Fotografare i climber seguendoli in parete, cogliere l’attimo perfetto tra una presa e l’altra, ritrarre lo scalatore di fronte alla maestosità della montagna. Questo è il mestiere di Giovanni Danieli, giovane fotografo freelance di Modena, che ha tenuto diversi workshop in tutta Italia, l’ultimo a Sacile in occasione degli Xtreme Days il 6 e il 7 giugno. Fotografo ufficiale anche dell’Adventure Outdoor Fest 2015, ci ha dato qualche suggerimento su come scattare una foto in parete convincente e intensa.
Giovanni, hai fotografato gli atleti “matti” degli Xtreme Days di Sacile, hai collaborato con alcune guide alpine come Carlo Cosi, Luca Montanari e Danilo Callegari e hai scalato diverse pareti per realizzare i tuoi scatti perfetti.
Cosa ti ha portato a immortalare in particolare gli sport di montagna?
Io arrampico da anni, per cui mi sento molto a mio agio a fotografare chi pratica quest’attività. Oltre alle foto di atleti in parete, ho anche scattato foto di bulders e di atleti su highline. La montagna mi appassiona e fotografarla è una passione proprio perché la vivo molto in prima persona. Faccio anche servizi per altri sport, ad esempio il ciclismo. Ma è diverso: non conoscendolo in profondità devo fare molto affidamento agli esperti e del settore per scegliere quali sono le posizioni “giuste” degli atleti che è meglio immortalare.
Qual è il primo consiglio per realizzare scatti sportivi di livello?
Prima di tutto bisogna conoscere la disciplina che si va a fotografare. Io arrampico: so quali sono le posizioni migliori e più scenografiche da fissare in una foto. Ma, soprattutto, seguo l’atleta in parete e decido con lui la via più interessante per comporre un’istantanea davvero emozionante.
Come fai a fotografare in parete?
Mentre scalo mi muovo rimanendo appeso alla corda fissa. Le inquadrature migliori sono quelle fatte dall’alto, sulla stessa linea del climber, oppure di lato. Ma ogni volta mi piace cambiare e sperimentare nuovi punti di vista.
Di solito quali inquadrature preferisci?
Cerco di soffermarmi su un particolare: la mano sotto sforzo mentre si aggrappa alla roccia, i muscoli tesi, l’espressione concentrata…
Oppure decido di scattare una foto panoramica, dove l’uomo stesso diventa un elemento del paesaggio e rende “viva” la roccia.
Un ultimo consiglio: cosa ci vuole per scattare una foto unica?
Alcuni pensano che siano indispensabili apparecchi super sofisticati, ma in realtà non serve incaponirsi e volere a tutti i costi una macchina professionale: per scattare delle belle immagini si può usare anche un telefonino. Invece bisogna soprattutto conoscere in profondità ciò che si fotografa, essere creativi, allenare l’occhio. E avere anche un po’ di fortuna.
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