Polar M430: la recensione

Recensione Polar M430

Abbiamo avuto modo di provare il nuovo Polar M430, l’orologio smart con cardiofrequenzimetro e Gps che sostanzialmente sostituisce l’M400, il modello più venduto di sempre dalla società finlandese. Lo abbiamo usato per correre, come vero e proprio running watch, in bicicletta, durante alcune escursioni e trekking e pure per nuotare. E siamo finalmente pronti per farne una vera recensione.

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Polar M430: la recensione

Le cose che balzano all’occhio quando si prende confidenza la prima volta con il Polar M430: ci sono appena 3 colori (bianco, grigio e arancione); soprattutto che c’è un nuovo cavo per caricarlo, non con la microUSB dell’M400 e di molti altri smart tracker ma con una porta speciale che è impermeabile (ma non bisogna caricare l’orologio quando è umido) e sembra apparentemente velocissima. Stop. Nella confezione, oltre a una quick guide non c’è altro. A questo punto non resta che metterlo al polso e vederne l’ergonomia.

Due sono le caratteristiche che si notano subito. La prima è puramente estetica: pur essendo uno sport watch non è troppo grande. Cioè, è di una misura (peso 51 grammi, è spesso 12 mm e le dimensioni del display sono 128 x 128 px) che non è piccola sui polsi maschili grandi e non è grande sui polsi femminili più sottili. Il che dovrebbe anche permettere ciò che Polar spera, ovvero che l’M430 diventa uno di quei gadget che tieni sempre al polso e che dimostra un po’ la tua identità di runner o sportivo. La seconda caratteristica è il polsino: il materiale è sicuramente morbido ma la cosa interessante è che tutti i forellini che ci sono sul cinturino lasciano passare l’aria sia nell’uso quotidiano che durante l’attività sportiva. Cioè, ci sta di sudare mentre ci si allena, e normalmente l’orologio al polso non genera fastidio; ma un orologio di gomma al polso mentre sei in giro per lavoro può cominciare ad appiccicare e dare fastidio. Be’ no, e chi scrive è uno che non ha mai l’orologio al polso, né in estate né in inverno.

Altra cosa interessante: ovviamente ciascuno può decidere se indossarlo al polso destro o sinistro, ma nell’App Flow di Polar bisogna impostare questa opzione, ed è in funzione del cardiofrequenzimetro. La cosa bella è che siccome avevamo già un altro dispositivo Polar (l’A360, il fitness tracker), l’App Flow ha tenuto buone tutte le impostazioni personali passandole anche al nuovo dispositivo. Facile e indolore.

Ultima annotazione esteriore: tra le impostazioni personali c’è anche la possibilità di scegliere tra 5 tipologie di quadrante tra pseudo analogico e digitale. Per farlo, e comunque per navigare tra le funzioni del Polar M430, bisogna usare i tasti che si trovano sul corpo dell’orologio: lo schermo infatti non è touch.

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le differenze e novità rispetto all’M400

Detto tutto ciò, diventa allora importante capire quali sono le principali differenze tra il nuovo Polar M430 e il suo predecessore M400. Sostanzialmente: il nuovo connettore cavo di ricarica, il cinturino, il quadrante personalizzabile (di cui abbiamo già parlato) e poi un nuovo sensore di frequenza cardiaca a 6 Led (è il primo e unico del genere disponibile su uno sport watch e – dicono in Polar – è più preciso di precedenti a 4 Led), gli avvisi a vibrazione (per le notifiche smart sono una gran rottura di scatole, a nostro modesto giudizio, ma come sveglia mattutina è comodissimo), nuove modalità GPS soprattutto a media e bassa accuratezza – ogni 30 o 60 secondi – che nell’uso quotidiano aumentano la durata della batteria (rimane comunque quella ogni secondo per quando si fa sport) e un paio di funzioni come il Fitness Test e la misurazione del sonno con nuovi algoritmi.

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Recensione Polar M430

Come funziona il nuovo Polar M430

Tralasciando l’uso quotidiano (su cui poi facciamo qualche considerazione) è durante gli allenamenti o comunque l’attività sportiva che conta davvero valutare come funziona il nuovo Polar M430. Del cinturino comodo abbiamo già detto. Per far partire l’allenamento basta premere il pulsante centrale di destra (quello rosso) e scegliere l’attività (corsa, walking, ciclismo, allenamento fitness, attività indoor o outdoor, nuoto, e se ne possono aggiungere fino a 20) attendendo l’aggancio al satellite. Ecco, il satellite e il Gps: provato in diversi luoghi non è mai andato oltre la ventina di secondi massimo. Il che, quando sei impaziente di cominciare ad allenarti sembra un’eternità, ma per fortuna ti segnala la percentuale di avanzamento dell’aggancio al satellite e questo placa la tua ansia.

Durante l’attività fisica hai tutto sotto controllo, nel senso che lo schermo è ampio e chiaro, anche la sera al buio (si può anche invertire il bianco e il nero dello sfondo e dei numeri) e sono segnalate le informazioni che servono davvero, cioè distanza, tempo e frequenza cardiaca (ma comunque anche queste si possono in parte personalizzare). Per il resto le funzioni di allenamento sono sostanzialmente simili a quelle dell’M400, che era già un prodotto ottimo da questo punto di vista, e si possono configurare in base alle proprie preferenze, anche impostando workout e allenamenti personalizzati (si può fare anche dall’App, dal computer, e poi sincronizzare il tutto).

Il Polar M430 è smart, nel senso che dall’App, se vuoi, puoi impostare le notifiche dallo smartphone (cosa che abbiamo fatto per dovere di recensione ma poi abbiamo tolto, soprattutto per non avere rotture di scatole mentre stiamo correndo o pedalando). Perché diciamo questo nel paragrafo che spiega come funziona il nuovo Polar M430? Perché se da un lato l’orologio parla con lo smartphone, dall’altra parte la sincronizzazione delle attività sportive avviene a fine allenamento (o comunque in un secondo tempo) aprendo l’App sul telefono e via Bluetooth (anche perché tenere l’App aperta e il Bluetooth collegato mangerebbe la batteria dello smartphone). A livello di compatibilità volendo puoi anche connettere l’App a Strava, MyFitnessPal, Google Fit (sic) e Nike Plus (ma non Runtastic).

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Altre funzioni

Da menzionare ancora ci sono un paio di funzioni: il Fitness Test e quella chiamata La Mia Giornata. La prima è sostanzialmente la stima della VO2Max tramite il battito cardiaco. Ciascuno può dargli l’importanza che vuole ma una cosa è certa: se la misurazione del battito cardiaco è accurata, la misura è certa. E in questo caso è quasi sovrapponibile a quella di una fascia cardio, quindi è accurata. L’altra funzione ci ha convinto poco: in sostanza dovrebbe contare la quantità di movimento che si fa in una giornata, segnalando quando si raggiunge il famigerato target di 10mila passi. Francamente: ci sono state giornate che abbiamo considerato sedentarie, di quelle che stai seduto al computer a lavorare e al massimo ti alzi per andare in bagno, e nel primo pomeriggio avevamo già raggiunto il target di movimento. Ma, diciamolo, queste funzioni lasciano in generale un po’ il tempo che trovano.

Ci sono poi un paio di puntualizzazioni da fare rispetto ai profili sport. La prima è che benché ci sia il profilo nuoto, non ci sono le metriche del nuoto (bracciate, vasche, etc). Quindi si può sì far partire la registrazione dell’allenamento in piscina, ma dirà semplicemente per quanto tempo ci siamo allenati, a che frequenze cardiache e bruciando quante calorie. Conseguenza di questo è che tecnicamente non è un orologio multisport, cioè non è utile per il triathlon (cosa che invece è il V800, che rimane il top di gamma e che forse non si è voluto cannibalizzare con questo nuovo modello).

Infine, quanto dura la batteria? Ufficialmente 8 ore con il Gps alla massima accuratezza e fino a 30 con la rilevazione della posizione ogni minuto (in soldoni: a maratona o una escursione di un giorno te le misura precise; se fai un trekking, un bike o ski safari di più giorni abbassi la frequenza del Gps e lasci a casa il cavo di ricarica). Con un uso “normale” a noi è durato almeno una settimana, andando a correre 2 volte per poco più di 1 ora, facendo una mezz’oretta di nuoto e facendo un trekking da 2 ore e poco più.

Infine: quanto costa? 229 euro prezzo ufficiale.

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