Coronavirus Fase 2: il decalogo per ricominciare a fare sport

Coronavirus Fase 2: il decalogo per ricominciare a fare sport

Questa mattina abbiamo finalmente potuto ricominciare a fare sport. E sì, anche io sono uscito, di buon mattino, una sgambata di un’oretta, tranquilla e senza obiettivi se non quello di riassaporare il piacere di pedalare, dell’aria fresca del mattino, della libertà di poter andare in giro – con tutte le accortezze del caso! – e di infilarmi in un sentiero con la mia mountain bike. Erano due mesi che non lo facevo, ed è stato bellissimo, inutile negarlo. I sensi, l’attenzione, erano tutti per ciò che mi circondava, che poi sono i boschi, le strade e i sentieri che conosco benissimo, perché sono quelli soliti, intorno a casa. Ma questa mattina avevano qualcosa di nuovo, come la stessa ricetta a cui hai aggiunto un pizzico di un ingrediente diverso, e mentre mangi provi a coglierne le sfumature.

Coronavirus Fase 2: le regole per ricominciare a fare sport

E così, senza particolari obiettivi se non quello di stare un po’ in giro, mi è venuto in mente anche questo decalogo per ricominciare con la corsa e il ciclismo in questa Fase 2 dell’Emergenza Coronavirus.

1. Controlla le Ordinanze

C’è il DPCM del 26 aprile e ci sono le FAQ del Governo che dicono che sì, dal 4 maggio 2020 si può tornare a fare sport all’aperto, senza limitazioni di distanza da casa. Poi però ci sono le ordinanze regionali, e sono un caos: Fontana in Lombardia prima ha messo l’obbligo della mascherina poi ha chiarito che basta averla con sé nel caso di bisogno; Rossi in Toscana che puoi farlo solo nel tuo Comune e con una distanza di 1,8 metri; Toti in Liguria solo nel tuo Comune e dalle 6:00 alle 22:00; De Luca in Campania prima voleva “arrestare i cinghialoni che corrono e sputacchiano tra i bambini e gli anziani” (sic) e poi ha detto che dalle 6:30 alle 8:00 si può fare quello che si vuole senza mascherina. Insomma, una giungla in cui abbiamo cercato di mettere ordine con questo articolo.

2. Servirebbe l’autocertificazione

Anche qui il caos. Nelle FAQ del Governo c’è scritto che comunque, per uscire di casa, per qualunque motivo, serve l’autocertificazione, nelle consuete modalità (cioè, la puoi portare con te o compilare sul momento): lo spieghiamo qui. Il che è già abbastanza caotico: fare sport è lecito, ma se ti trovano in giro che corri, con le scarpe da running, i pantaloncini da running, le maglietta da running e che sfrecci a 10 km/h però devi giustificare che sì, stai correndo. Non bastasse questo ieri il Viminale ha emanato una circolare in cui dice sostanzialmente di usare il buon senso, e che non serve l’autocertificazione. Quindi? Quindi boh: se corri nel tuo comune, dove vigili e carabinieri ragionevolmente ti conoscono, probabilmente nessuno ti fermerà per chiederti l’autocertificazione (così è successo a me questa mattina); se esci dalla tua zona (e dalle FAQ è lecito anche spostarsi con i mezzi propri o pubblici per andare a fare sport) potrebbe capitare che qualcuno te ne renda conto. Nel dubbio, keep calm e sappi che puoi fare l’autocertificazione anche al momento, come in qualunque altra situazione.

3. Portati il buff

Anche sulla questione mascherina sì / mascherina no è un gran caos. Dal DPCM non si capisce, nelle FAQ nemmeno, e tutto ricade ancora sulle ordinanze locali, regionali e comunali. La linea più rigorosa al momento è quella della Lombardia: prima obbligatoria sempre, poi da portare con sé e indossare nel caso non si possano rispettare le norme di distanziamento sociale. Ma correre o pedalare con la mascherina è uno schifo (lo abbiamo fatto, per capire com’è, ed è impossibile) per cui meglio il buff, come abbiamo fatto questa mattina: te lo metti al collo e lo tiri su a coprire naso e bocca se ce n’è il bisogno. E a questa cosa dovremo farci l’abitudine per lungo tempo.

4. Keep calm

Sì, l’entusiasmo è a mille, siamo carichi come dei puma, la voglia è tanta, ma là fuori è pieno di gente pronta a darci dell’untore. Inutile negarlo: poche pecore nere che in pieno lockdown si sono fatte beccare comunque in giro – qui quello della multa da 933 euro per esempio – non hanno fatto altro che esacerbare gli animi nella gente. Di più: chi pensava che saremmo migliorati si è sbagliato: chi già prima ci mal tollerava sulle strade oggi è ancora più nervoso. Per cui keep calm e basso profilo. Come direbbe Eduardo De Filippo, “Ha da passà ‘a nuttata”.

5. È come dopo un infortunio

Due mesi di inattività totale, per chi ha sopportato un lockdown completo come un kebab, sono come un infortunio serio. Il che significa due conseguenze: la prima è che la forma – in termini di tono muscolare e resistenza – è un lontano ricordo, e se vuoi averne una misura abbastanza attendibile puoi leggere qui cosa succede quando smettiamo di allenarci; la seconda è che il rischio di infortuni è abbastanza alto, proprio perché tono muscolare, abitudine di legamenti alle sollecitazioni, flessibilità articolare e tutto il resto sono anch’esse un lontano ricordo. Quindi piano, molto piano: l’obiettivo è ricominciare, nella speranza di non fermarsi più.

6. È come dopo la riabilitazione

Se invece il lockdown non è stato completo ma hai potuto fare almeno qualcosa di allenante, come circuiti a corpo libero, TRX, esercizi con i pesi o altro, è come dopo la riabilitazione successiva a un infortunio. Non sei proprio a zero ma la condizione specifica è un’altra cosa e l’obiettivo è sì ricominciare e intanto provare a stare in giro il più possibile, ragionevolmente quanto eravamo abituati a fare più o meno fino a prima del Coronavirus: qui qualche consiglio per ricominciare a correre che può essere un buon vademecum in questo frangente

7. È come dopo la pausa invernale

Se invece hai avuto la fortuna di continuare ad allenarti su rulli o tapis roulant, allora è un po’ come dopo la pausa invernale: non è proprio la stessa cosa (qui per esempio vantaggi e svantaggi dell’allenamento sul tapis roulant)) però insomma non parti proprio da zero, ed è un bel vantaggio.

8. Scegli orario e percorsi giusti

Lo ammettiamo: la sensazione di essere sopportati e di dover cercare orari e percorsi alternativi per evitare di incontrare troppa gente non è piacevole. Ma viviamo tempi eccezionali e forse è il caso di adottare strategie alternative. Se al solito parco – sempre che abbia riaperto, vedi punto 1 – alla solita ora c’era sempre un sacco di gente, non è una buona idea andarci come al solito, perché le regole di distanziamento sociale danno facoltà ai sindaci di intervenire per evitare che si formino assembramenti; se eri abituato ad attraversare il centro paese ed è metà mattina per ciu potrebbero esserci persone in fila alla posta o al negozio di alimentari, magari è meglio fare un giro un po’ più largo. Insomma, gli esempi potrebbero essere moltissimi, buonsenso e accortezza possono essere la stella polare per evitare problemi in questo periodo.

9. Mantieni le distanze

È la regola generale, mantenere le distanze, ma per gli sportivi vale ancora di più. C’è uno studio sulla diffusione dei droplet – le goccioline del respiro che potrebbero contenere il virus – che spiega bene come di corsa e in bici si potrebbe creare una nuvola dai 5 ai 10 metri dietro la persona: lo puoi leggere nel dettaglio qui.

10. Stai attento

Anzi, stai doppiamente attento: ai rischi potenziali che tutti abbiamo imparato in questo periodo, per gli sportivi ce ne sarebbe uno ulteriore, e cioè che nel pieno dello sforzo fisico e anche in una finestra temporale successive si ha un indebolimento delle difese immunitarie: lo studio scientifico lo trovi qui. Sì, fare sport è consigliato anche dall’OMS come modo per mantenerle in salute, ma gli sforzi eccessivi possono indebolirci temporaneamente, per cui stai attento, sia durante che dopo il tuo legittimo, sacrosanto e bellissimo allenamento.

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