Felicità e natura: cosa succede al cervello quando camminiamo all’aperto

Camminare in montagna ci rende felici e non è solo una questione psicologica: diversi studi scientifici hanno spiegato il vero motivo

camminare in montagna

Avete presente quella sensazione impagabile quando arrivate al rifugio, o in vetta ad ammirare il panorama, e vi sentite in pace con il mondo? Non è solo merito del paesaggio o della fatica ben spesa: è la biologia che parla.

Perché camminare in montagna ci rende felici

Due ricerche — una della University of Michigan e una della Edge Hill University — hanno dimostrato che camminare nella natura abbassa i livelli di stress, stimola la produzione di endorfine e rafforza la sensazione di benessere e soddisfazione personale.
Perché camminare in montagna ci rende feliciI dati, raccolti su oltre 2000 partecipanti al Walking for Health Program britannico, mostrano come il semplice atto di camminare in ambienti naturali riduca gli influssi negativi dello stress e favorisca emozioni positive, ottimismo e stabilità dell’umore. Gli studi sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Ecopsychology.

Il potere rigenerante della natura

Il contatto con la natura attiva una risposta fisiologica che abbassa i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e migliora la funzione cardiaca e respiratoria. Camminare in montagna, immersi nel verde e nei suoni naturali, induce uno stato di attenzione rilassata che favorisce la concentrazione e libera la mente dai pensieri ricorrenti.

È il principio alla base della cosiddetta green therapy, ormai studiata da università e centri di ricerca di tutto il mondo: bastano pochi minuti in un ambiente naturale per migliorare la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e il tono dell’umore.
Non a caso, secondo uno studio dell’American Psychological Association, le persone che vivono vicino a spazi verdi riportano livelli più bassi di ansia e depressione rispetto a chi trascorre la vita in contesti urbani densamente costruiti.

> Per approfondire: Stare nella natura è il segreto della longevità

Passeggiate regolari per il benessere mentale

Un’altra ricerca del James Hutton Institute di Aberdeen, condotta dal Social, Economic and Geographical Sciences Research Group, ha confermato che i benefici aumentano con la regolarità.
Bastano tre passeggiate a settimana, anche brevi, purché in un ambiente naturale, per ridurre sensibilmente lo stress e migliorare la percezione di felicità.

Il movimento fisico, unito all’esposizione alla luce naturale, stimola la produzione di serotonina e dopamina, neurotrasmettitori che regolano l’umore e la motivazione. E non serve scalare una montagna ogni volta: anche una passeggiata nel parco o in collina può produrre effetti simili.

Camminare come forma di meditazione

Camminare nella natura è anche una forma di meditazione in movimento. Il ritmo regolare dei passi, la respirazione profonda e la concentrazione sull’ambiente circostante favoriscono la consapevolezza del corpo e la presenza mentale.

Molti escursionisti parlano di un “effetto silenzio” che si instaura dopo pochi minuti di cammino: la mente smette di correre, il respiro si sincronizza con il passo e nasce una sensazione di equilibrio difficile da trovare altrove.
Per questo molti terapeuti consigliano oggi la mindful walking, una camminata consapevole che unisce benefici fisici e psicologici e può diventare una vera pratica di benessere quotidiano.

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Un antidepressivo naturale

L’effetto positivo del camminare nella natura è così potente da essere paragonato a un antidepressivo naturale. Alcuni studi pubblicati su Frontiers in Psychology hanno rilevato che anche una sola uscita settimanale all’aperto può ridurre i sintomi di stress cronico e migliorare il sonno.

Il paesaggio montano, poi, aggiunge un elemento simbolico forte: la conquista della vetta. Raggiungerla, anche se piccola, genera una soddisfazione autentica che rinforza l’autostima e l’autoefficacia. È un gesto che parla di equilibrio, di fiducia nelle proprie capacità e di riconnessione con la natura — tutti ingredienti fondamentali della felicità.

E come se non bastasse, una recente ricerca americana ha dimostrato che i bambini che stanno a contatto della natura dimostrano una maggiore capacità di capire le emozioni e di relazionarsi con gli altri.

Per approfondire: Il dottore che prescrive passeggiate nella natura anziché medicine

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