Muta da triathlon per il nuoto in acque libere: la guida all’acquisto

Muta da triathlon, per il nuoto in acque libere

La muta da triathlon per il nuoto in acque libere, non ha niente a che vedere con quelle da snorkeling o immersioni. Questa è la prima cosa fondamentale da sapere quando ci si avvicina alla triplice. Soprattutto quando ci si avvicina alla fase di nuoto in acque libere del triathlon.
In effetti basta prendere in mano una muta da triathlon e una da immersioni per capire al volo le differenze: spessore del materiale, morbidezza dello stesso, dettagli tecnici. Sgombrato il campo dal primo equivoco che di solito attanaglia i neofiti del triathlon, poi però scegliere la muta per nuotare in acque libere non è per niente facile, e forse è solo con l’esperienza di numerosi allenamenti e gare che si arriva a capire cosa si vuole esattamente. Tuttavia su alcune caratteristiche si possono fare dei ragionamenti oggettivi e individuare delle caratteristiche imprescindibili.

Come scegliere la muta da triathlon, per il nuoto in acque libere

La prima caratteristica fondamentale per una muta da triathlon è che deve essere comoda. E per comoda si intende comoda quando si tratta di nuotare in acque libere, o addirittura nuotare in gara, con altri concorrenti intorno.

Aderenza della muta

Cosa significa quindi comoda? Che deve aderire al corpo ma non stringere, nemmeno alle estremità. A collo, polsi e caviglie deve impedire all’acqua di entrare ma senza dare la sensazione di soffocamento o di fermare il sangue. Comoda significa anche che non impedisce i movimenti, in particolare la massima ampiezza del movimento delle spalle e delle braccia per poter nuotare in scioltezza. E comoda significa anche che il neoprene aderisce bene al corpo senza pieghe eccessive, segno senza dubbio che il fit non è quello giusto.gara-di-triathlon

Lo spessore del neoprene

La seconda caratteristica da considerare è lo spessore del neoprene. Il neoprene è una gomma sintetica che esiste da quasi un secolo ed è il materiale di cui sono fatte tutte le mute. Il neoprene galleggia naturalmente, il che può apparire un vantaggio, considerando che più si galleggia e più si può nuotare velocemente con meno fatica. Tuttavia il neoprene galleggia tanto più è spesso, ma troppo spessore può impacciare i movimenti, rallentando quindi il ritmo e facendo fare più fatica.
Perché parliamo di spessore del neoprene per una muta da triathlon? Per due motivi: il primo è che ci sono mute più spesse, che vanno bene per gli allenamenti, per le nuotate in acque libere fuori stagione e che sono soprattutto durevoli nel tempo, e ci sono mute cosiddette avanzate che hanno neoprene più sottile e di qualità superiore fino a quelle top di gamma per gli Ironman in cui ogni goccia di energia è preziosa. Il secondo motivo è che le mute da triathlon, sia quelle base che quelle avanzate o top di gamma, hanno diversi spessori di neoprene: di solito più spesse su torace e cosce, fino a 4 o 5 millimetri, per favorire la galleggiabilità (e 5 mm è lo spessore massimo consentito in gara), con spessore intermedio di 2 o 3 millimetri sul resto delle gambe e con appena 1 o 2 millimetri sulle braccia per favorire appunto la bracciata. E quando si dice una muta sottile o spessa è appunto 1 millimetro o poco più di neoprene a fare la differenza.

Come devono essere le maniche

La terza caratteristica è la lunghezza delle maniche. Chiunque si avvicini al triathlon provenendo dal ciclismo o dalla corsa e ha poche se non pochissime esperienze di nuoto può pensare che le maniche lunghe siano un impedimento. Il che non è sbagliato in assoluto, se non fosse che una muta da triathlon a maniche lunghe ha degli indubbi vantaggi: intanto protegge le braccia dal freddo, e chi ha nuotato in acque libere sa quanto possono essere fredde, e poi consente di prendere una taglia più comoda, che all’inizio è senza dubbio un vantaggio per chi vuole capire la fase di nuoto. Poi sì, i grandi triathleti, quelli forti nella fase di nuoto, quelli degli Ironman hanno spesso la muta smanicata, che lascia la bracciata più libera e naturale (e pesa anche meno). Ma davvero, all’inizio meglio la muta da triathlon a maniche lunghe.

Le cerniere

Quarto aspetto di cui tener conto riguarda la transizione, quando devi togliere la muta e inforcare la bicicletta: per questo le mute da triathlon hanno cerniere più lunghe e più facili da maneggiare e guarnizioni, o polsini e cavigliere, più morbide, per facilitare la svestizione. Ovviamente le mute da gara saranno fatte con un neoprene più morbido e più sottile (e più il neoprene è morbido e sottile e più costa la muta) e con migliori accorgimenti per la transizione rispetto a una muta da allenamento. C’è poi un altro aspetto da considerare nella muta da triathlon, ed è il trattamento esterno del neoprene. Ovviamente giocandosi tutto sui tempi, più una muta è idrodinamica, cioè scivola bene in acqua favorendo la velocità del nuotatore, e meglio è: ogni brand ha i propri brevetti e sostanzialmente si tratta di soluzioni che favoriscono lo scivolamento in acqua e quindi la velocità. Ovviamente questi accorgimenti fanno salire la differenza di prezzo tra una muta d’allenamento e una da gara.
Foto di Paul C Lee da Pixabay

 

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