Tutto l’oro che c’è, perché (e come) vedere il film di Andrea Caccia sulle emozioni della natura

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Tutto l’oro che c’è è il film di Andrea Caccia che racconta una storia sulla natura del Ticino e le emozioni che scatena. Un fiume, un ragazzino, un naturista, un cercatore d’oro e altri personaggi, anzi persone reali che passano le loro giornate immerse nella natura.
Tutto l’oro che c’è è un film i cui la realtà assume di volta in volta le tinte del racconto poliziesco, della fiaba, del poema metafisico. Una storia scritta e diretta da Andrea Caccia, regista che dopo anni a Milano ha scelto di tornare a vivere sul Ticino e riesce a farci entrare nella natura vicino casa che può essere selvaggia e misteriosa.
Dopo aver partecipato a festival internazionali, Tutto l’oro che c’è si può vedere in anteprima in alcuni cinema di Milano e Torino, e da dicembre inizia la distribuzione nelle sale italiane.
Scopriamo di più sul film, sul regista, sulla natura del Ticino, trailer compreso.

 

Tutto l’oro che c’è, la trama

La sinossi del film ce la racconta direttamente il regista Andrea Caccia: “Un fiume. Un ragazzino. Un uomo nudo tra gli alberi. Un’ arma. Un cacciatore in attesa di una preda. Un carabiniere errante e un anziano cercatore d’oro. Persone reali che passano le loro giornate immerse nella natura; dove la realtà assume di volta in volta le tinte del racconto poliziesco, della fiaba, del poema metafisico. Cinque esistenze che non si incontrano mai, parte di un’unica, instancabile e sospesa narrazione”.
Ecco il trailer:
Uno dei riferimenti di Caccia è John Muir, il visionario naturalista che ha dato un contributo essenziale alla conservazione della natura e alla creazione dei parchi nazionali. Per far capire di meglio il suo film, Caccia cita la celebre frase di Muir: “Sono uscito per fare una passeggiata e ho finito per star fuori fino al tramonto del sole, perché andare fuori, mi sono accorto, in realtà significava andare dentro”.
Ma Caccia cita anche il poeta e filosofo americano Henry David Thoreau: “Solo quando ci siamo perduti – in altre parole solo quando abbiamo perduto il mondo – cominciamo a trovare noi stessi, e a capire dove siamo, e l’infinita ampiezza delle nostre relazioni”.

 

 

 

Come è nato il film Tutto l’oro che c’è?

Continua Andrea Caccia: “Tutto l’oro che c’è nasce da questo sguardo. Dai pomeriggi nel bosco con mio figlio Filippo e dalla fortuna di avere conosciuto Rinaldo – il cercatore d’oro – che con i suoi racconti mi ha permesso di vedere oltre l’orizzonte del fiume. L’idea ha preso forma e le figure inizialmente immaginate sono diventate persone in carne e ossa.
Un ragazzino, un anziano, un cacciatore, un carabiniere e un naturista; esseri umani che rispondono a una logica naturale di azioni. L’incontro successivo con Roberto, Daniele, Francesco ha cominciato ad aprire quel diaframma che separa l’idea dalla pratica, la fantasia dalla realtà, svelandomi una luce e una prospettiva nuova per guardare il mondo che volevo raccontare.
Adattandomi al loro passo, lasciandomi guidare nelle zone nascoste – distinte ma sovrapponibili – del loro cuore, ho finito per trovare lo scenario del film. Lentamente, la loro ricerca quotidiana si è fatta la mia ricerca di realtà”.
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La natura del Ticino e il fiume

Il regista spiega: “Da quando sono tornato ad abitare nei pressi del fiume Ticino, ho conosciuto molte persone che vivono a stretto contatto con la natura del luogo. Nelle passeggiate lungo il greto del fiume o nello scuro dei boschi, spesso mi sono imbattuto in figure “ataviche”, che mi hanno parlato, incuriosito, stupito, spaventato. Corpi, volti, gesti, forme, provenienti dalle profondità del tempo, ma ancora capaci di suggerire significati forti e incredibilmente attuali, sul rapporto tra uomo e natura, tra conoscenza e istinto, tra mente e corpo.
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Chi è il regista Andrea Caccia?

Andrea Caccia nasce sulle sponde piemontesi del Fiume Ticino. Dopo gli studi di pittura e regia, si dedica al documentario creativo e all’insegnamento del linguaggio visivo, come principale strumento di analisi della realtà. Curioso sperimentatore delle tecniche di messa in scena, di ripresa e montaggio, ha diretto lavori molto diversi tra loro, attraversando con naturalezza i generi e dando vita a uno stile sfuggente e del tutto personale.
Ha diretto, fra gli altri Vedozero2 (2016), Mi piace quello alto con le stampelle (2011), La vita al tempo della morte (2010), Vedozero (2010), Hospice (2009). I suoi lavori hanno ricevuto riconoscimenti e sono stati selezionati da numerosi festival in tutto il mondo, tra i quali; Venezia, Locarno, Rotterdam.

 

Perché un film nella natura del Ticino?

“Mi sono sempre piaciuti i fiumi. Sono nato a Novara e cresciuto a Romentino, uno dei paesi del Parco Naturale del Ticino Piemontese. Da bambino non vedevo l’ora di andare con mio padre e mio fratello a tirare i sassi nel fiume. Contavamo i rimbalzi sull’acqua e ogni volta ci stupivamo di come sembrassero volare sulla linea d’argento che sottolineava la fine della sponda. Ci dicevamo di come tirandoli, avevamo modificato il loro destino.
Ricordo i picnic con la famiglia e poi da adolescente, le birre con gli amici. Le tracce degli uomini sotto i ponti, nelle anse, sulla rara sabbia. Ricordo l’odore dell’acqua salmastra che rimaneva sulla pelle dopo il bagno, che dava la sensazione di essere parte della natura. Il profumo dell’estate e gli insetti. Tutti quei cartelli con scritto riserva di caccia. Ricordo il freddo e la paura. Il caldo e la noia. La sensazione di essere fermi nel tempo e nello spazio.
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Che emozioni vivi nella natura?

Per 15 anni ho vissuto a Milano. Mi sono sposato, ho avuto due figli e da qualche tempo vivo a Cuggiono, paese del Parco Lombardo della Valle del Ticino. Sono sull’altra riva rispetto a venti anni fa. Quando riesco porto i bambini a tirare i sassi nel fiume. Guardo i loro lanci e nell’istante del rimbalzo sull’acqua che precede l’affondo della pietra, mi chiedo come si può pensare anche solo per un momento, che le nostre azioni, possano davvero modificare il corso delle cose.
Vedo gli alberi mutilati dalla piena, i resti dei picnic spazzati via. I teli da spiaggia abbandonati tra i sassi bianchi. L’orgia di libellule sulla riva. L’acqua del fiume che cambia continuamente colore. Osservo immobile lo scorrere della vita, mentre cerco qualcosa che possa brillare come quella luce che vedevo da bambino”.
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Tutto l’oro che c’è, come vederlo

Il film è scritto e diretto da Andrea Caccia. È prodotto da Dugong Films (IT), Rough Cat (CH), Picofilms (FR) e coprodotto da RSI, Radiotelevisione Svizzera Italiana. Dura 100 minuti.
Gli interpreti sono Filippo Caccia (il ragazzino), Rinaldo Molaschi (il cercatore d’oro), Francesco Falzone (il carabiniere), Daniele Ferrario (il naturista), Roberto Vailati (il cacciatore).
Tutto l’oro che c’è si può vedere nei cinema in queste date in anteprima:
Sabato 23.11 ore 11.30 Cinema Massimo 2 (TORINO FILM FESTIVAL)
Domenica 24.11 ore 19.30 Cinema Beltrade Milano (FILMMAKER FEST MILANO)
Sabato 30.11 ore 15.30 Cinema Massimo 2 Torino (TORINO FILM FESTIVAL)
Da dicembre inizia la distribuzione nelle sale italiane.

 

 

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