Coronavirus, gli sport più a rischio secondo il report nelle mani del Governo

Coronavirus, gli sport più a rischio secondo il report nelle mani del Governo

Quali saranno gli sport più a rischio durante la fase di convivenza con il nuovo Coronavirus? Ce lo spiega un accuratissimo report del Politecnico di Torino, intitolato “Lo sport riparte in sicurezza”, consegnato ieri al Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, dal numero uno del CONI Giovanni Malagò. Dal contatto tra gli atleti agli spogliatoi, passando per il contatto col pubblico, l’ambiente chiuso e la possibilità di usare DPI: il report ha studiato le potenziali problematiche che potranno emergere nelle 387 discipline sotto il CONI e il Comitato Italiano Paralimpico. Nel documento sono presenti anche delle raccomandazioni, elaborate dalla Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI), su come affrontare ogni singola fase di un allenamento e di una gara nel momento in cui si tornerà a giocare, ma il virus sarà ancora presente nella popolazione. Tutto ciò per permettere al Governo di valutare in modo chiaro quali impianti sportivi riaprire per primi e quali misure adottare per tutelare la salute di atleti, allenatori, arbitri, staff e così via. Una di queste, per quanto riguarda gli sport di squadra e di contatto (chiaramente quelli più a rischio), potrebbe essere un tampone ogni 48 ore prima di ogni incontro e l’obbligo di mascherina e distanziamento in panchina.
Andiamo ora a vedere le prime anticipazioni inerenti al report: continuate a leggere qui sotto.

Gli sport più a rischio secondo il report del Politecnico di Torino

Lo studio dovrebbe essere pubblicato nei prossimi giorni sul sito del Politecnico di Torino. L’ateneo piemontese ha sintetizzato in un unico (dettagliatissimo) documento tutte le potenziali problematiche che potrebbero emergere in 387 discipline sportive, assegnando a ognuna di loro un livello di rischio: 0 (inesistente), 1 (scarso), 2 (medio), 3 (alto), 4 (elevato). Le situazioni valutate sono le seguenti: contatto con gli atleti, contatto con i tecnici, contatto col pubblico e gli accompagnatori, contatto con giudici/cronometristi/raccattapalle, spogliatoi, ambiente chiuso, attività in piscina, dispositivi di protezione, digitalizzazione (telemedicina, telecoaching, spettatori). Ora la palla passa al Governo, che dovrà analizzare attentamente il rapporto e capire come (e quando) far ripartire lo sport in tutta sicurezza.
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Rugby, basket e volley i più a rischio

Parlando di contatto fisico tra gli atleti, le discipline più a rischio saranno il basket, la pallavolo e il rugby (rischio 4); sui primi due sport ci sono gli occhi puntati anche per il fatto dell’ambiente chiuso (rischio 4), dove è più facile contagiarsi. Il calcio è l’unico sport di squadra a non aver ricevuto alcun “rischio 4”, quindi appare un po’ più sicuro specialmente per via dell’assenza di contatti costanti in campo. Per quanto riguarda queste attività, il report consiglia una serie di accortezze che potrebbero, in un certo senso, sconvolgere la vita degli atleti e degli allenatori: tamponi ogni 48 ore prima di un evento, distanza interpersonale e mascherina in panchina, attività teorica al posto degli allenamenti per provare gli schemi. Tra le discipline più a rischio contagio ci sono, ovviamente, anche quelle di contatto come la boxe e alcune arti marziali come il judo.

Tennis, nuoto, atletica, ciclismo

Secondo il rapporto, le attività individuali e all’aperto come il golf, il ciclismo e l’equitazione sono tra le più sicure. Diversi i casi del nuoto e dell’atletica, che in allenamento non presentano problemi ma in gara sono contraddistinti da un “rischio 3” in termini di contatto tra gli atleti. Tutte le discipline praticate su superfici non possibili da sanificare e disperdibili (come il salto in lungo) sono inserite tra gli sport dove il pericolo di contagio è più alto. Il tennis vanta un “rischio 0” in quasi ogni voce, ed è per questo che potrebbe essere uno dei primi sport a riprendere a pieno regime. Le misure di sicurezza per questa attività, secondo il sito di Sky Sport, saranno gli occhialini protettivi per evitare il contatto occhi-mani e le palline personalizzate. Per quanto riguarda vela e canoa, gli esperti del Policlinico di Torino consigliano la riduzione del numero degli atleti. Negli sport dove sono fondamentali le attrezzature (come la scherma), infine, disinfettare gli strumenti prima e dopo ogni gara e allenamento diventerà la prassi. I dettagli dello studio saranno disponibili una volta che il report verrà pubblicato integralmente, in tutte le sue dieci voci (dall’inquadramento del rischio all’applicazione delle buone prassi ad alcune discipline olimpiche e paralimpiche), sul sito del Politecnico di Torino.
(Foto di copertina: KeithJJ / Pixabay)

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