Alcune idee per inventarsi un percorso gravel

Alcune idee per inventarsi un percorso gravel

A me della bici da ghiaia piace l’idea di inventarsi un percorso gravel. Che poi sarebbe l’essenza vera di questa bici che è avventura, esplorazione, natura e passione. Sì lo so che ormai non esiste giro in bici senza una traccia GPX, ma non è quello che fa per me. L’ho già detto: le App di navigazione ci stanno riportando all’effetto Lonely Planet, tutti intruppati sullo stesso percorso, con gli occhi fissi più sul computerino sul manubrio che al mondo che ci circonda. Per carità, se voglio fare un itinerario preciso la traccia la scarico anche io, o magari più semplicemente seguo le indicazioni, che non mancano quasi mai. Ma amo dire che sono un teorico del perdersi, e soprattutto la maggior parte delle volte giro partendo da casa. E allora per variare i giri che faccio anche quando non posso andare via da casa, più che seguire tracce preferisco prendere ispirazione ma soprattutto cerco di inventarmi percorsi gravel.

Idee per inventarsi un percorso gravel

Farsi venire idee per inverntarsi un percorso gravel non è difficile e anzi è un bellissimo esercizio di immaginazione. Per questo mi piace tantissimo quando nei gruppi social che frequento a tema gravel & MTB le persone condividono gli screenshot dei loro giri. Poi in molti chiedono la traccia, io invece mi guardo il percorso, poi apro Maps (no, non Kommot o simili, proprio Maps) e comincio a immaginarmi che giro posso fare. Lo so benissimo che su Maps non ci sono i sentieri, né l’indicazione del loro eventuale livello di difficoltà o il dislivello. Ma è proprio questo che mi piace: non avere ben chiaro che cosa esattamente mi aspetta, troverò, dovrò fare. A volte va bene, altre meno, alcune addirittura proprio male (nel senso che tocca scendere di sella e spingere o portare la bici, o addirittura girarla e tornare indietro) ma è già tutto così tanto determinato nella nostra vita che considero questo un piccolo spazio di anarchica libertà e indeterminatezza.

Alcune idee per inventarsi un percorso gravel

Io esattamente non so come fanno a inventarsi i percorsi gravel quelli che li studiano e disegnano per lavoro, tipo per proporre un itinerario turistico. Però so quello che faccio io, e lo condivido.

Lungo i fiumi

I fiumi hanno modellato il territorio non solo dal punto di vista geomorfologico ma anche da quello storico e sociale. Ogni fiume ha sicuramente una storia da raccontare ed è per questo che per me sono una grande fonte di ispirazione. Poi sì, certo, gli argini sono la quintessenza del gravel, e infatti lungo gli sterrati a pelo d’acqua è pieno di tracce GPX di percorsi gravel.

Ma non è tanto il seguire un fiume, in un senso o nell’altro, è anche unire due o più fiumi che con il loro scorrere hanno determinato un territorio. E da questo punto di vista l’Italia è un Paese privilegiato, perché grazie alle Alpi e agli Appennini abbiamo qualcosa come 1200 fiumi. Se poi ci si mettono anche i piccoli corsi d’acqua localinon c’è che da sbizzarrirsi.

Attraverso i parchi

No, non solo i grandi parchi nazionali, che sono fantastici e ricchi di opportunità per chi ha voglia di pedalare gravel. Anche i più piccoli e meno noti parchi regionali, o sovracomunali o locali sono una grande fonte di ispirazione per inventarsi un percorso gravel. Soprattutto nelle zone più urbanizzate e densamente popolate sembra impossibile pedalare per qualche km senza finire su una strada asfaltata, in una rotonda o fermi a un semaforo.

E invece davvero basta aprire Maps e guardare con attenzione le aree verdi per scoprire che ci sono un sacco di parchi locali in cui pedalare. Perché dove c’è un parco c’è un sentiero, e basta avere la fantasia di concatenarne un po’ per tirar fuori delle giornate divertenti in sella alla propria gravel. Anche senza andare chissà dove.

Aree agricole

Dove c’è campagna e terreni agricoli ci sono strade poderali o sentieri agricoli al servizio di chi lavora la terra. E questo è molto gravel. Poi bisogna aver coscienza che spesso poderali e sentieri di campagna potrebbero essere “privati”, cioè rientrare di diritto nella proprietà dei terreni agricoli benché non recintati o sbarrati. La casistica è varia e variopinta e la legge anche un po’ ambigua: di fatto poderali e interpoderali sono strade private, finalizzate ad accedere ai fondi per motivi agricoli, e nella misura in cui la loro manutenzione è a carico dei proprietari terrieri; tuttavia in punta di legge ai pedoni è sempre garantito il diritto di passo in virtù del principio di continuità della percorribilità del territorio; questo diritto non è esplicitato per quanto riguarda le biciclette, che in effetti a norma di legge e codice della strada sono dei veicoli; lo stesso varrebbe per le strade forestali che servono per lo sfruttamento e la cura dei boschi privati, ma non per le strade tagliafuoco o comunque per le strade boschive pubbliche, normalmente comunali o provinciali.

Alcune idee per inventarsi un percorso gravel

Quindi che fare? In primis aver coscienza che si è in una proprietà privata benché non recintata; essere educati; non lasciare tracce (e questo vale sempre e comunque); e se si incontrano rogne scusarsi e andarsene senza fare polemiche.

Unire percorsi

Ormai è tutto un fiorire di percorsi gravel. Vuoi quelli che diventano viralmente popolari sulle App più utilizzate, come Komoot, vuoi quelli che enti di promozione, amministrazioni e associazioni disegnano nei loro territori. Il rischio è sempre quello di ritrovarsi in una specie di autostrada gravel e perdersi le uscite migliori. E allora uno spazio di libertà e avventura può essere quello di trovare dei collegamenti che uniscano due o più percorsi, in modo lineare o ad anello.

Valle, passi e valichi

Le valli sono affascinanti, e spesso sono il parco giochi perfetto per gli appassionati di gravel. E così i passi che le collegano, o valichi. E poi dove c’è una valle c’è anche un fiume, che come detto è sempre un bel fil rouge da seguire se si vuole trovare un po’ di avventura gravel. Ma anziché guardarle solo nel senso della loro lunghezza può diventare molto divertente unire tra loro valli attigue o contigue attraverso i passi o valichi che consentono di passare dall’una all’altra e disegnare interessanti percorsi ad anello.

POI

POI, che non sta per dopo ma per point of interest. Ogni territorio ne ha, anche quelli che sembrano non avere nulla di interessante. E forse scoprire qualcosa di storicamente, socialmente, culturalmente interessante è forse il modo più curioso di disegnare un percorso gravel. Magari poi si finisce a fare poco sterrato, poche strade bianche, poca ghiaia ma anche l’archeologia industriale, i percorsi urbani o periurbani, gli edifici religiosi, i borghi abbandonati e qualunque altra cosa venga in mente possono rappresentare una idea per inventarsi un percorso gravel.

Photo by Rille Camera StrapCoen van de Broek선인장

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