Nei borghi che vivono all’ombra degli ulivi la vita gira attorno a campi, potature, raccolta e frantoio. Qui la parola “tradizione” non è folklore: è mestiere, reddito, rischi, annate buone e annate storte. Le case sono poche, spesso silenziose, perché molti sono partiti e chi resta fa quello che può per tenere tutto in piedi.
E in mezzo a questa normalità dura c’è una bellezza che non ha bisogno di scenografie: colline spoglie, vento secco, ulivi piegati ma vivi. Nessuno recita. Nessuno vende sogni. È un’Italia che sta in piedi grazie alle mani di chi lavora. Ed è proprio per questo che colpisce: perché è vera, e non deve dimostrarlo. Nella gallery potete scoprire quali sono i borghi più belli legati a quello che viene chiamato “Oro Verde”: l’olio.
Trevi, Umbria
Trevi non ha bisogno di scenografie. Il paese è circondato da ulivi che scendono a terrazze nella Fascia Olivata tra Assisi e Spoleto. Nei frantoi si mostra come nasce il prodotto senza folklore: olive, macine, assaggi, pregi e difetti. Chi vuole può camminare tra i filari, con terra polverosa e odore verde d’olio nuovo. Il turismo da queste parti è concreto, legato al lavoro e alla stagione.
Castelvetrano, Sicilia
Intorno a Castelvetrano, gli uliveti di Nocellara del Belice occupano le colline a perdita d’occhio. Nei frantoi del territorio è possibile seguire l’intero ciclo dell’olio, dalla raccolta alla spremitura, fino alla degustazione, apprezzando sapori e caratteristiche di ogni annata. Qui l’esperienza olivicola è concreta: si entra in contatto diretto con la produzione, il lavoro quotidiano e la cultura agricola della zona.
I 7 borghi liguri dell’olio
Pietrabruna, Lucinasco, Villa Faraldi e gli altri paesi che compongono il percorso dei “7 borghi liguri dell’olio” si sviluppano tra colline di ulivi taggiaschi. Da queste parti l’oleoturismo è esperienza diretta per davvero: visite agli uliveti, frantoi e degustazioni guidate consentono di osservare da vicino la produzione. Passeggiate tra i filari e soste nelle aziende agricole restituiscono un’immagine concreta del lavoro, delle stagioni e della cultura olivicola ligure.
Trevignano Romano, Lazio
Pedalare tra gli uliveti e fermarsi nei frantoi a osservare la spremitura delle olive: questa è l’esperienza concreta che definisce Trevignano Romano. Il borgo e il lago diventano sfondo, ma il centro è il lavoro quotidiano degli uliveti e l’olio extravergine che ne nasce. Degustazioni guidate aiutano a distinguere le annate, capire le sfumature e apprezzare la materia prima, tra fatica, stagioni e mani esperte.
Bosa, Sardegna
Bosa si sviluppa lungo il fiume e si arrampica tra colline di ulivi, un borgo dove l’olio non è solo prodotto ma attività diretta. Le aziende locali offrono visite agli uliveti, frantoi e degustazioni guidate, mostrando come ogni fase della lavorazione rifletta il territorio e le stagioni. Passeggiare tra le vie colorate e i filari circostanti significa capire il legame concreto tra il borgo, il lavoro agricolo e l’olio extravergine.
Pienza, Toscana
Tra le colline senesi, Pienza offre più della sua architettura rinascimentale: gli uliveti che la circondano diventano laboratorio e occasione di scoperta. Le aziende locali organizzano visite e degustazioni di olio extravergine, mostrando il processo dalla raccolta alla spremitura. Con una camminata tra filari e frantoi i visitatori possono osservare concretamente il lavoro agricolo e, contemporaneamente, assaporare il legame diretto tra terra, stagioni e prodotto finale.
Molfetta, Puglia
A Molfetta l’oleoturismo prende forma tra colline e uliveti, dove è possibile seguire il ciclo dell’olio e partecipare alla raccolta durante la stagione giusta. Le degustazioni non mancano e, anzi, fanno sì che si possa cogliere le differenze tra oli e apprezzare il legame diretto tra terra, il processo e il vero e proprio Oro Verde, con il borgo e il mare come cornice naturale.
Foto Canva
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