Case history: crociere e fitness in “bolla”

Case history: crociere e fitness in "bolla"

Non è certo il momento per parlare di vacanza ma in questo caso bisogna farlo: sport e fitness dobbiamo farli riemergere e qualsiasi soluzione minimamente funzionale a una ripresa cui teniamo tutti merita sottolineature. Anche se le sottolineature presentano, poi, qualche contro ma tanti e coraggiosi pro. Alcuni grandi gruppi di navi da crociera stanno predisponendo spazi, servizi e protocolli rigidissimi, per rilanciare immediatamente le loro attività in sicurezza. Per non scontentare alcuni e non parteggiare per altri, chiamiamo in causa una piattaforma neutra ma commercialmente innovativa: Incruises che ha come partner i più grandi player del mondo. In tutti gli all-inclusive-packs vengono proposte “bolle” di salute in movimento. Ora, osservando le strategie organizzative in atto sulle navi da crociera, potremmo attingere a qualche indicazione su come reagire strutturalmente e spazialmente nell’extra-mare, dove migliaia di centri fitness restano ancora ai blocchi di partenza.

Analizziamo la situazione come se la pandemia su questi luoghi-non-luoghi fosse assente (stante la meticolosa applicazione delle procedure potrebbe già essere così): tutti i protocolli sanitari messi in atto dai gruppi di navi da crociera nel pre-utilizzo servizi, nel durante e nel dopo, faranno sì che ogni area wellness in movimento su mare possa configurarsi come palestra blindata al principio di precauzione. Tal principio, imprescindibile nello svolgimento delle attività fitness-sportive alla data del 2021, garantirebbe da un lato il rispetto delle regole del gestore, dall’altro la sicurezza utente.

Facendoci altro coraggio, proviamo a formulare un ipotetico programma per quell’inarrestabile clientela fitnessista che vuol tornare all’azione, spinta dal desiderio di utilizzare non fra qualche mese, ma adesso, spazi sicuri. Su una nave si vivono esperienze diverse rispetto a qualsiasi altra: le crociere offrono occasioni di viaggio alla scoperta di luoghi visitabili con tutte le accortezze richieste (ma anche by-passando direttamente l’attracco se a rischio). Nella permanenza, intanto, si può fruire di ambienti confortevoli nei quali vi è disponibilità di spazi wellness potenzialmente sicuri, grazie al vantaggio “bolla”.
Quanto al fitness vero e proprio, le navi da crociera sono già dotate di palestre avanzate e di molteplici strutture dedicate alle attività fisiche.
La varietà è l’allenamento migliore in un contesto come quello vacanziero on-move. Nel fitness-crossing troveremo “digeribili” sessioni e sequenze, mescolando il ludico allo sportivo e orientandoci verso piacere e divertimento a scanso del six-pack, che per un po’ potrà andare in ferie. Su nave, bene predisporci a programmi misti e veloci, preservando un minimo di shape prima della ripartenza lenta nel ritorno in palestra. La “nostra” palestra.

Ma soprattutto, e per concludere, ci si potrà convincere al riacquisto futuro di quel pacchetto fitness in bolla per rinascere noi e quelle aziende che affrontano la crisi senza mollare un centimetro. La questione però è: dall’esempio delle navi sarà possibile vincere le paure istituzionali a riaprire le “nostre” palestre? Non si capisce perché se una palestra protocollata funziona bene in mare non possa tornare a funzionare ancor meglio su terraferma.

Photo by Maurício Mascaro from Pexels

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