MTB in discesa: come guidarla

Guidare una MTB in discesa significa padroneggiare la giusta tecnica prima, durante e dopo il dislivello, e fare opportune regolazioni della bicicletta

MTB in discesa: come guidarla

Quando si tratta di mountain bike c’è chi ama la fatica della salita e chi l’adrenalina della discesa. Ma nell’uno come nell’altro caso guidare bene la MTB in discesa è la quintessenza del divertimento con le ruote grasse. Una situazione, quella delle discese in sella alla mountain bike, che spaventa tanto i biker esperti che quelli alle prime armi e che, tanto per la sicurezza quanto per il divertimento, richiede di padroneggiare la tecnica giusta.

MTB in discesa: come guidarla

C’è poco da fare: su pendenze che possono essere anche notevoli, e su terreni che inevitabilmente sono tecnici, con presenza di sassi, radici, buche e curve, avere una buona tecnica di guida della mountain bike in discesa è indispensabile per evitare cadute, ribaltamenti e problemi conseguenti. Vediamo quindi come guidare la MTB in discesa, e cosa eventualmente possiamo fare dal punto di vista dell’assetto della nostra bici per migliorare, o aumentare, il feeling in sella quando davanti a noi si spalancano metri e metri di dislivello. A meno che non si tratti di una gara o un percorso di downhill, sono 3 i momenti in cui si può dividere la gestione di una discesa in mountain bike: il prima, il durante o discesa vera e propria, e il dopo.

MTB in discesa: come guidarla

 

Prima della discesa in mountain bike

È la fase di preparazione, in cui i nostri occhi vedono l’inizio della discesa (e spesso però non ne vedono lo sviluppo né la pendenza e le caratteristiche) e in cui bisogna prepararsi ad affrontarla. La prima cosa da fare è adeguare la velocità, per evitare pericolosi salti o drop che potrebbero mandarci letteralmente fuori traiettorie e farci cadere. In questa fase la posizione in bici rimane quella standard, seduti sul sellino, con il giusto controllo del baricentro e del carro anteriore della bici, che determina la sua guidabilità e il suo controllo. È solo infatti quando inizia davvero la discesa che si può o deve ricorrere al fuorisella.

Il fuorisella, la tecnica base per guidare la MTB in discesa

La tecnica base per guidare la MTB in discesa è il fuorisella. Cosa significa fuorisella? Significa staccare il bacino dal sellino (e abbassare il sellino al minimo dell’escursione) e spostare il baricentro verso la ruota posteriore. Il motivo è abbastanza intuitivo: bisogna contrastare le spinte a valle, che potrebbero provocare il ribaltamento in avanti, e aumentare l’aderenza e il peso sulla ruota posteriore. Il tutto in maniera progressiva e senza alleggerire troppo l’avantreno, perdendo guidabilità.
Mettendosi in piedi sui pedali e arretrando il bacino le gambe dovranno essere flesse e non rigide, le braccia si distenderanno senza irrigidirsi né essere completamente tese, e con il giusto appoggio dell’avampiede sui pedali avremo i talloni che premono verso il basso. E anche questo contribuisce all’aderenza della bici al terreno.
In ogni caso, fuorisella o meno, lo sguardo è sempre rivolto avanti, non fisso a 1 metro dalla ruota ma attento ad anticipare eventuali ostacoli e a prevedere e immaginare la linea migliore da impostare.

 

Durante la discesa vera e propria in MTB

Il fuorisella inizia non appena la ruota anteriore si abbassa nella fase di pendenza, e aumenta all’aumentare della pendenza. Cioè su dislivelli davvero notevoli, oltre il 50% e magari fino al 70% per quelli davvero bravi, il bacino non solo arretra ma anche si abbassa fino a sfiorare la ruota posteriore. Più è indietro e più è basso e maggiore saranno l’aderenza e il controllo del mezzo. La naturale conseguenza di questo arretramento in fuorisella è però l’irrigidimento di gambe, braccia e busto, e questo purtroppo è un errore abbastanza comune dato dalla paura. A parole bisogna tenere gambe, braccia e busto morbidi e rilassati, per coprire le variazioni e asperità del terreno e facilitare il controllo del mezzo; nella realtà bisogna provare, provare e riprovare, finché non si acquisisce una giusta e naturale fiducia nel poter gestire questa fase delicata in modo fluido.

 

Dopo la discesa

Quando finisce il dislivello e si esce dalla discesa occorre riposizionarsi correttamente sul sellino e riguadagnare la giusta distribuzione del peso tra ruota anteriore e ruota posteriore. Il rischio potenziale è infatti quello di “impennare” la bici con il rischio di ribaltarsi all’indietro, e nella realtà di una pedalata questo riposizionamento avviene in modo abbastanza automatico e istintivo, soprattutto se dopo la discesa dovesse esserci un tratto di leggera salita in cui occorre toranere a pedalare.

Velocità e uso dei freni in discesa con la mountain bike

Detto della posizione in sella nelle 3 fasi di una discesa, rimangono i dubbi su velocità e uso dei freni. Banalmente la velocità dovrebbe essere moderata, sicuramente nella fase di avvicinamento alla discesa e a meno di non essere già dei rider “con il manico”. Ma anche per un rider poco esperto rimane valido il consiglio, in caso di pietre o radici, di lasciar scorrere la bici ed evitare frenate eccessive: le MTB sono fatte proprio per superare quegli ostacoli, e frenare eccessivamente provocherebbe proprio quello che non si vuole, cioè il ribaltamento.
Rimane il fatto che in discesa su una MTB i freni vanno usati, e contrariamente a quello che si può pensare i freni vanno usati entrambi. La regola base è quella di non bloccare le ruote, il che comporterebbe vanificare la forza di frenatura e perdere il controllo del mezzo. Un buon balance consigliato di solito è quello di suddividere la frenata all’80% sulla ruota posteriore e al 20% su quella anteriore. Il che significa imparare a “sentire” la bici in base al proprio stile di guida. Un buon consiglio, soprattutto con i sistemi di frenata delle MTB attuali, è quello di usare un solo dito – solitamente l’indice o il medio – per frenare: sembrerà controintuitivo, ma basta e avanza per imprimere la giusta forze, consente maggiore sensibilità nell’azionare la leva freno, e consente anche di tenere le altre dita sulla manopola del manubrio, mantenendo elevati controllo e sicurezza. E per essere sicuri di applicare davvero la forza giusta e necessaria, un buon consiglio è quello di massimizzare il momento della forza applicato alla leva freno, cioè tirarla per la sua estremità più esterna, anche spostando la leva freno dentro o fuori rispetto al manubrio.

Detto delle tecniche base per affrontare una discesa in MTB, poi ogni rider è diverso e ogni bici è diversa, e ci sono alcune regolazioni che si possono fare per trovare il giusto feeling tra i due (prima eventualmente di cambiare bici).

Alzare l’attacco manubrio o il rise del manubrio

Ripensiamo al fuorisella e al consiglio di rimanere sciolti e fluidi con le braccia e il bacino: per evitare un eccessivo irrigidimento delle braccia e un eccessivo schiacciamento del busto in avanti, un buon aggiustamento che si può fare è quello di alzare l’attacco l’attacco manubrio o il rise manubrio, cioè l’altezza dell’appoggio delle mani rispetto allo stesso attacco. Sembra poco e invece può fare molto.

Aumentare l’escursione della forcella

Intuitivamente una forcella con maggiore escursione significa maggior controllo della bici, ma una buona regola è quella di non andare mai oltre i 20mm di differenza rispetto all’escursione della sospensione posteriore. Però attenzione: aumentare l’escursione della forcella può alterare anche un po’ le geometrie della bici, in particolare alzando il movimento centrale da terra, cioè il baricentro, il che altera un po’ il controllo della bici e anche la sua pedalabilità in salita. Insomma, è un equilibrio sottile da toccare con molta parsimonia.
Lo stesso avviene riducendo l’angolo di sterzo, che è una modifica più complicata da fare ma è sicuramente un trend forte del mondo delle MTB da discesa.

Aumentare la progressività della forcella

Ancor più, e ancor prima, di aumentare l’escursione della forcella bisogna aumentare la progressività della forcella, cioè verificare che il Sag sia impostato correttamente. Cosa significa? Significa che la forcella si comprime progressivamente, evitando di arrivare subito al fondo corsa dove non avrebbe più capacità di assorbire altri impatti e dove anche la geometria della bici cambia in modo sostanziale, influenzando la dinamica di guida. Praticamente tutte le forcelle di buon livello, quindi per MTB che affrontano anche percorsi impegnativi, consentono di regolare il Sag, aumentando o diminuendo il volume nella camera positiva.

Aumenta la sezione delle gomme

Quella di aumentare la sezione delle gomme è una soluzione controversa, che non trova tutti d’accordo e che ha i suoi pro e contro. Dipende molto dal fondo su cui si pedala e si affronta la discesa: su pietre e sassi ha un suo senso, su fondi compatti e veloci può rendere la MTB più scorbutica da guidare.
La sezione delle gomme, o meglio la sezione di pneumatico che aderisce al terreno, si può “allargare” anche diminuendo la pressione di gonfiaggio, e quindi aumentando il grip. Bisogna però sapere che sull’altro piatto della bilancia ci sarà un aumentato rischio di pizzicatura o foratura della gomma o magari anche di stallonamento, se coperture e cerchi non sono di qualità.

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