Il monopattino elettrico è il mezzo del futuro

Il monopattino elettrico è il mezzo del futuro

A un certo punto mi è stato chiaro: il monopattino elettrico è il mezzo del futuro. Sì ok, ora come ora ci sono dei problemi, dalla guida selvaggia agli incidenti alla regolamentazione un po’ approssimativa. Ma la gente imparerà a guidarlo, capirà che anche sul monopattino elettrico bisogna rispettare il codice della strada (cosa che si dovrebbe fare anche a piedi e in bici, oltre che alla guida di un’auto), supererà la diffidenza iniziale e si renderà conto che il monopattino elettrico è esattamente il mezzo di trasporto che rappresenta l’anello mancante tra l’andare a piedi o prendere i mezzi o l’auto. Molto più della bicicletta, e questo mi costa dirlo. Io un monopattino elettrico ce l’ho, e ce l’ho da prima che fosse possibile usarlo in strada. Già, perché fino alla rivoluzione della mobilità dolce che stiamo vivendo come conseguenza del Coronavirus e delle misure di contenimento del contagio, il monopattino elettrico non era altro che un giocattolo il cui uso era vietato sulle strade. E così l’ho usato per un paio d’anni, considerandolo niente più che uno sfizio per divertirsi in aree private. Poi sono arrivate le nuove norme sul suo utilizzo per strada e allora così, più per curiosità che per esigenza, ho cominciato a utilizzarlo. La prima volta è stato quando sono andato a fare la revisione dell’auto: di solito tornavo di corsa, 5 km di prima mattina che incuriosiscono sempre il mio meccanico di fiducia. Quest’anno, finito il lockdown, mi sono presentato con il monopattino elettrico nel baule e l’ho un po’ spiazzato. Poi l’ho usato per sbrigare quelle commissioni dell’ultimo momento che fai in paese, un salto in farmacia, uno in posta, cose del genere. Roba per la quale il 99% delle persone usa la macchina, per la quale io avrei utilizzato la bicicletta, e che ho cominciato a fare sfoderando il monopattino elettrico. Poi mi è toccato andare a Milano per lavoro: normalmente avrei usato il treno e poi metro, tram, autobus o a piedi. Ma ammetto che l’idea di ritrovarmi su un mezzo pubblico in tempi di COVID-19 mi ha frenato, e allora ho caricato il monopattino elettrico nel baule e l‘ho usato per “l’ultimo miglio”, in analogia con la fibra ottica. Ed è qui che mi è stato tutto chiaro: il monopattino elettrico è il mezzo del futuro per questi 6 motivi.

1. Occupa meno spazio

Avrei potuto mettere la bici in macchina, ho un baule abbastanza grande da farcela stare e sono abituato a togliere e mettere le ruote alla bicicletta. Ma vuoi mettere il monopattino elettrico? Piegato il manubrio, infilato nel baule e via: tempo 10 secondi, non di più.

2. Non sudi

Sì, erano questi primi giorni di settembre con un caldo ancora estivo e non ho sudato. Anzi, l’arietta mi ha pure rinfrescato un po’. A piedi avrei sudato, lo so, mi conosco, ma anche in bici. E se sudare in bici mi piace quando vado a fare i miei giri, farlo per andare a un appuntamento di lavoro mi piace meno. Ecco, con il monopattino elettrico non ho sudato. Certo, non ho la prova dell’inverno, nel senso che sfrecciare in monopattino con 1°C potrebbe non essere il massimo del confort, e figuriamoci sotto la pioggia di novembre, ma intanto un punto a favore del monopattino è che non ho sudato.

3. Occupa poco spazio

No, non è una ripetizione. Occupa poco spazio nel senso che ne occupa meno di una bicicletta anche in casa o in cantina. Per ricaricarlo lo infilo sotto il letto e neanche lo vedo, la bici la tengo nel mio studio dove lavoro e di spazio comunque ne occupa. In ascensore lo infili molto più comodamente di una bici (e in certi ascensori è pure vietato metterci le biciclette), sui mezzi pubblici ingombra quanto un carrellino della spesa e non paga il biglietto extra (provate a salire con una bicicletta nella metro Duomo all’ora di punta, e poi riprovate con un monopattino ripiegato, e sarà tutto molto più chiaro), in ufficio lo infilo sotto la scrivania e ci appoggio i piedi.

4. Problemi di parcheggio 0

Con la bici ho sempre la paranoia di dove parcheggiarla: le rastrelliere sono sicure come la cassaforte dei cioccolatini di un bambino, dei lucchetti mi fido relativamente poco, addossate ai muri men che meno che poi esce il custode e te la inonda con il secchio del mocio Vileda. Insomma, o hai un vero ricovero privato e sicuro per la bici oppure ansia. Con il monopattino, problemi di parcheggio 0.

5. È veloce come una bici elettrica

Sì, lo so che la velocità è limitata a 25 km, come per le e-bike, e che in bicicletta probabilmente vado più veloce. Ma: in bicicletta (tradizionale, o muscolare come tocca specificare ora) vado più veloce se sono a fare un bel giro su begli stradoni veloci, mica se mi tocca districarmi nel traffico urbano, tra un semaforo e un parcheggio in doppia fila. Anche con le e-bike potenzialmente potrei andare più veloce di 25 km/h, ma nel traffico vale il discorso di prima e fuori dal traffico dopo i 25 km/h servono le gambe, che devono spingere una bici più pesante di una tradizionale. Quindi in città, o comunque nei centri abitati, il monopattino è veloce come una bici elettrica, forse più di una tradizionale, sicuramente più veloce che andare a piedi e, fino a certe distanze, forse anche più della combo mezzo pubblico + tratto a piedi.

6. Potrebbe essere anche molto sicuro

No, non è una provocazione e sì, uso il condizionale in forma dubitativa. Ma: mettiamo il caso di infilare le ruote nelle rotaie del tram, dover scartare di colpo perché qualcuno ci taglia la strada, dover frenare di colpo nella stessa situazione. È più sicuro essere in sella a una bici, per scendere dalla squale occorre sbilanciarsi e far passare una gamba sopra la sella (nel caso di bici da uomo con tubo orizzontale) o tra la sella e il tubo obliquo (nel caso di city bike da donna) oppure su piccolo ripiano a 10 cm di altezza da cui salti giù al volo e al massimo molli il monopattino al suo destino? Forse forse il monopattino potrebbe anche essere molto sicuro, più di quanto si pensa.

Foto di Janik Lipke da Pixabay

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