Passeggiate sulla neve in montagna: 9 pericoli da evitare

Passeggiate sulla neve in montagna: 9 pericoli da evitare

Le passeggiate sulla neve in montagna, con gli impianti di risalita per lo sci chiusi, e dopo un inverno confinati per lo più nel proprio Comune per via delle limitazioni legate alle zone colorate e all’emergenza Coronavirus, sono una delle attività più facilmente accessibili per chiunque vuole passare qualche ora in montagna.
Non parliamo di escursioni con le ciaspole in neve fresca, se non addirittura di gite scialpinistiche, ma proprio di passeggiate, sui sentieri battuti o sulle strade carrabili innevate, per raggiungere punti panoramici, qualche alpeggio, un rifugio.

Passeggiate sulla neve in montagna: 9 pericoli da evitare

Quello che i Paesi di lingua tedesca chiamano Winterwanderweg, o sentieri escursionistici invernali, possono nascondere pericoli ben maggiori di quelli che si possono immaginare. Come purtroppo anche recentemente balzato alla cronaca. Perché quelli che in estate sono piacevoli itinerari forse solo appena un po’ faticosi, in inverno, con la neve, possono nascondere insidie difficilmente prevedibili, anche per chi si ritiene esperto di montagna. Come questi 9 pericoli da evitare preparandosi bene alla propria escursione sulla neve.passeggiate-neve

1. Calcola bene l’itinerario

In montagna non si contano tanto i km ma il dislivello, e se questa regola vale in estate è ancor più importante in inverno, quando la neve e il ghiaccio possono rendere più lento o più faticoso il procedere tanto in salita quanto in discesa. E non c’è niente di peggio che ritrovarsi stanchi, sul far della sera, e indeboliti su un sentiero scivoloso.

2. Calcola bene le ore di luce

In inverno le giornate sono più corte, che è un modo sbagliato di dire che ci sono meno ore di luce. E spesso nelle vallate il buio arriva ancora prima. E anche in questo caso non è per niente piacevole ritrovarsi al buio, su un sentiero innevato o ghiacciato, e il rischio concreto di mettere un piede in fallo. Come minimo una lampada frontale dovrebbe trovare spazio nello zaino, ma è sempre meglio arrivare alla propria auto o abitazione prima che faccia buio.

3. Scarponi ai piedi (e ramponcini nello zaino)

Quello che è un sentiero facile o una carrabile agevole in inverno possono trasformarsi in vere e proprie trappole. La neve pressata può diventare una lastra di ghiaccio, si possono formare cumuli di neve compatta da superare, magari anche esposti verso il dirupo, o ci possono essere inaspettati passaggi più “tecnici” che richiedono appoggio saldo e buona presa. Un paio di scarponi invernali ai piedi, con una bella suola “carrarmato” e magari anche una mescola invernale sono il minimo sindacale. Ma nel dubbio un paio di ramponcini nello zaino possono risolvere un sacco di problemi: come abbiamo spiegato in questo articolo costano poche decine di euro, pesano poco e occupano poco spazio, si infilano sopra le scarpe e funzionano esattamente come le catene da neve. Un vero passepartout.

4. Occhio al freddo (e al caldo)

Gli sbalzi di temperatura repentini in montagna sono la regola, tanto in estate e ancor più in inverno. È un attimo passare da un alpeggio soleggiato in cui togliere giacca e felpa a un canalone all’ombra in cui il freddo entra nelle ossa. E ancora: è un attimo sudare copiosamente camminando in salita e ritrovarsi inzuppati di sudore a sentire freddo alla prima sosta. Il consiglio è arcinoto ma conviene sempre ribadirlo: vestirsi a strati, in tessuti tecnici sintetici o naturali (per esempio la lana merino opportunamente lavorata), e avere semper con sé anche un guscio contro le eventuali precipitazioni e almeno un baselayer, primo strato a contatto con la pelle, di ricambio.

5. Occhio ai pantaloni

Sono in molti a pensarla così: faccio una passeggiata, vanno bene anche i jeans. Poi i jeans, che sono di cotone, si inzuppano di neve, il cotone trattiene l’umidità, il tessuto si appiccica alla pelle, e si sente freddo o si fatica a camminare. Quindi anche per i pantaloni meglio il tessuto tecnico, ancor meglio se davvero impermeabile (water resistant) e non semplicemente water proof o water repellant (che significa che lascia scivolare via le goccioline di pioggia, non certo che non lascia passare l’umidità a contatto con la neve).

6. Fai il pieno di energia

Già camminare in montagna, in salita e in discesa, brucia un sacco di energie. Farlo in inverno, al freddo, ne brucia ancora di più. E rimanere senza energie in montagna è un po’ come in bicicletta: ti prende il coccolone e le gambe non vanno più. Non che sia necessario portarsi dietro chissà che cosa, ma del cioccolato, della frutta essicata o in guscio, delle gallette possono davvero risolvere la situazione.

7. Occhio alla sete

Il classico errore: è inverno, fa freddo, sono sulla neve, non avrò tanta sete. E invece è vero esattamente il contrario: anche al freddo i liquidi si consumano rapidamente, se non più rapidamente. Con la difficoltà che in estate ce ne si rende conto anche solo per il sudore, in inverno col freddo è più difficile regolarsi. Quindi sempre qualcosa da bere nello zaino, meglio ancora se un thermos con una bevanda calda (che non diventa troppo fredda di ora in ora).

8. Non fidarti dello smartphone

Nel senso di non confidare di poter controllare la strada sempre e solo sul tuo smartphone. Intanto perché col freddo le batterie degli smartphone durano meno, e potrebbe lasciarti all’improvviso. E poi perché il segnale in montagna non è sempre assicurato. Quindi non fidarti troppo del tuo smartphone, una tradizionale mappa o cartina cartacea è ancora la soluzione più affidabile e a basso costo (oppure ci sono anche i navigatori GPS per la montagna, ma ovviamente hanno un altro costo).

9. Non fidarti dello smartphone / 2

Anche nella malaugurata ipotesi che dovessi richiedere soccorso o aiuto non fidarti troppo del tuo smartphone. Non sempre telefonare è possibile, e non sempre i soccorritori sono in grado di ricostruire la posizione degli escursionisti da una semplice telefonata. Se non ti puoi permettere un localizzatore satellitare scarica almeno l’App Where Are You del numero unico 112 del Soccorso Europeo tramite la quale ti possono geolocalizzare immediatamente (come farsi trovare dai soccorsi in montagna l’abbiamo spiegato in questo articolo).
Credits photo: erge from Pixabay

 

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