Le Greenways sono vie di comunicazione riservate agli spostamenti non motorizzati dove si cammina e si pedala, realizzate prioritariamente attraverso la riconversione di alzaie di canali e linee ferroviarie in dismissione e rappresentano una seconda vita per lo sterminato patrimonio infrastrutturale europeo in disuso, spesso situato in aree di grande interesse naturalistico, archeologico o culturale.
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Ecologia e economia
Lo sviluppo e la valorizzazione di queste ‘vie verdi’ riduce il traffico urbano e l’inquinamento, perché favorisce un diverso tipo di mobilità e promuove un turismo più sostenibile e consapevole. Le Greenways sono uno strumento dalle grandi potenzialità economiche, perché non solo collegano zone distanti geograficamente, ma possono diventare una filiera turistica e un tramite di connessione e cooperazione per aziende ed enti interessati al progetto.
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Greenways in Europa
In Europa, le Greenways ricavate da tratti ferroviari in dismissione coprono circa 19.000 chilometri, grazie a lungimiranti programmi di rigenerazione territoriale promossi già dagli anni ‘90. Dal Portogallo al Belgio, dalla Francia al Regno Unito, dall’Irlanda alla Germania, istituzioni e ferrovie nazionali censiscono e danno in gestione i tratti abbandonati da convertire in Greenways per aprire al gradissimo potenziale del turismo lento.
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Francia, Inghilterra e Spagna le più ‘virtuose’
La ristrutturazione, la rigenerazione, la riqualificazione e il successivo utilizzo dei tratti di ferrovie in disuso diventano una rete di trasporto alternativo e soprattutto facile e piacevole per tutti. In Francia e Inghilterra è una ‘filosofia’ che le istituzioni hanno compreso e attuato con risultati concreti tanto che oltralpe i chilometri di binari trasformati i piste ciclabili sono 3400, mentre in Inghilterra i percorsi nati da ex ferrovie ammontano a circa 2500 km.
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Spoiler: ne mandiamo poche, ma buone!
Il progetto Vias Verdes, in Spagna, è nato in seguito a un censimento delle linee ferroviarie nazionali, con la scoperta di 7.600 chilometri di tracciati abbandonati, oltre a un migliaio di stazioni, ponti in disuso e circa cinquecento gallerie. Ad oggi, Vias Verdes ha rigenerato 2.600 km di ferrovie e 100 stazioni. In Portogallo sono 9 i percorsi verdi con 220 km di ferrovie rigenerate; in Belgio, in Vallonia, sono stati convertiti oltre 750 km di tracciati ferroviari.
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In Italia si può fare di più
Nonostante un patrimonio di 7.000 chilometri di linee ferroviarie dismesse, l’Italia fatica a introdurre politiche di sistema per una rete consistente di Greenways, che ad oggi può vantare solo 800 chilometri di vie verdi da ex ferrovie. Tuttavia, non mancano gli esempi positivi: a cominciare dalla Greenway Resiutta – Tarvisio Centrale, un tratto della Ciclovia dell’Alpe Adria che corre per 46,2 km lungo il tracciato della vecchia ferrovia Pontebbana. Più a valle troviamo la pista ciclabile sul mare più lunga d’Europa, che, con i suoi 23 chilometri da San Lorenzo al Mare a Ospedaletti Ligure, corre lungo la vecchia ferrovia Genova – Ventimiglia.
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Italia, i 10 tratti ferroviari recuperati più lunghi
Godrano – S. Carlo 67,2 km; Dobbiaco – Calalzo 64,9 km; Resiutta – Tarvisio Centrale 46,2 km; Quinto di Treviso – Grisignano di Zocco 42,3 km; Spoleto Città – Nortosce, Cascia Serravalle – Norcia 42,1 km; Modena (Sefta) – Vignola 24,5 km; Pattada – Chilivani 23,7 km; Virle Treponti – Vobarno 23,5 km; S. Lorenzo al Mare – Ospedaletti Ligure 23,0 km; Paliano – Fiuggi 22,4 km.
[Photo credits: brittanytourism.com, ouest-france.fr, turismegarrotxa.com, bicitalia.org]
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