Perché è così importante giocare con i bambini e i neonati

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Giocare con i bambini piccoli non solo è molto divertente ma aiuta a connettere e sincronizzare il cervello del genitore con quello del bebè. Lo ha scoperto un team di ricercatori del Princeton Baby Lab negli Stati Uniti in uno studio in cui sono state registrate le attività cerebrali di bambini e adulti che giocavano insieme. Quel che è emerso è a dir poco sorprendente, come ad esempio il ruolo attivo dei neonati nel gioco, la loro capacità di influenzare il cervello di un adulto e l’attività della parte del cervello dedicata alla pianificazione anche nei più piccoli. Si tratta di una ricerca che spiega per la prima volta come entrano in connessione e comunicazione le menti di grandi e piccoli. E ci fanno capire quanto sia importante giocare per avere una vita ricca e sana e per sviluppare competenze e capacità sociali fin da piccoli.

 

Come si sincronizza il cervello quando stiamo insieme

La scienza ha già dimostrato che i cervelli degli adulti si sincronizzano quando guardano insieme film e ascoltano storie; dato che si tratta fondamentalmente di un trasferimento di energia elettrica, diverse ricerche hanno confermato questa teoria rilevando e mappando i sottili cambiamenti del bagliore a infrarossi del nostro cervello mentre l’emoglobina rilascia ossigeno nel flusso sanguigno.
Si tratta di un fenomeno dovuto a schemi neurali che coordinano i compiti in diverse parti del cervello in risposta agli stimoli. Questi stimoli provengono in genere da altre regioni dello stesso cervello, ma le azioni di un’altra persona possono anche influenzare il modo in cui elaboriamo le informazioni e damo una risposta a livello cerebrale. Allo stesso modo, le nostre azioni possono influenzare il cervello dell’altra persona, creando circuiti di feedback che si sincronizzano rapidamente.
Tuttavia si sa ancora poco su come questa sincronizzazione accada nei primi anni di vita, così nello studio, il gruppo di ricerca americano ha monitorato le onde cerebrali di bambini di età compresa tra 10 e 15 mesi mentre giocavano con degli adulti.
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Cosa succede fra bambini e adulti quando giocano insieme

I ricercatori hanno analizzato la corteccia prefrontale, la giunzione temporoparietale e la corteccia parietale – tutte le aree coinvolte nell’elaborazione del linguaggio, nella previsione e nella comprensione di altre prospettive – di bambini che facevano attività come leggere la favola della buonanotte, cantare filastrocche o giocare con giocattoli insieme a adulti.
Quello che è emerso è una sincronizzazione simile a quella che si verifica tra gli adulti: il cervello dell’adulto e quello del bambino si sincronizzavano reciprocamente nelle aree coinvolte, ma solo quando i due interagivano direttamente.
“Durante la comunicazione, l’adulto e il bambino sembrano formare un circuito di feedback”, spiega la ricercatrice Elise Piazza, “Cioè, il cervello dell’adulto sembrava prevedere quando i bambini sorridessero, il cervello dei neonati prevedeva quando l’adulto avrebbe usato un certo tipo di comunicazione, ed entrambi i cervelli seguivano il contatto visivo degli occhi e l’attenzione comune ai giocattoli. Quindi, quando un bambino e gli adulti giocano insieme, i loro cervelli si influenzano a vicenda in modo dinamico“. La ricerca è stata pubblicata su Psychological Science.
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I bambini guidano gli adulti nel gioco

I bambini, anche i neonati non sono soggetti passivi nel gioco con un adulto. Lo studio dimostra che fin dai primi mesi di vita i bambini sono in grado di guidare i grandi, aiutandoli a fare in modo che il cervello degli adulti si “metta al passo” con il loro.
Questo meccanismo cerebrale è particolarmente evidente nella corteccia pre-frontale, la parte del cervello che si occupa di pianificazione e apprendimento. E dato che è una regione che non è ancora completamente sviluppata nei neonati, la scoperta è stata sorprendente.
“Siamo stati anche sorpresi di scoprire che il cervello infantile spesso ‘guidava’ il cervello adulto per alcuni secondi, suggerendo che i bambini non solo ricevono input passivamente ma possono guidare gli adulti verso la prossima cosa su cui si concentreranno: giocattolo da raccogliere, quali parole dire”.
(foto kisss pixabay)

 

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