Gli eventi di questa estate, con temperature record, siccità estrema, cedimenti di montagne e incendi che divampano in tutta la penisola ci dimostrano ancora una volta che il collasso degli ecosistemi non sarà graduale ma repentino, senza darci il tempo di dibattere per altri decenni quando sarà il caso di abbandonare le fonti fossili che sono causa delle emissioni climalteranti, con effetti disastrosi sul clima e sulla salute delle popolazioni. Lo affermano gli esperti della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) che paventano il rischio invasione di zecche, cavallette, zanzare e incremento del rischio epidemie.
Caldo: è allarme invasione di zecche
“L’aumento delle temperature estive, con l’allungamento dei periodi torridi (una volta limitati alle prime tre settimane di Agosto), è causa di incendi, ma anche di anomala invasione d’insetti quali zecche, cavallette e zanzare tigri – spiega il presidente Alessandro Miani – In questo contesto, insieme all’inesorabile deforestazione del pianeta, all’estinzione di numerose specie viventi e a una sempre minore biodiversità, vanno emergendo e diffondendosi nuove epidemie, malattie e zoonosi trasmesse da vettori (insetti, animali o pesci) che talora colonizzano nuovi habitat e aree dove non erano precedentemente presenti”.
“A ciò si abbina un’anomala distribuzione delle precipitazioni (in riduzione entro una forbice compresa tra il 10 e il 60%), che prendono sempre più spesso la forma di eventi estremi concentrati in autunno-inverno, talora associati ad uragani mediterranei: 60 negli ultimi 40 anni, ma con previsioni di 3 nuovi eventi annui” – aggiunge Miani.
Ridurre le emissioni climalteranti è da considerarsi anche un positivo intervento di sanità pubblica
Lo scioglimento dei ghiacciai e la conseguente siccità è qualcosa di molto più che un campanello d’allarme – avvertono gli esperti SIMA – Forse non ci rendiamo conto pienamente che il punto di non ritorno sta per essere raggiunto. La crisi energetica in atto rende più difficile abbandonare i combustibili fossili, ma un’inversione della rotta resta indispensabile e indifferibile.
“Come SIMA condividiamo la linea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui qualsiasi azione che vada nella direzione di ridurre le emissioni climalteranti è da considerarsi anche un positivo intervento di sanità pubblica e chiederemo al prossimo Governo di rimettere al centro del nuovo programma il rispetto degli Accordi di Parigi sottoscritti dall’Italia e nell’ambito della Zero Pollution e Forest Strategy europee, a cominciare dal lancio di una grande e capillare campagna di riforestazione da realizzarsi senza ritardi da parte di Regioni e Comuni. L’obiettivo di medio termine dovrebbe essere quello di piantare 350 miliardi di alberi nel mondo per ridurre del 10% la CO2 a livello globale” – conclude Miani.
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