Che cos’è il divertimento di Tipo 2 e perché dovresti scoprirlo

Quando si tratta di attività all'aria aperta, ci sono 3 tipi di divertimento: il Tipo 1, il Tipo 2 e il tipo 3. Ma è il secondo che ti lascia lezioni e ricordi per tutta la vita.

Che cos'è il divertimento di Tipo 2 e perché dovresti scoprirlo

L’ho già detto che mi piacere perdermi, ma non sempre è così piacevole come poi lo racconto. E ho scoperto che questo è un tipico caso di Divertimento di Tipo 2. Come quella volta nell’estate della pandemia in cui avevo deciso di fare un giro in gravel nei boschi del Mugello che era tutto nella mia testa. Nel senso che avevo guardato la mappa, unito dei puntini ed ero partito confidando nel fatto che più o meno erano luoghi che avrei dovuto conoscere. In effetti non avevo tenuto conto né del chilometraggio complessivo, né del dislivello, né del fatto che avrei passato lunghe ore in aree remote e disabitate, senza segnale cellulare e senza trovare uno straccio di una fonte d’acqua. Quando a sera, già all’imbrunire, sono sbucato finalmente su una strada civilizzata ero totalmente “dilapidato” e mi ci è voluta 1 ora buona seduto catatonico al tavolino di un bar, mangiando voracemente e bevendo 3 lattine di Fanta mischiate a 1 litro e mezzo d’acqua prima di riuscire a rimettermi in sesto, rimontare in sella e dirigermi verso casa per una delle più agognate docce che ricordi.

Che cos’è il divertimento di Tipo 2

Ecco, questo è il Divertimento di Tipo 2, un’esperienza di tipo miserabile mentre la stai facendo, di quelle che ti maledici da solo per essertici infilato, di quelle che vorresti una via d’uscita ma l’unica via d’uscita sei tu, e che però in retrospettiva diventa divertente. Cioè la racconti anche ridendo perché è qualcosa di memorabile.

La scala del divertimento

Devo ammettere che ho scoperto solo di recente l’esistenza della scala del divertimento, e benché non abbia ancora capito se tutto questo è preventivabile, organizzabile o in qualche modo prevedibile, lo trovo un buon modo per mettere ordine tra le esperienze che faccio (e anche le cazzate che faccio).

Divertimento di Tipo 1

Il Divertimento di Tipo 1 è abbastanza semplice da capire: è quel genere di attività che sono divertenti in sé, sia mentre le fai che a posteriori. È la corsetta della sera post lavoro, è il giro in bicicletta del weekend con gli amici con sosta birretta, è la giornata sugli sci in inverno o anche qualcosa di più adrenalinico volendo. Perché in fondo la scala è molto soggettiva e i confini molto labili.

L’unico neo del Divertimento di Tipo 1 è che non è memorabile. Di quante corsette serali, giri in bici nel weekend e giornate sugli sci avete memoria nitida? E quanti diventano i protagonisti di un racconto agli amici? Se non nessuno, quasi.

Divertimento di Tipo 2

Ecco, il divertimento di tipo 2 è quel genere di attività che diventano memorabili senza l’aspetto drammatico. Perché quando la differenza tra raccontarlo e non raccontarlo dipende solo da una botta di fortuna non sei già più nel Divertimento di Tipo 2. Ma in ogni caso le cazzate in qualche modo sotto controllo, quelle giornate in cui si inizia con le buone intenzioni e poi le cose si lasciano prendere la mano, in cui il meteo ci trova impreparati e torniamo a casa con l’umido nelle ossa, o ci tocca mollare la bici e tuffarci in un fiume per riprendersi dalla calura, ecco queste sono le esperienze di tipo 2. Quelle che costruiscono sostanzialmente i nostri ricordi.

divertimento di tipo 2

Per dire: quella volta che sono andato sul ghiacciaio dell’Ötztal in Alta Val Senales per andare a vedere il punto di ritrovamento di Ötzi, la mummia dal ghiaccio, era luglio e doveva essere una “semplice gita” ma ci ritrovammo in una specie di bufera di neve, a – 6°C e tra una cosa e l’altra ci mettemmo più di 8 ore per tornare a valle; o anche quella volta che ho avuto l’idea di fare la mia prima Spartan Race con l’incoscienza dei vent’anni ma ne avevo già anta e sono arrivato a saltare il fuoco al traguardo abbastanza sui gomiti.

Che cos'è il divertimento di Tipo 2 e perché dovresti scoprirlo

O ancora quando ho accettato di fare lo swimrun ma non avevo calcolato che le acque del lago di Mergozzo nel mezzo sono nere che più nere non si può e mi sono impanicato duro al punto da piantarmi verticale e cominciare a sbraitare alla nostra guida che io volevo tornare rapidamente alla riva più vicina, e volevo farlo nuotando a dorso.

Divertimento di Tipo 3

Oltre ciò c’è il Divertimento di Tipo 3, che non è affatto divertente. Neppure in retrospettiva, neppure con una birra in mano davanti al camino. È quel genere di avventure di cui ti penti anche a posteriori e che speri sinceramente che qualcuno ti impedisca in qualche modo di rifare. Come detto, la scala del divertimento è molto soggettiva e i confini labili, e se per qualcuno ritrovarsi a bivaccare nella neve è tutto sommato nella normalità, per altri potrebbe essere qualcosa di molto vicino al Giudizio Universale. Devo ammettere che con la maturità il Divertimento di Tipo 3 ho imparato a schivarlo in anticipo. Per esempio per me il parapendio: la volta in cui ci sono andato più vicino è quella in cui son rimasto a guardare gli altri che si imbragavano e poi, in un rigurgito di auto consapevolezza, me la sono data a gambe e son sceso dalla montagna di corsa.

Perché dovresti provare il Divertimento di Tipo 2

Ora, detto che tutti abbiamo esperienza del Tipo 1, e alcuni anche del Tipo 3, perché dovremmo provare (anche più spesso) il Tipo 2? Perché il disagio, le cose difficili, quelle che richiedono adattamento ed evoluzione o, per dirla con il termine oggi in voga la resilienza, sono una buona cosa.

In fondo se siamo scesi dagli alberi e usciti dalle caverne per andare sulla Luna è perché l’adattamento e la resilienza sono in fondo al nostro animo. E quando ci troviamo davanti ai nostri limiti e alle nostre paure (grandi o piccole che siano) usciamo dalla zona di comfort ed entriamo nella zona di crescita. Cioè scatta il meccanismo di conoscenza di noi stessi, è come mettersi davanti a uno specchio e fare i conti con noi stessi senza sconti né scusanti. E queste sono (piccole o grandi) lezioni che ci servono anche quando siamo in famiglia, con la giacca e la cravatta al lavoro o davanti alle grandi decisioni della vita.
Photo by Carlos Magno on Unsplash

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©RIPRODUZIONE RISERVATA

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