Il trend della “Snackification” è un rischio o un’opportunità?

Il trend della "Snackification" è un rischio o un'opportunità?

La vita oggi è frenetica, e per chi pratica sport, il tempo è una risorsa preziosa. Così sempre più spesso, i ritmi serrati ci portano a saltare il classico pasto seduti a tavola, in favore di un’alimentazione fatta di spuntini veloci e frequenti. È la “snackification”, una tendenza globale che, secondo i dati di Euromonitor International, ha fatto crescere il mercato degli snack fino a 680 miliardi di dollari nel 2024.

Il trend della “Snackification” è un rischio o un’opportunità?

Ma per chi mangia uno snack veloce, ancor più se è un atleta, amatoriale o professionista, questa tendenza è un rischio per la salute e la performance, o un’opportunità per ottimizzare l’apporto energetico? La risposta, come spesso accade, sta nell’approccio e nelle scelte che facciamo.

Lo snack come alleato: quando la “snackification” funziona

Per un atleta, lo spuntino non è un semplice “spezza-fame”, ma un vero e proprio strumento strategico di nutrizione. Se usata in modo intelligente, la snackification può diventare la chiave per mantenere un livello di energia costante e supportare al meglio l’allenamento.

Il trend della "Snackification" è un rischio o un'opportunità?

1. Il carburante per l’allenamento: consumare lo snack giusto prima di un’attività fisica (1-2 ore prima) – detto anche razione d’attesa – serve a fornire energia immediata e a prevenire la stanchezza. Ideale una combinazione di carboidrati e proteine, come una banana con un cucchiaio di burro d’arachidi o una fetta di pane integrale con un po’ di marmellata.

2. Energia costante durante l’attività: per attività prolungate (escursionismo, cicloturismo, o corse lunghe), gli spuntini sono essenziali per ricaricare le batterie. Gel energetici, barrette di cereali o frutta secca (datteri, uvetta) sono perfetti da portare con sé, grazie alla loro praticità e all’alta concentrazione di zuccheri a rapido assorbimento.

3. Il recupero post-allenamento: subito dopo lo sforzo, il nostro corpo ha bisogno di nutrienti per riparare i tessuti muscolari e ripristinare le scorte di glicogeno. Uno snack a base di proteine e carboidrati, come dello yogurt greco con frutta fresca o una barretta proteica di alta qualità, è la scelta migliore.

I rischi da non sottovalutare: quando lo snack ti tradisce

Tuttavia, l’altra faccia della medaglia è che la snackification, se non gestita correttamente, può portare a conseguenze negative per la salute e la forma fisica. È qui che emerge la differenza tra uno “snack funzionale” e un semplice “comfort food”.

Il trend della "Snackification" è un rischio o un'opportunità?

1. L’alimentazione monotona: sostituire i pasti principali con spuntini, anche se apparentemente sani, può portare a un’alimentazione monotona e carente di micronutrienti essenziali. Gli snack “ultra-processati” da supermercato sono infatti spesso poveri di nutrienti e ricchi di additivi. I pasti completi, invece, offrono la varietà di vitamine, minerali e fibre di cui il corpo ha bisogno.

2. L’aumento di peso e i problemi metabolici: l’abitudine di fare continui spuntini, soprattutto se di bassa qualità, può generare un “disordine metabolico”. Il corpo, infatti, ha bisogno di regolarità per ottimizzare i processi digestivi. Saltare i pasti principali e “spiluccare” tutto il giorno può causare un’instabilità dei livelli di zuccheri nel sangue, aumentando il rischio di sovrappeso, obesità e diabete di tipo 2.

3. Il “comfort food” che non aiuta: molti spuntini infine sono consumati più per motivazioni emotive, come la gratificazione personale o il sollievo dallo stress. Questa abitudine può portare a una dipendenza dal “comfort food”, che spesso è ricco di zuccheri, grassi saturi e sale. Una dieta basata su questi alimenti non solo fa salire l’ago della bilancia, ma può anche portare a stati infiammatori latenti, rischiando di minare la salute a lungo termine.

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Il nostro consiglio: la strategia vincente

La snackification, per lo sportivo, non deve essere una sostituzione, ma un’integrazione. L’approccio vincente è quello di mantenere la regolarità dei tre pasti principali e di aggiungere spuntini strategici.

Non c’è bisogno di ricorrere a costose barrette industriali: uno yogurt bianco con frutta secca, una manciata di noci, un frutto o delle verdure crude possono essere soluzioni pratiche e salutari. La chiave è la consapevolezza e la qualità degli alimenti, per usare la “snackification” a proprio vantaggio, trasformandola in un’opportunità di salute e performance.

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