Coronavirus, quanti sono i contagi all’aperto? 1 su 1000: lo 0,1%

rischio di contagio all'aperto

Quanti sono i contagi da Coronavirus all’aperto? Uno su mille, stando ai dati ufficiali dell’Irlanda. Si tratta una buona notizia che va a confermare diversi studi passati sulla trasmissione del virus all’aria aperta.
Ma allora, se la scienza è d’accordo sul fatto che infettarsi all’aperto è così complicato (a maggior ragione con l’uso dei dispositivi di protezione individuale), perché durante la zona rossa nazionale delle vacanze di Pasqua era consentito vedersi all’interno di abitazioni private e non in un parco?
Si tratta di una domanda senza risposta ma che il Governo, si spera, approfondirà in vista delle misure anti-Covid valide dal primo maggio in poi. Fino al 30 aprile, solo nelle zone arancioni è consentito incontrare persone all’aperto, ovviamente con l’obbligo di mascherina e della distanza interpersonale di un metro. L’attività sportiva e l’attività motoria all’aperto sono consentite anche in zona rossa, ma solo individualmente.
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I contagi all’aperto sono pochissimi: 262 su 232.164 in Irlanda

I dati ufficiali resi noti dall’Health Protection Surveillance Centre (HPSC) parlano chiaro, e hanno un valore statistico molto importante: solo 262 casi dei 232.164 registrati in Irlanda fino al 24 marzo sono nati in seguito a un contagio avvenuto all’aperto: si tratta dello 0,1% del totale.
I focolai dovuti a raduni all’aria aperta sono stati solo 42: 21 all’interno di cantieri edili e il resto in occasione di attività sportive e di fitness outdoor. I focolai nei cantieri edili hanno prodotto 124 contagi accertati, mentre quelli dello sport 131 casi.

Lo sport all’aperto è sicuro, ma è importante la distanza

Secondo Orla Hegarty, docente dell’University College di Dublino, il rischio di contagio all’aperto è bassissimo “se le persone si mantengono a debita distanza, evitano conversazioni ravvicinate e indossano le mascherine”. Inoltre, parlando ad esempio di bar all’aperto, è “molto importante che gli ambienti come i bagni siano ben ventilati, e che la gente li frequenti per il minor tempo possibile con la mascherina”. Le particelle infette, all’aperto, si dileguano rapidamente nell’aria, ed è anche per questo che le occasioni di contagio quando si corre o si va in bici all’aria aperta sono così rare (anche senza mascherina, che per l’attività sportiva non è obbligatoria).
L’importante, come ci ha spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco in un’intervista a ottobre, è “fare attenzione alla distanza di sicurezza” e “evitare le attività più impegnative e che richiedono l’uso di attrezzature alpinistiche in comune e distanze ravvicinate con altri”.

I contagi all’aperto sono estremamente rari

Sono diversi gli studi scientifici in grado di dare ulteriore validità ai dati dell’Irlanda. Secondo una ricerca condotta in Cina, solo tre contagi sui 1.245 analizzati si sono verificati all’aperto. Inoltre, secondo il professor Mike Weed (University of Canterbury) che ha analizzato 27.000 casi tra Cina e Giappone, il numero di casi associati alla trasmissione del virus all’aperto era “così contenuto da essere insignificante”. E ancora: stando a uno studio dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr e di Arpa Lombardia, pubblicato sulla rivista Environmental Research, il rischio di contagio all’aperto non è nullo ma quasi impossibile, anche per chi vive in aree contraddistinte da preoccupanti livelli di polveri sottili nell’aria.
Molti atleti che praticano sport all’aria aperta, inoltre, sono preoccupati della cosiddetta scia nel momento in cui si viene superati, ma la scienza è d’accordo sul fatto che il tempo in cui si rimane vicini è molto basso e costituisce un rischio limitato.
[Photo by: Andrea Piacquadio / Pexels]

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