Riaprire palestre e piscine: lo chiede Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma

Riaprire palestre e piscine Vaia Direttore Spallanzani

Riaprire palestre e piscine“: lo ha detto Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, l’istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di riferimento anche per l’epidemia da Coronavirus. E lo ha detto sulla base di due considerazioni inoppugnabili: il COVID colpisce soprattutto, e in maniera più grave, chi conduce uno stile di vita poco corretto, cioè sedentario, e per le palestre e le piscine ci sono protocolli sicuri in grado di tenere sotto controllo il contagio ed evitarne la diffusione.
Nell’intervista al Corriere della Sera in cui chiede al ministro dello sport Spadafora, a quello della Salute Speranza e al CTS tutto di riconsiderare le restrizioni imposte dal DPCM e riaprire palestre e piscine, Francesco Vaia cita anche i dati di uno studio condotto proprio dallo Spallanzani di Roma su 61 pazienti morti di COVID tra Lazio, Umbria e Abruzzo: l’età media delle vittime resta alta anche ora, in questa seconda ondata, e le patologie di cui soffre chi muore per il Coronavirus sono le classiche malattie legate a uno stile di vita poco corretto. Per questo “è sbagliato tenere i giovani, ma anche gli anziani, in casa, lontani dallo sport e dal tempo libero” ha dichiarato Vaia.
Di più: “Rivolgo il mio invito al ministro dello Sport perché riconsideri l’idea di tenere palestre e piscine chiuse, ripensi alle aperture nell’ottica del massimo rigore e dell’estrema sicurezza. Con protocolli rigidi e maggiori controlli. Un discorso che si potrebbe estendere ai luoghi della cultura”. Per Vaia, direttore dello Spallanzani, “il Comitato tecnico scientifico potrebbe riprendere in mano la questione. E lo Stato potrebbe verificare l’applicazione delle regole. Per questa mancanza non può pagare il cittadino”.
Un discorso che vale per lo sport, per riaprire le palestre e le piscine, ma anche per la scuola: “Per gli studenti è molto meglio andare a scuola. Oggi stanno chiusi in casa per studiare. Quando escono, non c’è nessuno che vigili sull’applicazione delle regole. Almeno a scuola erano controllati”. Perché, conclude Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma “Ho sempre sostenuto che bisogna tenere tutto aperto. Se si può andare in certi luoghi della socialità solo in certi orari e in certi giorni, il rischio reale è che si comprimano le presenze e si creino assembramenti. Così anziché migliorare la situazione, la si peggiora. Tutto va spalmato nel maggior arco temporale possibile”.

Photo by Andrea Piacquadio from Pexels

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