The North Face Flight Vectiv: first reaction, shock!

The North Face Flight Vectiv recensione

Sì, se non avessimo già provato delle scarpe da running (da strada) con la piastra in carbonio, la prima reazione alle nuovissime The North Face Flight Vectiv da trail running sarebbe stata quella: uno shock. Francamente, e lo diciamo subito, sono qualcosa di assolutamente e completamente diverso da tutto ciò provato finora tra le scarpe da trail running. Cioè, qui non si tratta più di ragionare solo in termini di protezione e stabilità ma entra in gioco anche la spinta, o propulsione, o energia. Se vuoi approfondire tutte le logiche che hanno portato TNF a questa scarpa (e agli altri modelli che seguiranno) puoi leggere questo articolo scritto in occasione del lancio sul mercato. Qui di seguito invece mettiamo un po’ di sensazioni che abbiamo cercato di mettere in ordine durante il nostro test. Con due premesse.

La prima è che non siamo ultra maratoneti. Ci piace correre anche sui trail, in ogni condizione meteo, ma sulla questione delle lunghissime distanze ci dobbiamo fidare del parere degli atleti The North Face, da Pau Capell che l’ha usata nel tentativo di fare il Tour du Mont Blanc in meno di 20 ore a Fernanda Maciel.
La seconda è che non l’abbiamo testata su terreni tecnici di alta montagna perché al momento c’è ancora neve. Abbiamo corso su trail di media quota, sterrati e fangosi, sassosi e anche viscidi. Che poi sono le condizioni in cui si trova a correre la stragrande maggioranza dei trail runner che non vive in zone di montagna.

Detto ciò, proviamo a capire come sono queste scarpe The North Face Flight Vectiv da trail running dal momento in cui le calzi a quando le togli dopo la tua corsa.
Prima cosa: sono leggerissime: 285 grammi l’una per un paio di scarpe da trail running siamo nella categoria delle scarpe ultra light anche da strada. E per il trail running, dove regnano scarpe con un peso ben più importante, è già una mezza rivoluzione. Cioè non servono scarpe strutturate e pesanti per sentirsi anche protetti.
Seconda cosa: la tomaia è minimale che più minimale non si può. Sottilissima, senza cuciture, traspirante al limite del trasparente, in primis gli inserti laterali in Matryx. La calzata è millimetrica e super fasciante che quasi non ci sarebbe bisogno di allacciare le stringhe ma la buona notizia è che il tessuto è super elastico e in pratica segue la conformazione del piede e si adatta alla sua flessione durante la corsa. Piccola annotazione di contorno: la pianta è al limite dello stretto (e noi non abbiamo piedi larghi) ma la scarpa è leggermente lunga in punta: in pratica non c’è bisogno della solita questione della mezza misura in più per non devastare le dita e le unghie in discesa.

Quando le infili e ti alzi in piedi una cosa ti è subito chiara: NON sono scarpe per camminare. Se stai pensando a calzature con la piastra per le escursioni in montagna nella linea Vectiv di The North Face ci sono altri modelli per l’hiking, leggero o veloce che sia, ma con le Flight Vectiv o corri, o corri. Il motivo è semplice: il rocker, cioè la forma a gondola data dalla piastra in carbonio e dalla conformazione di intersuola e suola, “svuota” praticamente il tallone e ti induce ad appoggiare l’avampiede.

Ma prima di spiegare questa dinamica di corsa è bene spiegare la piastra.
La piastra in carbonio corre lungo tutta la scarpa con la forma attenuata di un cucchiaio, e così fanno anche intersuola e suola. In pratica basta guardarle lateralmente per capire che hanno la forma di una gondola, con punta e tallone rialzati. Cioè se stai fermo in piedi ti senti quasi sbilanciato sul tallone, senza quella sensazione di appoggio che qualunque scarpa per correre, anche con drop 0, ti restituisce.

Noi abbiamo fatto una cosa che non andrebbe fatta: le prime 2 uscite le abbiamo fatte in strada. Che è un po’ come testare un 4×4 con ruote tassellate nel parcheggio del supermercato. Ma c’era un motivo: volevamo capire il comportamento della piastra anche in torsione. Ora, che una piastra in carbonio sia eccellente nel dare spinta e propulsione è ormai cosa assodata da tutte le scarpe road che hanno implementato questa tecnologia. Ma se il carbonio si flette e restituisce risposta elastica, generalmente non altrettanto si può dire delle sue capacità di torcersi. E questo comportamento del materiale bisogna averlo digerito bene prima di avventurarsi su terreni irregolari. Ma le North Face Flight Vectiv hanno una particolarità: la piastra è chiamata 3D perché ha anche dei rialzi laterali che contribuiscono alla stabilità dell’appoggio. Il che non è un aspetto banale quando gli appoggi sono parziali o disassati come in una corsa su un sentiero.

Detto ciò, torniamo alla questione della corsa di avampiede. Che poi dovrebbe essere la modalità e tecnica giusta e unica di corsa, soprattutto fuori strada. Sarà la forma rocker di piastra, intersuola e suola, sarà la restituzione di energia del carbonio, di fatto è che le Flight Vectiv enfatizzano la corsa in avanti, di avampiede. Cioè, è vero che ti senti proiettato in avanti. Che poi questo si traduca in una maggior velocità è tutto da vedere: in primis perché comunque ci vogliono le gambe, e poi perché sui trail è davvero difficile rendere omogenee le misurazioni, essendo estremamente variabili le condizioni. Ma su questo ci affidiamo alle parole di Pau Capell e degli altri atleti top di TNF.

A questo punto torniamo sullo sterrato. Per la questione del grip, della tenuta di strada, spendiamo giusto 2 righe: i tacchetti sono molti, morbidi, ben posizionati tra linea centrale e perimetro della suola e la tenuta è sempre stata ottima. Ma su questo c’era poco da dubitare.
Sul comportamento della scarpa ci sentiamo di dire meglio in salita che in discesa. Ma serve una spiegazione: Pau Capell ha detto che la Flight Vectiv è un’arma da discesa e che aveva la sensazione di volare. Non lo mettiamo in dubbio, ma per avere quella sensazione devi essere davvero bravo a correre in discesa, e se non lo sono tutti gli atleti top figuriamoci noi. La sensazione è che bisognerebbe lasciar andare la corsa e assecondare l’appoggio in avanti anche in discesa più di quanto abbiamo fatto per nostri evidenti e coscienti limiti.
In salita invece benissimo. Vuoi perché accorci naturalmente il passo, vuoi perché il tempo di contatto piede – terreno aumenta, vuoi perché la spinta si sente e vuoi perché il tallone in salita non lo puoi proprio usare (a meno di non camminare) ci siamo sorpresi a dire “wow!” tra noi e noi mentre salivamo agili e scattanti.

Ora, detto che le The North Face Flight Vectiv sono scarpe da 200 euro, per chi sono indicate? Per molti ma non per tutti. Se corri davvero i trail qualunque siano le tue distanze, e sei curioso e non fossilizzato sulle tue abitudini, sì, vale la pena provarle, perché si potrebbe aprire un nuovo mondo. Se invece non hai una buona tecnica di corsa e il trail è solo una variazione sul tema running, non fai grossi dislivelli né grandi distanze, ma sei comunque curioso e vuoi provare la piastra, allora potrebbe aver più senso cominciare da un modello meno estremo e più accessibile come le Enduris o le Escape, che la piastra ce l’hanno in TPU.

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