The Game Changers: perché vedere il documentario di Netflix sull’alimentazione vegana negli sportivi

Al netto della distinzione manichea tra vegani e carnivori, The Game Changers, il documentario di Netflix sull'alimentazione vegana negli sportivi, ha il merito di suscitare riflessioni sul tema di ciò che mettiamo in tavola ogni giorno

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The Game Changers è un documentario presente su Netflix che parla della dieta vegana tra gli sportivi d’elite. Presentato al al Sundance Film Festival 2018 ha poi generato grande clamore e un acceso dibattito sul tema dell’alimentazione vegana – plant based diet come viene chiamata nel documentario – e sulle performance sportive. Diretto da Louie Psihoyos e prodotto tra gli altri da James Cameron (vegano e con interessi nell’industria dei prodotti vegan), Pamela Anderson (vegana e attivista), Jackie Chan (vegano) Novak Djokovic e Lewis Hamilton (entrambi vegani) il documentario The Game Changers segue i passi di James Wilks, un combattente UFC e insegnante di tecniche di autodifesa, che a seguito di un infortunio cerca il modo più veloce ed efficace per recuperare più in fretta e si imbatte con sua sorpresa nella plant based diet.

Cosa racconta The Game Changers su Netflix

La sinossi del documentario è semplice, lineare e convincente: dagli antichi gladiatori romani agli attuali atleti d’elite le grandi performance sportive in fatto di forza, resistenza, esplosività e ogni altro parametro fisico e atletico sono collegate a un’alimentazione a base vegetale (benché non sia sempre chiaro se si parla di alimentazione vegana o vegetariana). Non si accenna se non tangenzialmente ai temi etici legati alle scelte alimentari, né se non marginalmente a quelli ambientali ed economici, solo verso la fine del documentario. Il focus di James Wilks è sulla forma fisica, sulla salute e sulle performance, e nel suo viaggio alla scoperta dell’alimentazione a base vegetale tra gli sportivi incontra atleti del calibro di Scott Jurek (ultramaratoneta che ha percorso l’Appalachian Trail correndo per 80km per 46 giorni consecutivi), Patrik Baboumian (“l’uomo più forte del mondo” capace di sollevare 555 kg), Dotsie Bausch (ciclista americana indoor salita su un podio olimpico a 39 anni), Nate Diaz (ultimate fighter che ha sconfitto Conor McGregor) e molti altri inclusi appunto Lewis Hamilton, Novak Djokovic e lo stesso Arnold Schwarzenegger, ex carnivoro e ora fervente vegano. Inframezzati al loro racconti, e a quelli delle loro performance, il parere di medici, nutrizionisti, biologi e scienziati (per onestà e dovere di cronaca: tutti vegani). Diciamolo chiaro: ai titoli di coda ti è passata la voglia di toccare non solo una bistecca o un petto di pollo ma anche un uovo o dello yogurt e ti riprometti di seguire una dieta a base vegetale per la tua salute e il tuo allenamento. Ma è davvero così?

Cosa c’è di vero in The Game Changers

Per capire davvero cosa c’è di vero in The Game Changers la prima cosa da fare è soppesare attentamente gli studi riportati. Per esempio quello sui gladiatori romani: tutto deriva dal ritrovamento nel 1993 di una fossa comune di gladiatori a Efeso e dalla spettroscopia sui loro scheletri da cui emerse che essi erano sostanzialmente vegetariani. Ora, i gladiatori erano anche chiamati hordearii, cioè mangiatori di orzo, ma è inesatto dire (come avviene nel documentario) che mangiavano orzo e fagioli (peraltro giunti in Europa solo dopo la scoperta dell’America). Bisogna infatti considerare che i gladiatori erano schiavi o prigionieri di guerra o persone condannate per qualche reato, ai quali quindi non era assicurata un’alimentazione di qualità comprensiva di carne e grano ma venivano rifocillati con orzo, legumi, fichi secchi e talvolta miele (da cui appunto la nome di mangiatori di orzo).

Altro aspetto da considerare è il “peso” di alcune delle dimostrazioni scientifiche che si vedono in The Game Changers. Per esempio l’analisi del sangue di 3 giocatori di football americano, e le erezioni notturne di 3 atleti universitari, dopo aver mangiato carne e dopo aver mangiato a base vegetale. Il numero ristretto di soggetti testati, e il fatto di non tener conto di altri fattori (storia clinica, genetica, condizioni generali) e di eseguire un solo test inficiano ogni valenza scientifica di quanto mostrato. È molto convincente ma non dimostra nulla, almeno in termini scientifici.

Altre ricerche sono citate in modo parziale oppure non sono state sottoposte a peer-review o ancora hanno una base di indagine limitata e ancora da verificare con studi più approfonditi. Per esempio quella secondo la quale il consumo di latte vaccino industriale farebbe aumentare gli estrogeni e ridurre il testosterone negli uomini (è una ricerca del 2010: Exposure to exogenous estrogen through intake of commercial milk produced from pregnant cows). Quello che The Game Changers non dice è che venne usato il latte di mucche in gravidanza, che il test venne eseguito su un totale di 18 persone, di cui appena 7 uomini, e che la riduzione del testosterone era temporanea. Un’altra ricerche ormai celeberrima è quella sulla correlazione tra la carne lavorata e il rischio di sviluppare il cancro al colon retto: ne abbiamo parlato già qui e approfondito il tema anche qui.

The-Game-Changers

Questo sulla correlazione tra carne rossa e/o lavorata e il rischio di tumore è un altro punto da valutare con attenzione e senso critico. Tutto The Game Changers si basa sulla dicotomia tra alimentazione a base vegetale (sottointeso vegana) e alimentazione fortemente carnivora, in un’accezione fortemente americana: i giocatori di football americano dichiarano di mangiare abitualmente da KFC, i pompieri di NY sono visti mangiare prevalentemente hot-dog grigliati, hamburger da fast food e cose simili, e lo stesso Arnold Schwarzenegger mostra proprie immagini di repertorio in cui mangia esclusivamente enormi quantità di carne rossa e/o lavorata senz’altro. A questo viene aggiunto il carico del marketing dell’industria della carne paragonato a quello dell’industria del tabacco (il sottotesto è: la carne fa male come il fumo). Insomma, tutto The Game Changers si basa sulla distinzione manichea tra i vegani (buoni) e i carnivori (cattivi) ignorando tutta l’area intermedia di onnivori più o meno equilibrati nelle proprie scelte alimentari. Se è vero che sono dimostrate le responsabilità del consumo di carne rossa nello sviluppo di patologie come diabete, cancro, malattie cardiovascolari e obesità, è anche vero scientificamente che un fattore discriminante è la quantità di carne rossa consumata: da un punto di vista prettamente medico le linee guida internazionali dicono che all’interno di una dieta varia ed equilibrata possono trovar luogo anche prodotti di origine animale, comprese porzioni moderate di carne rossa.

Perché vedere The Game Changers su Netflix

Alla fine, allora, perché vedere The Game Changers su Netflix? Perché sicuramente è un documentario che suscita dibattito e discussione sulle scelte alimentari in funzione delle prestazioni sportive, della propria salute e della propria condizione psicofisica. E perché comunque invita a riflettere su ciò che ciascuno di noi mette quotidianamente nel proprio piatto e sulle scelte più o meno consapevoli che facciamo in fatto di alimentazione. E la consapevolezza è sempre il miglior punto di partenza per operare le proprie scelte, anche in fatto di nutrizione.

Una buona recensione indipendente può essere questa in video:

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