Il ritorno del mitico pulmino Volkswagen

Volkswagen T5

Evoluzione e revisione del precedente modello, è venduto dal 2003 al 2016 quando tocca al nuovo T6.

Il culto del mitico pulmino Volkswagen è immortale, e a ogni data che ne celebra la storia riemergono anche le voci su un ritorno in grande stile di questo minivan da viaggio on the road conosciuto come Bulli (in Germania), Kombi (abbreviazione di Kombinazionenwagen) o appunto pulmino Volkswagen Transporter nelle sue infinite versioni come Westfalia o Bay.

Certo la chiusura della fabbrica in Brasile e la consegna degli ultimi 99 dell’hippy bus ai customizzatori inglesi di Danbury Motorcaravans ha gettato nello sconforto milioni di appassionati di tutto il mondo e non è certo il nuovo T6 a scaldare i cuori dei veri amanti del Transporter. Del resto le celebrazioni dei 60 anni dall’uscita del primo esemplare hanno dimostrato come il mito sia duro da scalfire.

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60 anni dal primo Transporter

Era l’8 marzo del 1956 quando il primo Transporter uscì dallo stabilimento Volkswagen di Hannover, costruito proprio per produrre il Bulli nelle sue diverse varianti, da quella furgonata da lavoro a quelle per il trasporto delle persone e il tempo libero. Era il primo mezzo che permetteva a un gruppo di persone di viaggiare tutte assieme, trasformando una nascente esigenza, quella della mobilità, in qualcosa di diverso, legato allo stare assieme e al viaggiare per piacere e per scoperta.

In realtà la produzione del veicolo era iniziata nel 1950 a Wolfsburg, con una prima versione con motore da 1.100 cc e potenza di (appena) 24 CV. Nel 1954 era stato prodotto il milionesimo esemplare, con una capacità di 80 al giorno a fronte di una richiesta di 330. Nacque così l’impianto di Hannover da cui ne sono usciti qualcosa come 9 milioni e mezzo di esemplari e nel quale, fino al 26 giugno 2016, si tengono celebrazioni, mostre e visite guidate alla scoperta della storia del VW Bulli.

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Il ritorno in Europa del T2

Già nel 2011 c’era stato un ritorno di fiamma con la filiale olandese della Volkswagen che aveva deciso di importare nuovamente dal Brasile l’originale T2 con un motore più moderno (un 1.4 da 80Cv), tutti gli allestimenti del caso (dal divano letto al tavolino e fino al piano cottura, al lavello e alle tendine per la privacy) e un prezzo dai dai 32.425 euro per la versione base ai 55.995 euro dell’allestimento top di gamma Highline.

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Il primo prototipo del nuovo Bulli

Nello stesso 2011 Volkswagen avevano comunicato di essere al lavoro sul concept di un nuovo Bulli derivato dal Routan, la 7 post prodotta sul pianale della Chrysler RT e destinato al mercato nordamericano: venne mostrato al Motor Show di Ginevra dello stesso anno, poi a quello di Tokyo e pure al Canadian International Autoshow dell’anno successivo.

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Budd-e: la nuova versione elettrica e digitale del Kombi

Il passo decisivo è stato compiuto al CES di Las Vegas di quest’anno, dove Volkswagen ha presentato Budd-e, versione totalmente elettrica e digitale del Kombi. Erano i giorni immediatamenete successivi al Dieselgate e allo scandalo emissioni e Herbert Diess, nuovo presidente del marchio tedesco salì sul palco a parlare di questa cocnept car dotata di interfaccia digitale smart, dalle dimensioni non paragonabili a quelle originali ma comunque generose (4,6 metri di lunghezza) e soprattutto completamente elettrico, condue motori (uno anteriore da 100 kW e uno posteriore da 125 kW) in grado di erogare 306 CV con un’autonomia di 533 km e una ricarica fino all’80% in 30′.

Quando vedremo il Budd-e? Non prima del 2019: il mondo dei motori elettrici è in piena e veloce evoluzione, Tesla sta aggredendo il mercato con nuovi modelli, le infrastrutture per la ricarica si stanno diffondendo abbastanza velocemente ma per stessa ammissione di Herbert Diess il nuovo Budd-e non sarà sicuramente on the road prima della fine del decennio.

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