Quanto peperoncino dovremmo mangiare per vivere meglio, la dose ideale

Il peperoncino è associato a un minor rischio di morte, infarto e tumori. Ecco cosa dicono le ricerche e quante volte mangiarlo

Mangiare peperoncino potrebbe farci vivere più a lungo.
Lo suggerisce un grande studio internazionale che ha analizzato le abitudini alimentari di oltre 570 mila persone negli Stati Uniti, in Cina, in Iran e in Italia.

Confrontando chi consumava regolarmente peperoncino e chi non lo usava mai, è emerso un dato piuttosto evidente:

25% di rischio di morte in meno in generale
26% di rischio in meno di morte per infarto
23% di rischio in meno di morte per tumore

Risultati che confermano una tendenza già osservata da diversi studi precedenti.

Il peperoncino aiuta a prevenire infarto e tumori, ma quanto mangiarne?

Già in passato uno studio dell’Università del Vermont, condotto sulla sola popolazione americana ma per una durata di 23 anni, aveva evidenziato le proprietà salva-vita del peperoncino, che più in generale ha diversi benefici effetti sulla salute che potete scoprire cliccando qui.dimagrire-con-la-dieta-del-peperoncino
Ma quanto peperoncino bisogna mangiare per rimanere in salute? La risposta arriva in questo caso da una ricerca italiana, condotta nell’ambito del progetto Moli-Sani su oltre 23 mila persone residenti appunto in Molise: dai dati raccolti è risultato che chi mangiava peperoncino quattro o più volte la settimana, aveva un rischio di morte inferiore agli altri, indipendentemente dal fatto che seguisse la dieta mediterranea o un altro regime alimentare.

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Proprietà della capsicina

Secondo i nutrizionisti, a rendere il peperoncino un vero toccasana è la capsaicina (o capsicina o ancora capseicina), responsabile della sua piccantezza: più la bacca è piccante, più è quindi da considerare benefica. Ma il peperoncino contiene anche un efficace mix di antiossidanti, ovvero di sostanze che combattono l’invecchiamento dei tessuti e aiutano quindi la prevenzione delle malattie: vitamina C, carotenoidi, polifenoli.
Credits: foto di Ela Haney da Pexels

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