Se state progettando di andare a surfare in Western Australia, cominciate a seguire questo account Twitter: @SLSWA. L’account è dell’organizzazione Surf Life Saving Western Australia e potrebbe salvarvi la pelle, soprattutto dall’attacco di uno squalo.
Delle oltre 160 specie di squali che nuotano nelle acque antistanti i 12mila km di spiagge della Western Australia, solo 3 sono quelle veramente pericolose per l’uomo: lo squalo bianco (Carcharodon carcharias), lo squalo tigre (Galeocerdo cuvier) e lo squalo leuca ‘bullshark’ (Carcharhinus leucas). Tuttavia le notizie di surfisti e bagnanti azzannati dal re dei mari sono frequenti, e allora gli operatori della SLSWA hanno deciso di utilizzare i social network per avvisare i frequentatori di spiagge e acque oceaniche della presenza di squali.
Come funziona? Il Department of Fisheries for Western Australia e tutti i tour operator esperti che portano i turisti a vedere da vicino gli squali stanno costruendo un vero e proprio Shark Monitoring Network al fine di taggare gli squali delle specie pericolose con dei minuscoli dispositivi in grado di emettere un segnale acustico a lunga distanza.
Il problema infatti è che gli squali sono una specie migratrice capace di percorre lunghe distanze in breve tempo, ed è sempre complicato riuscire a prevedere la loro posizione con l’anticipo necessario a impedire la balneazione.
Con questo device, invece, quando gli squali si avvicinano alla costa mandano un segnale ad alcuni ricettori posizionati nei posti di controllo della Surf Life Saving Western Australia da cui parte un tweet che informa della loro presenza vicino alla spiaggia e delle misure precauzionali da prendere.
Credits: FlickrCC – Steve Garner32
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