Ogni volta è sempre la stessa cosa. Perché ormai dopo molti anni di gite e trekking, la cosa più brutta di una escursione in montagna è sempre la stessa. E purtroppo c’è poco da fare, perché non c’è modo di cambiarla.
La cosa più brutta di ogni escursione in montagna
Non importa se sia estate con il caldo o inverno con la neve, se una cosa veloce, da un paio d’ore, o un trekking dall’alba al tramonto, non importa se sono da solo, in coppia o in gruppo. Ogni volta c’è una cosa che mi disturba più di tutte e che ormai per me è il momento peggiore della mia escursione in montagna.
Una escursione sui monti
Non so voi, ma io quando esco di casa per andare in montagna vivo un mix di aspettativa, entusiasmo e anche un po’ di sano timore. Cerco sempre di preparare tutto la sera prima, dall’abbigliamento allo zaino e anche le informazioni sull’itinerario, ma mi capita anche di decidere all’ultimo momento, al risveglio, vestirmi al volo, buttare le cose essenziali nello zaino, che ormai quelle non sbaglio a metterle e non le dimentico, e partire a volte anche con solo una vaga idea di quello che voglio fare.
Uno dei momenti che più mi godo è quando mi prendo qualche minuto prima di attaccare il sentiero. Se c’è un bar o un forno a valle mi fermo per un caffè, qualcosa da mangiare, e soprattutto due chiacchiere con le persone del luogo. Magari per chiedere informazioni sull’itinerario, o cosa ne pensano del meteo.
Ogni volta, quando comincio a camminare, mi dico sempre che forse non era il caso, che fa troppo caldo o troppo freddo, che non avrò abbastanza tempo, che ho scelto un itinerario troppo lungo, con troppo dislivello, troppo tecnico. Non so perché, ma sono le stesse insicurezze di prima di un’interrogazione o un esame universitario. Sarà forse del timore reverenziale nei confronti della montagna, non ho mai ben capito.
In ogni caso dopo un po’ il fiato si spezza, il respiro diventa regolare e ritmico, il passo si scioglie, tutto entra in una specie di flow e comincia la magia di ogni gita in montagna, quel senso di benessere ed estasi fisico-emotiva che è uno dei motivi per cui andare in montagna ci rende felici.
Il silenzio della montagna e il rumore della città
Ma non è ancora arrivato il momento della cosa più brutta di un escursione in montagna. Perché prima c’è la soddisfazione di arrivare alla meta dell’escursione, un rifugio, una vetta, un passo, o magari anche solo il termine di un giro ad anello.
Ecco, è proprio quando la gita sta per finire che succede quello che meno mi piace di ogni gita in montagna. Ed è il momento in cui ricomincio a sentire i rumori della città, soprattutto i rumori delle auto o delle moto che spezzano il silenzio naturale della montagna che è parte della sua magia. Ecco, quando ricomincio a sentire i rumori a cui ci siamo assuefatti in città, che caratterizzano ogni giorno della nostra vita urbana senza che ce ne rendiamo conto, e che solo quando sei nel silenzio del bosco, della natura e della montagna riesci a percepire nella loro assenza, per me è questa la cosa più brutta di un escursione in montagna.
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Photo by Toomas Tartes / Wojciech Then / Lucas Clara
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