All’inizio dell’emergenza Covid ho parlato con un produttore che era terrorizzato dall’impatto sulla sua attività. Temeva potesse essere la fine della sua azienda. Pensava che la gente avrebbe abbandonato subito la pesca. Ma, in realtà, è successo il contrario. Le persone avevano più tempo, non potevano viaggiare all’estero e, all’improvviso, hanno dovuto cercare qualcosa da fare in Finlandia e nuovi modi per esplorare e restare in contatto con la natura.
La pesca era una di quelle opzioni e così è nato un numero enorme di nuovi pescatori, che è fantastico. In un certo senso, questo è da tempo uno sport in via di estinzione. È incredibilmente difficile coinvolgere le nuove generazioni nella pesca a mosca, e ogni anno la comunità diventa sempre più vecchia. Ma ora, qui in Finlandia, un’ondata di nuove persone di ogni fascia d’età si è avvicinata per la prima volta alla pesca, il che è semplicemente fantastico.

Credi che questo aumento di popolarità possa portare con sé una maggiore consapevolezza delle minacce che incombono sui pesci, sulle aree incontaminate e sui fiumi, man mano che le persone si impegnano con più regolarità?

Assolutamente, e parte del motivo è che, da una decina d’anni a questa parte, ci sono state molte più discussioni e riconoscimenti all’interno dell’attuale comunità di pescatori a mosca in merito all’impoverimento degli stock ittici. Chiunque inizi a praticare questo sport ora viene messo subito di fronte a questa realtà.
Quando ho iniziato a pescare, invece, non era così. Allora, negli anni ’80, arrivava un camion da un allevamento ittico e riversava pesci nei fiumi. Praticamente, quando i pesci si esaurivano, si aggiungevano altri pesci. Letteralmente. Da allora, però, siamo diventati molto più consapevoli di ciò che è necessario fare per sostenere questo sport e i luoghi in cui lo pratichiamo. Chiunque inizi a praticare questo sport sa bene perché la conservazione è un aspetto importante.

In qualità di ambassador Patagonia e attivista sei stato in prima linea nel portare consapevolezza alla comunità di pescatori a mosca nel mondo. Pensi che questa comunità stia diventando più istruita sui temi ambientali, oltre a preoccuparsi dei pesci che vogliamo pescare?

Ora le persone sono consapevoli delle minacce che incombono sui fiumi. Nel caso della Finlandia, la principale minaccia è l’energia idroelettrica. In passato, molte persone pensavano che la produzione di energia idroelettrica fosse una cosa positiva, ma ora gran parte del Paese capisce che qualcosa che distrugge interi fiumi, attività di pesca ed ecosistemi non può essere “pulito”, “verde” o rispettoso dell’ambiente. È, infatti, incredibilmente dannoso. Questo lo sanno bene le persone che pescano perché dipendono da fiumi liberi, pesci sani ed ecosistemi in salute e funzionanti.

Hai detto che la popolarità della pesca a mosca sta crescendo e che i giovani iniziano pian piano a praticarla. Ritieni che l’equilibrio della diversità etnica all’interno di questo sport stia cambiando?

È chiaro che la pesca a mosca è ancora uno sport prevalentemente praticato da bianchi. Tuttavia, proprio negli ultimi anni – e forse attraverso i social media che documentano la diffusione della pesca a mosca – sento di aver visto più diversità nei fiumi. Ogni volta che vedo un pescatore o una donna con un colore di pelle diverso, sorrido. Ma, allo stesso tempo, è una sensazione contrastante. So che non dovrei essere felice quando vedo un pescatore a mosca di colore perché non dovrei nemmeno notare il colore della sua pelle, ma la triste realtà è che lo faccio.
C’è ancora molto da fare perché questo non sia un problema, e ciò che sta accadendo in tutto il mondo lo dimostra, specialmente negli Stati Uniti, dove è iniziato il movimento Black Lives Matter. Si potrebbe pensare che cose come il razzismo strutturale non esistano nemmeno più, ma in una certa misura è un problema più grande ora rispetto a 10 anni fa, a causa dell’attuale stato della politica in molti Paesi.

Una delle barriere che impediscono alle persone di colore di accedere alle attività outdoor è geografica, poiché vi sono persone che spesso vivono in aree urbane lontane dalle aree incontaminate e selvagge. Alla luce di ciò, pensi che la pesca a mosca possa rappresentare una via di accesso alle attività outdoor per le persone provenienti da un ambiente cittadino?

Assolutamente sì. Se prendo come esempio le acque vicino a casa, a Helsinki – che è circondata da laghi e dal Mar Baltico – ci sono un sacco di opportunità per pescare con successo vicino alla città. All’inizio della primavera abbiamo la trota fario, poi il luccio e il persico, e questo movimento di pesca urbana, che ho visto svilupparsi in un certo numero di città, sta guadagnando sempre più popolarità. Pescare nelle grandi città dei Paesi sviluppati – molti dei quali sono attraversati o circondati dall’acqua – è diventato sempre popolare e quindi sicuramente la pesca a mosca può diventare accessibile a una più ampia gamma di persone.
Non hai bisogno di un fiume pieno di salmoni o di un piccolo torrente con le trote lontano da tutto per pescare con soddisfazione, puoi catturare altri pesci in qualsiasi specchio d’acqua. Il potenziale della pesca a mosca è quindi enorme e può far avvicinare tantissime persone all’outdoor.

Un’altra cosa che può impedire alle persone di praticare sport all’aria aperta è il costo. Che messaggio hai per coloro che sono interessati alla pesca a mosca ma si preoccupano di doversi procurare attrezzature costose?

Non deve essere uno sport necessariamente costoso. Recentemente ho aiutato alcuni dei miei amici a scegliere l’attrezzatura e a iniziare con la pesca a mosca. Con poche centinaia di euro hanno acquistato un set per principianti, che io stesso, anche dopo 30 anni di pesca, sarei molto felice di utilizzare. Questi kit sono accessibili e durano per anni, quindi è un investimento relativamente piccolo per iniziare a praticare questo sport, se si desidera davvero farlo.

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