In Liguria spiagge libere a pagamento per il Coronavirus?

Liguria spiagge libere a pagamento

“In Liguria spiagge libere a pagamento”. Lo ha detto il presidente Giovanni Toti – che vuole dare il via alla stagione balneare già da lunedì 18 maggio, primo giorno dopo la Fase 2  in un’intervista a Radio Capital. Le parole, riportate anche dalla stampa locale, non lasciano spazio a dubbi:

Per gestire gli accessi alle spiagge libere in Liguria la Regione valuta tre ipotesi: la presenza di steward, l’affidamento a cooperative di giovani garantendo la fruizione a un costo di 50 centesimi per contribuire alle spese di controllo, alcuni Comuni potrebbe decidere di lasciarle totalmente pubbliche e controllarle con i vigili.

Con le vacanze estive che si avvicinano ancora non è chiaro se sarà possibile andare al mare (qui tutte le ordinanze regionali in merito), anche eventualmente uscendo dalla propria regione di residenza, e soprattutto come sarà la vita in spiaggia. Il Comitato Tecnico Scientifico incaricato dal Governo di studiare il modo in cui consentire di andare in spiaggia e fare il bagno si è già espresso: se per gli stabilimenti balneari ci saranno misure precise circa il distanziamento tra gli ombrelloni, i percorsi di accesso e uscita dalla spiaggia e dall’acqua (peraltro, il contagio in mare facendo il bagno non sarebbe dimostrato), e l’uso degli spazi comuni come bagni e docce, il problema per Governatori di Regione e Sindaci è la gestione delle spiagge libere. Parliamo di quasi la metà delle spiagge italiane se è vero, come stima il Rapporto Spiagge Libere 2019 di Legambiente, il 42% è occupato da stabilimenti balneari e campeggi, una percentuale a cui aggiungere le altre strutture turistiche.

E se già il Governo, attraverso il CTS, ha avanzato l’ipotesi di una forma di prenotazione per andare al mare nelle spiagge libere (di cui abbiamo parlato qui), a Regioni e Sindaci rimane il problema di come pagare il controllo degli accessi e la supervisione sulle misure di distanziamento sociale che ragionevolmente rimarranno in vigore ancora a lungo.

Da qui appunto le parole del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, circa il pagamento di un ticket, al momento ipotizzato di 50 centesimi (e non è chiaro se a persona o a famiglia). Del resto lasciare l’accesso alle spiagge libere incontrollato confidando nel buon senso potrebbe rivelarsi una bomba a orologeria. Ingaggiare degli steward per il controllo permetterebbe di avere una supervisione e nulla più, dal momento che gli steward non avrebbero il potere di intervenire, e comunque andrebbero pagati. E infine chiedere alle forze di Polizia Locale di vigilare da mattina a sera sulle spiagge libere significherebbe distoglierle dagli altri compiti loro assegnati.

Problemi questi che al momento – come riporta Repubblica – stanno raccogliendo posizioni diverse anche tra i Sindaci, su cui ricade la responsabilità degli arenili.

Per esempio è contraria Valentina Ghio, sindaco di Sestri Levante, il comune ligure con la maggior percentuale di spiagge libere nella regione:

Un provvedimento che prevede il pagamento delle spiagge pubbliche da parte dei cittadini andrebbe in aperta contraddizione con l’obiettivo di rilanciare il turismo e sostenere il territorio. Serve un lavoro comune per approdare a regole condivise e omogenee, indicazioni chiare e alla definizione del supporto, anche economico, che i Comuni hanno necessità di avere per consentire una apertura delle spiagge libere in sicurezza, come passo fondamentale per la ripresa del turismo.

Di diverso parere il Sindaco di Laigueglia, Roberto Sasso Del Verme, che ha già annunciato che, a queste condizioni, terrà chiuse le spiagge libere per tutta l’estate. Perché il vero nodo, come ammette l’assessore regionale al Demanio marittimo, Marco Scajola, è che “l’eventualità di pagare o meno l’ingresso dipenderà anche dalle risorse che i sindaci avranno a disposizione”.

Foto di Claudio Romeo da Pixabay

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