I Parchi Nazionali Americani compiono 100 anni

Il National Park Service, il Servizio dei Parchi nazionali degli Stati Uniti, compie 100 anni: venne istituito il 25 agosto del 1916 dal presidente Woodrow Wilson al fine di “conservare il paesaggio e gli oggetti naturali e storici nonché la vita selvaggia in esso contenuti e provvedere al godimento degli stessi in maniera e con mezzi tali da lasciarli inalterati per il godimento delle future generazioni“. Una lungimiranza che all’epoca non aveva eguali in nessuna parte del mondo. Nel 1916, negli Stati Uniti, esistevano già 14 parchi nazionali, figli di una visione che arrivava dagli scritti e dai viaggi di John Muir, ingegnere e naturalista nato in Scozia, poi naturalizzato statunitense, e tra i padri del conservazionismo moderno, e prima ancora di Henry David Thoreau, autore dello scritto autobiografico Walden, ovvero La vita nei boschi, una riflessione sul rapporto dell’uomo con la natura premonitrice di molte istanze che sarebbero emerse solo un secolo più tardi.

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Dalla vita nei boschi di Thoreau alla wilderness di Muir

Thoreau scrisse il suo libro nel corso dei due anni, due mesi e due giorni, dal 4 luglio 1845 al 6 settembre 1847, trascorsi in una capanna essenziale, costruita con le proprie mani sulle sponde del lago Walden, nei pressi della cittadina di Concord in Massachusetts: un esperimento di sopravvivenza, autosufficienza e ripresa di contatto con la natura riscoperto soprattutto a partire dagli anni Sessanta del Novecento quando la controcultura americana e la Beat Generation ripresero i temi naturalistici di Thoreau in funzione di critica alla crescente industrializzazione della società e di desiderio di riscoperta del senso più profondo della natura.

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Dai primi viaggi nell’ovest americano e passando per gli articoli giornalistici e alcuni libri miliari come “La mia prima estate sulla SierraMuir è stato l’inventore dell’idea di wilderness intesa come natura selvaggia allo stato puro e non intaccata da interessi personali e sfruttamento produttivo. Già a quell’epoca infatti Muir aveva intuito che lo sviluppo industriale oltre che l’allevamento e la coltivazione intensivi potevano distruggere un patrimonio da tutelare, quello della natura intesa come bene da tramandare, e a lui si deve per esempio l’istituzione del Parco Nazionale di Yosemite, se non il primo in assoluto senza dubbio quello centrale nell’affermarsi della nozione di area naturale da tutelare, e del Sierra Club, la più antica e diffusa organizzazione ambientale degli Stati Uniti fondata nel 1892 a San Francisco.

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Il Sierra Club e le battaglie per la protezione della natura selvaggia

Vaste aree selvagge, paesaggi a perdifiato, montagne sublimi, foreste immense, cascate immani e ghiacciai perenni erano il patrimonio degli Stati Uniti in confronto ai monumenti e alle città d’arte del vecchio continente Europa, e Miur insieme al presidente Theodore Roosevelt e agli altri attivisti del Sierra Club intuirono che tutto quel capitale ambientale non poteva essere lasciato in mano allo sfruttamento economico da parte di compagnie private: basti pensare che nei primi anni del Novecento le cascate del Niagara erano state spezzettate in una serie di proprietà private al fine di riscuotere un pagamento per essere ammirate.

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Muir morì nel 1914, poco dopo la sconfitta politica nella battaglia contro la diga lungo il fiume Toulumne, e non fece in tempo a veder realizzata la sua idea di un’agenzia federale per la tutela e conservazione complessiva del patrimonio naturalistico americano. Ma intanto il seme del National Park Service era stato piantato insieme a quell’idea tutta statunitense della wilderness come pilastro della vita anche spirituale delle persone.

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La nascita del National Park Service e le leggi per la conservazione del patrimonio naturalistico

Se la legge organica del Congresso del 1916 pose sotto la responsabilità del Dipartimento dell’Interno del Governo degli Stati Uniti la tutela della flora e del paesaggio naturali, solo nel 1947 venne istituito il primo parco con l’esplicito obiettivo di proteggerne le specie selvatiche: era l’Everglades National Park, una grande regione paludosa della Florida popolata da uccelli e alligatori. In questi 100 anni di storia i parchi nazionali americani sono diventati l’emblema vivo e funzionante della biodiversità, della tutela delle specie native di flora e fauna, dei corsi d’acqua liberi e di tutti i complessi processi ecologici che rendono la Terra un meraviglioso processo interdipendente. Oggi il sistema dei parchi nazionali americani copre qualcosa come 338mila km quadrati di territorio, dai 53mila del Parco e Riserva nazionale di Wrangell-St. Elias, in Alaska, agli 80 metri quadrati del Memorial Thaddeus Kosciuszko, in Pennsylvania, dal Parco Nazionale di Yellowstone in Wyoming istituito nel 1872 al Great Sand Dunes National Park and Preserve del Colorado inaugurato nel 2004.

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Non tutto funziona perfettamente, tanto che il Governo Federale sta implementando un nuovo programma di tutela per difendere il patrimonio naturale e culturale del Paese dall’impatto che su di esso hanno gli oltre 290milioni di visitatori l’anno (dato 2014), tuttavia National Park Service continua a essere fonte di ispirazione per la maggior parte dei parchi nazionali di tutto il mondo, che in qualche modo sono debitori di quella centenaria intuizione.

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I festeggiamenti per i 100 anni del NPS

Nel corso del 2016 il centenario del NPS verrà celebrato con diverse esposizioni nei visitor center di numerosi parchi, con appuntamenti e programmi speciali come Parks 100 che propone itinerari ed eventi tra 25 parchi sparsi tra Utah, Arizona e Nevada, con un’App dedicata e con la gratuità, dal 16 al 24 aprile (per la National Park Week) e dal 25 al 28 agosto (per l’Nps Birthday) di biglietti d’ingresso, tour guidati e trasporti all’interno dei parchi.

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Photo Credits: Winter Morning Sunrise Tunnel View Yosemite Valley – FlickrCC Chase Lindberg

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