Prima invernale del K2: 10 sherpa raggiungono assieme la vetta ed è Storia

Prima invernale del K2: 10 sherpa raggiungono assieme la vetta ed è Storia

Eccola finalmente la prima invernale del K2, ed è Storia. Perché era l’ultimo dei 14 Ottomila della terra ancora da scalare in inverno. E perché per la prima volta a conquistare la vetta sono degli scalatori nepalesi. Anzi, degli sherpa, i fenomenali portatori d’alta quota che finora avevano accompagnato le ascensioni degli Ottomila come “spalle” degli alpinisti occidentali e che questa volta sono diventati protagonisti mettendo la firma, propria e della propria gente, a un’ascensione che chiude un’epoca dell’epopea degli Ottomila. Mancava solo il K2, che ha resistito 5 anni più del Nanga Parbat conquistato da Simone Moro, e ora l’alpinismo degli Ottomila potrà dedicarsi ad altre imprese, per stile e modalità.
Ma la notizia davvero importante è che la spedizione che ha raggiunto la vetta del K2 è composta da 10 nepalesi, di cui 9 sherpa, che si sono aspettati a pochi metri dalla sommità e l’hanno raggiunta tutti assieme. I nepalesi hanno fatto gioco di squadra pur “lavorando” anche per le altre spedizioni che stavano cercando di firmare la prima invernale al K2: c’erano gli sherpa della spedizione di Mingma Gyalje, quello di Seven Summit Treks (un’importante agenzia in appoggio a diverse spedizioni più o meno indipendenti, tra cui quella della nostra Tamara Lunger) e gli sherpa della spedizione di Nirmal Purja, che è nepalese ma non sherpa.
Anche grazie al meteo straordinariamente favorevole di questi ultimi giorni gli sherpa erano arrivati ad attrezzare campo 4 a 7800 metri, una quota mai raggiunta in inverno: Denis Urubko che aveva raggiunto il punto più alto, 3 anni fa si era fermato a 7650 metri. Da qui hanno poi lanciato l’ascesa alla vetta approfittando di una finestra meteo stabile, senza precipitazioni e con venti “deboli” rispetto alla normalità del jet stream che soffia a quelle quote.
Partiti all’una di notte, i 10 sherpa hanno impiegato 13 ore per coprire gli ultimi 811 metri passando per il celebre collo di Bottiglia (per le vicende legate a Bonatti e alla spedizione italiana del 1954) e il Traverso.

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