Freeride e fuoripista: 8 consigli per cominciare

Gli amanti del freeride fuoripista aumentano sempre di più, per il senso e la ricerca di libertà e divertimento che questa disciplina sa regalare. Lo dice anche l’Osservatorio italiano del turismo montano: il numero di sciatori che praticano esclusivamente il freeride e il fuoripista sta aumentando sempre più e per questo motivo molte località in Italia si stanno votando a questa disciplina segnalando sulle cartine le aree adatte al fuoripista e installando dispositivi per il controllo del funzionamento degli apparecchi Arva.

Freeride e fuoripista: 8 consigli per cominciare

Chi ama sciare e ha provato almeno una volta nella vita ad andare veramente in fuoripista, sperimentando l’ebbrezza della neve fresca, sa che si tratta di un’esperienza completamente diversa dallo sciare in pista e che bisogna conoscere alcune regole essenziali. Eccole.

1. Conoscenza delle proprie capacità

Freeride e fuoripista comportano una componente di rischio ed è quindi rivolto solo ed esclusivamente a sciatori esperti in grado di limitare i pericoli. Sciare fuoripista è molto più faticoso e impegnativo rispetto allo sciare in una pista battuta, quindi chi intende intraprendere questa attività deve sapere che deve essere sempre commisurata alle proprie capacità tecniche e fisiche, nonché all’esperienza sulla neve.freeride-capacità

2. Meteo

Bisogna sempre affrontare il fuoripista conoscendo prima le condizioni meteorologiche: il vento può creare disagi e modificare le condizioni del manto, mentre neve che cade e nubi basse possono ridurre la visibilità in modo anche drammatico, aumentando molto le difficoltà della discesa.

3. Abbigliamento e attrezzatura

Un adeguato equipaggiamento consente di ridurre notevolmente i rischi. Oltre a scegliere quindi un abbigliamento adatto alle basse temperature, è bene sempre indossare un casco, portarsi una pala, un Arva e un zaino dove mettere un cellulare e la mappa degli impianti. L’Arva va indossato vicino al corpo, o al limite in una tasca chiusa da cerniera adeguatamente resistente.

 

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4. In caso di incidente

È fondamentale non levarsi l’attrezzatura, specie il casco: il pericolo finisce solo quando si è stati recuperati, quindi nel caso rimanete fermi e attendete i soccorsi, considerando che ogni movimento rischia di farvi sprofondare di più. Nel caso foste testimoni di un incidente o di una valanga chiamate immediatamente il Numero Unico Emergenze 112 e fate avviare le ricerche segnalando l’incidente ai gestori degli impianti.

5. Rispetto per gli altri e per la montagna

Amare la montagna significa rispettarla in ogni sua forma, quindi se si intuisce che il proseguimento dell’attività escursionistica impone rischi per sé o per gli altri serve avere il coraggio e il buon senso di fermarsi. Questa regola vale sempre e dovunque, quando abbiamo gli sci ai piedi.Freeride-montagna-consigli

6. Non intraprendere un fuoripista da soli

La regola è di non praticare mai freeride e fuoripista da soli, ma di scendere sempre in compagnia di qualcuno, assicurandosi che tutti abbiano sempre le attrezzature di sicurezza. Se non vi sentite abbastanza sicuri affidatevi a maestri e guide che conoscono il territorio e vi accompagneranno in totale sicurezza.

7. Conoscenza del tracciato

Andare fuori pista non è una cosa da fare “a caso” o “quando capita”, ma va programmato studiando il tracciato. L’esperienza e la conoscenza della zona in cui sciamo ci aiuta a non prendere rischi eccessivi e a evitare le zone più pericolose. Attenzione che una traccia già percorsa non è automaticamente indice di sicurezza maggiore.

8. Fattore valanga

Il rischio maggiore per chi pratica lo sci fuoripista sono le valanghe. Prima di entrare nell’area è indispensabile controllare sempre il bollettino valanghe che si trova sul sito della località. La scala del bollettino va da 1 a 5, da un rischio debole a un rischio molto forte passando per: 2 moderato, 3 marcato e 4 forte. Occorre ricordare che già a partire da un livello 3 il distacco è possibile con debole sovraccarico soprattutto sui pendii ripidi (30-35 gradi).
Credits: Eider / Marco Tomasello

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