La fatica aiuta pensare

Una riflessione sull'importanza della fatica fisica per migliorare noi stessi

La fatica aiuta pensare

Quando mi chiedono che gusto ci trovi ad andare in bicicletta da solo per 100 km, o anche a correre o a camminare in montagna da solo, rispondo sempre che la fatica aiuta pensare. Io ormai la chiamo “l’ora di c***i miei”, anche se spesso è più di un’ora, ma il succo è quello: non mi interessano le prestazioni, non sono ossessionato dai Watt, dalla cadenza, dal dislivello o da qualsiasi altro parametro che posso visualizzare sul mio sportwatch e che rappresenta la performance.
Quando vado in bicicletta, corro o cammino la mia attenzione spazia sul paesaggio circostante in attesa di quel momento magico in cui i pensieri cominciano a fluire lucidi, creativi e copiosi. Ed è in quel momento che inizia esattamente uno dei grandi privilegi così rari nella (mia) vita di oggi: avere tempo per pensare.

La (mia) spiegazione sul perché la fatica aiuta pensare

Ammetto le mie debolezze: quando sono “fermo” non riesco più a pensare. Non dico a concentrarmi, quello mi riesce ancora per esempio quando lavoro o leggo. Ma a pensare in maniera articolata non ci riesco più. C’è chi mi racconta che riesce a farlo viaggiando in treno o guidando l’auto, sedendosi sotto un albero o prendendo il sole in spiaggia. Io invece mi distraggo continuamente e soprattutto anche i pochi abbozzi di pensieri, analitico o creativo, poi mi sfuggono letteralmente dalle mani e non mi restano in testa. Diverso è quando pedalo, corro o cammino per un periodo abbastanza lungo di tempo: succede che dopo un po’, quando ho spezzato il fiato e il mio corpo viaggia quasi in autonomia, la mente si “stacca” e comincia a elaborare. Solitamente non ho un argomento preordinato sul quale indirizzare le mie riflessioni, e anzi mi piace che tutto nasca spontaneamente. A volte faccio pensieri sul mio lavoro, altre sulla mia famiglia, altre ancora su aspetti pratici della mia vita, altre ancora su ciò che accade nel mondo. Ma il bello è che riesco a pensare in maniera articolata, continuata, concatenata per lunghi periodi di tempo.

L’esercizio fisico migliora la memoria e il pensiero

Ormai è un fatto scientificamente assodato che l’esercizio fisico migliora la memoria e il pensiero.
Per esempio una delle ultime ricerche sull’argomento, citata da Harvard Health Publishing, dimostra come “l’esercizio fisico potenzia la memoria e le capacità di pensiero sia direttamente che indirettamente. Agisce direttamente sul corpo stimolando cambiamenti fisiologici come la riduzione della resistenza all’insulina e dell’infiammazione, oltre a incoraggiare la produzione di fattori di crescita, sostanze chimiche che influenzano la crescita di nuovi vasi sanguigni nel cervello e persino l’abbondanza, la sopravvivenza e la salute generale delle nuove cellule cerebrali.”

La fatica aiuta pensare

Ho sempre pensato che questi fossero effetti a lungo termine, cioè che una vita sana e attiva potesse contrastare il decadimento cognitivo ed essere uno dei fattori che mantengono la neuroplasticità del cervello anche in età avanzata se non anziana. Ma forse non è solo questo, e ci sono dei benefici anche più immediati.

Per esempio la ricerca Effects of short-term aerobic exercise on creativity pubblicata su ScienceDirect ha dimostrato come “la creatività divergente e la creatività convergente sono due aspetti diversi della creatività, e l’esercizio aerobico a breve termine ha un impatto globale sulla creatività, cioè può influenzare non solo la creatività divergente ma anche quella convergente.”

Il pensiero convergente è quello logico-analitico, che segue step e procedure ben precise, mentre quello divergente è creativo e multidirezionale, e ci permette di guardare le cose da nuovi punti di vista e trovare nuove soluzioni. Detto che la nostra mente avrebbe bisogno di entrambi, francamente non ho mai riflettuto se correndo 1 ora il mio pensiero è creativo convergente o divergente, e se pedalando 4 ore è il contrario. Ma sicuramente è vero che l’attività aerobica, cioè la fatica anche se non estrema, stimolano il mio pensiero.

 

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