Morire per la puntura di api e vespe: come succede?

Morire per la puntura di api e vespe: come succede?

Sì, si può morire per la puntura di api e vespe, ma anche di calabroni e di altri insetti con il pungiglione. È successo lo  scorso anno a Gunther Mair, 61enne trentino, ex portiere noto nell’ambiente calcistico, punto da alcune vespe venerdì 7 agosto 2020 nei boschi di Piné, vicino a casa. E non è un caso così isolato: in Italia ogni anno sono tra i 10 e i 20 i decessi causati dalle punture degli imenotteri, appunto api, vespe e calabroni. Una ventina di persone sul totale di circa 5 milioni di italiani che ogni anno sono punti e ricorrono alle cure del pronto soccorso, con reazioni per lo più localizzate (dal 2,4% al 26%) ma talvolta anche generalizzate (dall’1% al 8,9%) e tali da condurre alla morte a causa di complicanze respiratorie o cardiocircolatorie (i dati sono della Campagna “Punto nel vivo” dell’Asst Lariana).

Come si può morire per la puntura di api e vespe?

Ma come è possibile morire per la puntura di api e vespe? Come prima cosa occorre sapere che non è necessario un’attacco di uno sciame d’api, vespe o calabroni per provocare la morte. Può bastare anche la puntura di un paio di insetti per scatenare lo shock anafilattico che conduce alla morte. Questo per fortuna non avviene in tutte le persone: se la maggior parte delle persone, adulti e bambini, manifesta lievi reazioni allergiche locali come bruciore, rossore, prurito e dolore nella zona della puntura, per 30-50 casi ogni 100.000 abitanti, con una percentuale di popolazione a rischio fino al 15%, la puntura di imenotteri può risultare fatale a causa di una specifica allergia ad alcune componenti del loro veleno.

Molte di queste persone sanno di essere allergiche e quindi hanno sempre con sé l’adrenalina, o meglio il kit d’emergenza per l’anafilassi. In un kit d’emergenza per la puntura di insetti come api, vespe e calabroni sono di solito compresi tre farmaci per trattare immediatamente la puntura d’insetto: di solito ci sono un preparato a base di cortisone e un antistaminico ad azione rapida che servono per decongestionare e appunto una siringa autoiniettante di adrenalina, che serve per stabilizzare la pressione e la circolazione del sangue in pochi minuti.
Per chi invece non sa di essere a rischio è importante saper riconoscere i segnali di una infezione eccessiva che può comportare conseguenze gravi: se la reazione cutanea è ampiamente più estesa della zona della puntura, magari fino a interessare un intero arto, se dura per ore, e sicuramente oltre le 24 ore raggiungendo il picco massimo verso le 48 ore, se subentrano altre reazioni come febbre, nausea, vomito e spossatezza allora è il caso di ricorrere velocemente a un pronto soccorso o a un medico.

Morire per la puntura di api e vespe: come succede?

Di solito infatti queste reazioni e manifestazioni sono il prodromo di complicanze più gravi come reazioni cutanee su tutto il corpo, crisi d’asma e respiratorie con rigonfiamento del laringe all’altezza delle corde vocali che può comportare anche difficoltà a parlare o raucedine, problemi all’apparato cardiocircolatorio con cali di pressione, tachicardia e convulsioni. Tutti segnali che è in atto uno shock anafilattico causato dal veleno iniettato da una puntura di insetti.

Puntura di api e vespe: cosa fare?

Ma cosa fare quindi in caso di puntura di api e vespe o di altri insetti potenzialmente velenosi come i calabroni? Come prima cosa bisognerebbe avere prontezza e sangue freddo per sfilare immediatamente il pungiglione con la punta delle dita, le unghie o delle pinzette ma senza “spremerlo”: il veleno infatti viene iniettato progressivamente per circa 20 secondi, e ogni secondo in meno è un po’ di veleno in meno in corpo. Possibilmente bisognerebbe anche applicare qualcosa di freddo, come del ghiaccio, ma questo non è sempre possibile se per esempio ci si trova in un bosco nel corso di un’escursione (ma per esempio può funzionare immergere la parte interessata in un ruscello o fiume o sotto una fonta d’acqua, se è fredda e disponibile). Se si ha con sé un kit di primo soccorso (cosa sempre consigliata) si può applicare una pomata a base di cortisone sulla zona interessata, o magari somministrare per bocca un analgesico o un antistaminico. A questo punto ci sono due possibilità: la reazione allergica è moderata, e allora la si tiene controllata per le successive ore, magari anche ricorrendo al controllo di un medico; la reazione allergica cresce di importanza e allora occorre procedere con la puntura di adrenalina per via sottocutanea, solitamente nella zona della coscia, per frenare la reazione e stabilizzare le condizioni della persona. In alternativa, e soprattutto per i bambini, esistono dei kit di somministrazione dell’adrenalina da premere sulla pelle nella zona della puntura, facili da usare, rapidi ed efficaci.

Come evitare la puntura di imenotteri

Evitare la puntura di api e vespe non è sempre possibile, ed è uno dei rischi meno pericolosi dello stare nella natura. Però ci sono comportamenti che in determinate situazioni, come anche quella di una passeggiata, possono attirare maggiormente questi imenotteri. Per esempio gli odori intensi, come quelli del profumo o di alcuni deodoranti, possono far avvicinare api, vespe e calabroni, così come gli abiti dai colori molto intensi e i movimenti bruschi e spaventati quando ci ronzano intorno. E ovviamente è bene stare alla larga da cespugli e arbusti dove si sente il tipico ronzio di insetti.

Foto di Capri23autoVictor Grabarczyk 

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