Girare da soli l’Uzbekistan in treno è la cosa migliore da fare questa estate, da Samarcanda a Khiva

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L’Uzbekistan in questo momento è forse l’unico viaggio possibile se vuoi farti ammaliare dall’Oriente misterioso, dalle atmosfere della Via della Seta. Con le difficoltà a viaggiare in diversi paesi del Medioriente, per non parlare dell’Afghanistan, rimane l’Uzbekistan, ed è un’avventura sicura, facile e davvero entusiasmante. L’ho fatto e ci tornerei subito. Ok, in estate fa un po’ caldo, soprattutto se vai verso il deserto del nordovest, ma è sopportabile.

Il mio viaggio indipendente in Uzbekistan in treno da Samarcanda a Khiva

L’Uzbekistan è un mix di storia, natura, avventura e panorami da fiaba, un viaggio che andrebbe fatto almeno una volta nella vita.
Non solo perché è una delle mete più affascinanti dell’Asia Centrale, l’accoglienza è calorosa, i prezzi bassi, la sicurezza elevata (risulta fra i paesi più sicuri al mondo, complice un governo autoritario e molta polizia in giro), ma anche perché oggi è diventato facile da organizzare in autonomia.uzbekistan-khiva
Dall’Italia ci sono voli sulla capitale Tashkent e soprattutto su Samarcanda: sono arrivato qui facendo scalo a Abu Dhabi. Poi mi sono mosso in treno, con il comodissimo Afrosyob, treno moderno e veloce che da Tashkent arriva a Khiva, passando per Samarcanda e Bukhara. C’è l’aria condizionata, sedili comodi, servizio impeccabile. da Samarcanda a Bukhara ci vogliono 2 ore, poi altre 3 fino a Khiva.uzbekistan-treno
Se fai questo itinerario potrebbe perfino bastare una settimana se ti organizzi bene, anche se 10 giorni sono meglio e te la godi di più. Ecco il mio itinerario in sintesi, dove le deviazioni sono importanti.

 

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Samarcanda, non solo Registan

Si atterra a Samarcanda nel nuovissimo aeroporto che ha la struttura architettonica a forma di libro aperto. Samarcanda è una città mitica che non ha bisogno di molte presentazioni: dalla gloria di Tamerlano a fine XIV secolo ai caravanserragli della Via della Seta, dai viaggi hippy degli ani ’70 alla canzone di Roberto Vecchioni… il fascino è assoluto, incarnato dalla piazza del Registan, giustamente ritenuto uno dei posti più belli del mondo.uzbekistan-ospitalità
Il colpo d’occhio sul Registan – con le madrase monumentali – vale da solo il viaggio. Ogni dettaglio è un’opera d’arte: maioliche azzurre, volte stellate, geometrie perfette. Ci sono andato in diversi momenti della giornata: il meglio è la mattina quando non c’è nessuno e la sera quando viene illuminata benissimo e le famiglie si ritrovano a chiacchierare e mangiare gelati.
Ma Samarcanda merita un paio di giorni per. edere anche la via dei mausolei di Shah-i-Zinda (chissà perché ci vanno in pochi), l’osservatorio astronomico di Ulugh Beg, il bazar, i tè alla menta nei cortili, i momenti di preghiera nelle moschee grandi o piccole. Per il resto, Samarcanda è una cittadona sovietica in grande espansione, con locali alla moda, birrerie, ristoranti da matrimonio (alla uzbeca, quindi giganti).
Vale la pena spingersi fino alla Riserva di Zaravshan, dove vive il raro cervo del deserto, e alla Gola di Khoja-Kurgan per un trekking tra fossili e paesaggi quasi alpini.uzbekistan-mausoleo-tamerlano
Ma il meglio deve ancora venire.

Bukhara e il fascino dei khan pazzi

Dopo due ore sul treno Afrosiyob – moderno, climatizzato e comodissimo – arrivo a Bukhara, che trovo ancora più affascinante di Samarcanda perchè più omogenea nel panorama, che ti ributta indietro nel tempo. Cioè al tempo dei khan, gli emiri che dal medioevo la dominavano con il terrore: personaggi eccentrici e spesso fuori di testa che si divertivano a tagliare teste per un nonnulla e se la spassavano in palazzi sontuosi, con megapiscine, harem comodissimi, giardini per i pavoni, gazebo da cui non ti muoveresti mai. L’ultimo venne spodestato dai Russi nel 1920, con grande sollievo della popolazione locale.
Il centro storico è un gioiello di caravanserragli, moschee, bazar e piazze sonnolente. Imperdibile la moschea Po-i-Kalyan illuminata al tramonto, anche da lì fai fatica ad andartene, ha un’atmosfera magnetica. mi è piaciuta anche la piccola moschea Chor Minor, e i caffè attorno allo stagno di Lyabi Hauz, il posto dove mangiare ascoltando musica (compresa ‘Mamma Maria’ dei Ricchi e Poveri, che qui amano alla follia insieme ad altre trashate italiane).
Un paio di giorni a Bukhara bastano, ma potresti anche esplorare i dintorni a sud della città seguendo il leggendario fiume Amu Darya. A un’ora di auto c’è la  Riserva Naturale di Jayron, un progetto per fermare l’avanzata del deserto del Kyzylkum, ripopolare la fauna selvatica e regalare emozioni da safari su una Lada Niva che sembra averle viste tutte, osservando gazzelle (!!), cervi battriani e cavalli selvaggi.
Ma anche qui, non avevo ancora visto il meglio.

 

 

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Khiva, dentro una fiaba

Il meglio, per me, arriva a Khiva, l’ultima tappa dell’itinerario. Si raggiunge in tre ore di treno cha attraversa il deserto.
Per ragion di date e orari, mi è capitato in realtà di arrivarci su un treno sovietico locale che viaggiava a 30 kmh e ci ha messo 8 ore sotto una temperatura da 48° senza aria condizionata. Epperò l’esperienza è intrigante: famiglie che occupano lo scompartimento e ti invitano a prendere il tè, venditori di pesce secco e semi di zucca, capitreno sbrigativi, viaggiatori che non troveresti mai in prima classe, cicloturisti che arrivavano dal Kazakhstan con cui condividere consigli… Una volta nella vita lo puoi fare, poi riapprezzi l’Afrosyob fresco e veloce.
In ogni caso, sbarchi a Khiva e la magia ti assale.uzbekistan-khiva-centro
È una città antichissima, sospesa nel tempo, con mura di fango e minareti turchesi che sembrano usciti da un film tra Star Wars, Mad Max e Le mille e una notte.
Khiva è piccola, ma se vuoi viverla davvero e scoprirla strato dopo strato, consiglio di starci 3-4 giorni in relax. Cammini sul sentiero della Via della Seta e ti perdi tra le vie dell’Itchan Kala, il cuore fortificato della città. Puoi anche evitare di comprare il colbaccone di lana di pecora o i gadget che vendono per le strade: sì, ormai il turismo è una realtà anche qui, ma non è un buon motivo per perdere Khiva. Mangiare carne e verdure speziate su una terrazza panoramica la sera, mentre le vie si animano di gente, è una cosa che non ha prezzo.

 

Karakalpakstan, magia e follia

Con qualche giorno a disposizione, da Khiva si può partire per esplorare il Karakalpakstan, una regione remota e straordinaria a partire dal nome. Sei nel deserto intervallato da fortezze (la via dei Q’ala), dormi nelle yurte di Moynaq sotto cieli di una bellezza demenziale, viaggi con lo sguardo ipnotizzato dalle formazioni rocciose dell’Altopiano di Ustyurt (che arriva in Kazakistan). E se riesci a sopportare il caldo (evitare luglio e agosto, davvero), puoi andare a vedere quel che rimane del Lago d’Aral, disastro ecologico frutto della bislacca programmazione agricola sovietica – l’uzbekistan doveva diventare il massimo produttore di cotone, usando l’acqua del lago. Corollario: i locali stanno cercando di far rinascere l’area, anche in chiave turistica, con operazioni di bonifica che si spera vadano a buon fine.
Una tappa intensa, che regala paesaggi surreali e storie che toccano.uzbekistan-karakalpakstan
Per i cultori dell’arte e delle storie toccanti: andate a Nukus, c’è il Museo Savitski, che raccoglie il meglio dell’arte sovietica del ‘900, quella che il regime comunista voleva nascondere ma che Igor Savitsky è riuscito a strappare all’oblio. ci sono migliaia di opere straordinarie, ma forse ancora più straordinaria è la storia dell’uomo che in decenni è riuscito a mettere i piedi quello che ora è chiamato “Il Louvre del deserto”.
Ne parla anche il libro italiano “Anche se proibito – La folle impresa di Igor V: Savitsky”

 

 

Quanto è scuro l’Uzbekistan?

L’Uzbekistan è oggi una delle destinazioni più sicure dell’Asia. Il paese punta molto sul turismo e si percepisce: controlli efficienti, personale accogliente, molta polizia turistica, zero stress. Viaggiatrici e viaggiatori solitari possono muoversi tranquilli.
Le strutture in cui dormire non sono moltissime ma si trovano yurte, B&B e alberghi di buona qualità a prezzi piuttosto economici (ho dormito in camere da 4 con un range di prezzi da 25 a 80 euro a notte in totale per 4 persone)

Cosa si mangia in Uzbekistan

La cucina uzbeka è un mix di sapori turchi, persiani e russi. Si mangia bene ovunque e spesso a prezzi contenuti. Tra i piatti tipici da provare:

  • Plov: il piatto nazionale, riso con carne, carote e spezie.
  • Samsa: fagottini ripieni cotti nel tandir.
  • Lagman: zuppa di noodles con carne e verdure.
  • Kebab e manti, ovunque.
  • Vegetariani benvenuti: ci sono molti piatti di verdure in diverse composizioni, cotture e ocnidmenti
  • Da non perdere il tè verde e la frutta secca, spesso offerta a fine pasto

Foto Martino De Mori

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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