La dieta anti-infortuni: cos’è?

Tra i capisaldi della dieta antinfiammatoria c'è l'assunzione di acidi grassi omega 3 (meglio se marini) per mezzo dell'alimentazione e dell'integrazione (l’organismo non è capace di sintetizzarli) con una doppia azione: la riduzione della produzione dell'interleuchina-6, una sostanza infiammatoria prodotta dal muscolo in seguito all'esercizio fisico intenso, e l'aumento dei livelli delle prostaglandine della serie 1, dotate di effetti antinfiammatori. Chi si alimenta secondo questi principi ha dimostrato, in generale, di soffrire meno di problemi a tendini, articolazioni e muscoli.

L’attività fisica è un caposaldo della salute, così come lo è l’alimentazione. Pianificare pasti bilanciati è importante non solo per gli atleti professionisti, ma anche per chi pratica sport semplicemente per rimanere in forma e sentirsi meglio. Un concetto ribadito alla terza edizione del Congresso Internazionale Science in Nutrition, promosso dalla Fondazione Paolo Sorbini e tenutosi a Milano con la partecipazione di professori, medici e nutrizionisti di fama mondiale.

Gli esperti, sulla base delle ultime ricerche scientifiche, hanno parlato della dieta antinfiammatoria nella prevenzione, e in alcuni casi nella cura, delle malattie croniche e degenerative. La seconda sessione del congresso, Sports and Nutrition, era interamente dedicata al tema dell’alimentazione nello sport. Gli studi parlano chiaro: una dieta bilanciata, basata sul controllo ormonale attraverso il cibo secondo i principi della dieta Zona ideata dal professor Barry Sears, insieme a una corretta integrazione, aiuta a migliorare la prestazione atletica e a prevenire o recuperare dagli infortuni.

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