Quante volte ci siamo trovati a procrastinare, a rimandare un compito importante o a sentirci in colpa per non aver fatto abbastanza durante la giornata? Una domenica passata sul divano, uno studente che, nonostante le sue capacità, galleggia senza guizzi nei voti, un lavoratore che arriva sempre lungo con le consegne. Questi sono esempi comuni che spesso attribuiamo alla pigrizia. Tuttavia, la pigrizia non esiste davvero, almeno non nel modo in cui siamo abituati a pensarla.
La pigrizia non esiste (ed ecco come superarla)
Invece, ci sono barriere invisibili che ci impediscono di essere produttivi. Come hanno scoperto le ricerche di Devon Price sulla pigrizia, che ci hanno permesso di stabilire una definizione scientifica del fenomeno e offre consigli pratici per superare questi ostacoli.
Le ricerche di Devon Price sulla pigrizia
Devon Price, un professore di psicologia sociale, ha osservato studenti di tutte le età procrastinare, saltare le lezioni, non consegnare compiti e fallire nei loro obiettivi accademici. La sua conclusione è sorprendente: la pigrizia non è mai stata la causa di questi comportamenti. Secondo Price, il comportamento umano è fortemente influenzato dai fattori situazionali e contestuali piuttosto che dalle caratteristiche personali come la personalità o l’intelligenza. Questo porta Price a chiedersi quali siano le barriere situazionali che impediscono alle persone di raggiungere i loro obiettivi.
Un’influenza sorprendente che ha aiutato Price a capire il danno dell’associare strettamente il nostro valore alla produttività è stato il suo cincillà domestico, Dumptruck. Price osserva come Dumptruck, pur non essendo mai produttivo in vita sua, non debba giustificare la sua esistenza. Questo lo ha portato a riflettere sul fatto che anche gli esseri umani non dovrebbero dover giustificare la loro esistenza attraverso la produttività. Secondo Price, la pigrizia è spesso un segnale che il nostro corpo e la nostra mente ci inviano per indicarci che qualcosa non sta funzionando.
Definizione scientifica della pigrizia
La pigrizia è spesso vista come una mancanza di volontà o di impegno, ma la ricerca suggerisce che è più corretto considerarla come un sintomo di altri problemi sottostanti. La pigrizia può essere interpretata come una risposta alle condizioni ambientali, psicologiche o sociali che ostacolano la produttività.
Questi possono includere:
Perfezionismo e ansia: la paura di non riuscire a fare qualcosa perfettamente può paralizzare e impedire l’azione.
Problemi di salute mentale: condizioni come depressione, ansia o ADHD possono ridurre l’energia e la capacità di concentrarsi.
Sovraccarico: troppi impegni o aspettative possono portare a un senso di sopraffazione e conseguente inattività.
Fattori sociali: marginalizzazione, discriminazione e mancanza di supporto possono creare barriere significative alla produttività.
Come superare la pigrizia?
1. Riconoscere i segnali del corpo
Il primo passo per superare la pigrizia è ascoltare il proprio corpo. La stanchezza, l’irritabilità e la mancanza di motivazione sono segnali
che qualcosa non va. Invece di ignorarli, è importante riconoscerli e prendere le misure necessarie per prendersi cura di sé stessi.
2. Definire i propri valori
Price suggerisce un esercizio di chiarificazione dei valori, in cui si identificano i valori più importanti per sé stessi. Questo può aiutare a capire cosa è veramente importante e ad allineare le proprie azioni con i propri valori. Ad esempio, se si dà valore alla famiglia e alla connessione, potrebbe essere utile ridurre il tempo ele aspettative dedicate alla carriera per passare più tempo con i propri cari.
3. Accettare i propri limiti
È fondamentale riconoscere che non possiamo fare tutto. Accettare i propri limiti e imparare a dire no può aiutare a evitare il burnout. Ciò include anche l’accettazione del fatto che è normale avere bisogno di riposo e che prendersi del tempo per sé stessi non è un fallimento.
4. Creare un ambiente di supporto
Un ambiente di lavoro o di studio che supporti le proprie esigenze può fare una grande differenza. Questo può includere la ricerca di supporto psicologico, la creazione di spazi di lavoro ergonomici e la costruzione di una rete di supporto sociale.
5. Dare priorità al riposo
Price enfatizza l’importanza del riposo e del tempo libero come parte integrante della vita. Non è necessario essere sempre produttivi per avere valore. Prendere pause regolari, fare attività rilassanti e dormire a sufficienza sono cruciali per mantenere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata.
6. Ridurre il giudizio su sé stessi e sugli altri
Uno degli aspetti più difficili è ridurre il giudizio verso sé stessi e gli altri. La comprensione e la compassione possono aiutare a vedere la pigrizia sotto una luce diversa, come un segnale di necessità piuttosto che un difetto di carattere.
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Conclusione
La pigrizia, così come la intendiamo tradizionalmente, non esiste. È piuttosto un sintomo di barriere invisibili che impediscono la nostra produttività e benessere. Riconoscere queste barriere, ascoltare i segnali del nostro corpo e adottare un approccio più compassionevole verso sé stessi può aiutarci a superare la cosiddetta pigrizia.
In definitiva, dobbiamo ricordare che il nostro valore non è determinato dalla nostra produttività, ma dal semplice fatto di esistere.
Photo by Adrian Swancar / Leiada Krozjhen / Chase Yi / Roberto Nickson
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