Perché fare la pipì in piscina è un pericolo per la salute

Fare la pipì nell'acqua delle piscine non è solo un problema di igiene ed educazione, ma proprio un rischio per la vita

Fare la pipì in piscina

Se fai la pipì in piscina l’acqua diventa rossa e ti scoprono subito“: chi non ha mai creduto, almeno per un giorno, almeno per un’ora, al mito degli anni Ottanta secondo il quale nelle piscine pubbliche mettevano dei reagenti coloranti all’acido urico? Be’, leggenda o meno, di fatto molti sono rimasti segnati nel Super-Io e la pipì in vasca non la fanno. Questione di educazione, e questione di igiene.

Perché fare la pipì in piscina è un pericolo per la salute

Ma ce ne sono un sacco che invece la pipì in piscina la fanno eccome. Il vostro vicino di corsia? Probabilmente, ma non solo, visto che Micheal Phelps (al Wall Street Journal) e Ryan Lochte (in occasione delle Olimpiadi di Londra) hanno candidamente ammesso di farla eccome, in allenamento come in gara.

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Ora si scopre che la pipì nell’acqua delle piscine non è solo un problema di igiene ed educazione, ma proprio un rischio per la vita. Dopo il caso del ragazzino del Nebraska che nel 2006 ha rischiato di morire, uno studio condotto dalla China Agricultural University con la Purdue University e pubblicato su Environmental Science & Technology ha dimostrato come la combinazione di cloro e acido urico possa generare cloruro di cianogeno, una sostanza usata come arma chimica nel corso della Seconda guerra mondiale capace di attaccare polmoni, cuore e sistema nervoso tramite inalazione o ingestione e portare anche alla morte.

Fare la pipì in piscina

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E quindi – per timore che qualcuno non si trattenga – dobbiamo smettere di andare in piscina e dedicarci solo al wild swimming, il nuoto in acque libere? Assolutamente no: anche in piscina i benefici del nuoto rimangono immensamente superiori ai potenziali rischi. Però qualche accorgimento in più può essere utile: per esempio preferire quando possibile le piscine che, in modo naturale (finestre) o forzato (sistemi di ventilazione) garantiscono una frequente e abbondante circolazione dell’aria, se non proprio quelle all’aperto, almeno in estate: infatti secondo uno studio del 1994 la circolazione dell’aria abbatterebbe il rischio riscontrato nei nuotatori professionisti di rintracciare cloroformio nel sangue.

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E sicuramente evitare di fare la pipì in acqua, giusto?

Credits foto: Pixabay

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