L’influenza del disturbo ADHD sulle fasce di età: come funziona e come si cura

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L’ADHD è un disturbo del neuro-sviluppo che nasce nei primi anni di vita ma non smette di evolvere: comprenderne l’“orologio biologico” aiuta a scegliere le cure giuste in ogni fase. In Italia la prevalenza stimata oscilla fra l’1,4 e il 3 % dei bambini di 5-17 anni, valore più basso della media mondiale, ma i clinici concordano che molti casi restano sommersi.
Nell’età adulta, invece, il tasso riconosciuto è circa 2,8 %, sempre con ampio margine di sottodiagnosi. La ragione è semplice: i sintomi cardine – disattenzione, iperattività, impulsività – cambiano volto mentre il cervello matura e le richieste dell’ambiente mutano.

Infanzia, quando il motore gira sempre al massimo

Fra i 4 e i 10 anni l’ADHD si presenta soprattutto con iperattività manifesta: bambini che sembrano “motori perennemente accesi”, faticano a restare seduti o a seguire consegne complesse. La corteccia prefrontale, regista delle funzioni esecutive, arriva a maturazione con qualche anno di ritardo rispetto ai coetanei; la risonanza magnetica mostra una più lenta riduzione dello spessore corticale in aree che controllano l’autocontrollo e l’attenzione.adhd-bambini
Se non trattati, questi bambini rischiano difficoltà negli apprendimenti e bassa autostima, perciò le linee guida raccomandano un mix di parent-training, interventi scolastici mirati e – nei casi più gravi – farmaci stimolanti, che aumentano la disponibilità di dopamina e noradrenalina nelle sinapsi migliorando concentrazione e autocontrollo.

 

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Adolescenza, la “migrazione” dei sintomi

Con la pubertà la tempesta ormonale e il salto di autonomia scolastica creano un nuovo equilibrio: l’iperattività fisica spesso si trasforma in inquietudine interna, mentre l’impulsività può spostarsi su comportamenti a rischio (guida spericolata, uso di sostanze).
Studi italiani mostrano che, pur diminuendo l’irrequietezza, la disattenzione resta elevata e peggiora il rendimento scolastico e la qualità delle relazioni. In questa fase aumenta il rischio di disturbi dell’umore e d’ansia; per questo le terapie comportamentali includono training sulle abilità socio-emotive e, se indicato, l’aggiunta di atomoxetina o psicostimolanti a rilascio prolungato. Cruciale è la gestione del passaggio ai servizi per adulti: un’indagine recente denuncia percorsi di transizione frammentati e disomogenei sul territorio nazionale.

 

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Età adulta, quando la distrazione diventa zavorra

Circa metà dei soggetti diagnosticati in età scolare continua ad avere criteri di ADHD a 25-30 anni, ma con un profilo diverso: la “mente che vaga” soppianta l’irrequietezza, compaiono difficoltà di pianificazione e frequenti cambi di lavoro o di relazione. Molti arrivano a una diagnosi solo dopo ripetuti insuccessi accademici o professionali; la DIVA-5, validata in italiano nel 2025, aiuta a intercettare i casi “invisibili” perché valuta l’evoluzione dei sintomi dall’infanzia all’adulto.adhd-adulti
La terapia resta multimodale: farmaci stimolanti o noradrenergici, coaching sulle strategie di organizzazione quotidiana e psicoterapia cognitivo-comportamentale per ristrutturare l’autostima logorata da anni di frustrazione. Resta aperta la questione di genere: molte donne ricevono la diagnosi dopo i 30 anni, perché da bambine mostravano soprattutto disattenzione, meno evidente in classe rispetto alla vivacità dei coetanei maschi.

 

Oltre i sessant’anni, un tema ancora poco esplorato

Le ricerche sugli over-60 sono agli inizi, ma suggeriscono che l’ADHD non “scompare” con la pensione: l’iperattività si attenua quasi del tutto, mentre persistono distrazione, procrastinazione e labilità emotiva, talvolta scambiate per ansia o declino cognitivo lieve. Distinguere i due quadri è fondamentale: nell’ADHD la memoria a lungo termine resta intatta, mentre l’avvio delle attività e la gestione del tempo si mantengono difficoltosi.
Farmaci come il metilfenidato richiedono dosaggi più bassi per evitare effetti cardiovascolari, e la riabilitazione cognitiva può rafforzare le abilità di pianificazione. Servono linee guida dedicate e formazione per geriatri e medici di base, perché una diagnosi tardiva può avere impatto su aderenza terapeutica, sicurezza alla guida e qualità della vita.

 

Un disturbo, tante età, una stessa radice

Dalla scuola materna alla terza età, l’ADHD resta ancorato a un deficit nel circuito fronto-striato dopaminergico; ciò che cambia è il modo in cui quel deficit si manifesta. Per questo oggi si parla di “ADHD lungo tutto l’arco di vita”: uno stesso disturbo che assume di volta in volta l’aspetto del bambino irrequieto, dell’adolescente impulsivo, dell’adulto disorganizzato o dell’anziano smemorato.
Riconoscere queste maschere aiuta a rompere il ritardo diagnostico e ad applicare terapie mirate, puntando non solo a ridurre i sintomi, ma a costruire competenze che consentano di vivere bene con un cervello che funziona in modo diverso – per questa ragione.adulti-iperattivi

Combattere il disturbo da deficit di attenzione e iperattività non significa “spegnere” la personalità, ma imparare a governarne il ritmo. La clinica GAM-Medical, rete nazionale di psicologi e psichiatri specializzati in ADHD, ha costruito percorsi su misura interamente fruibili online: test di autovalutazione preliminare, valutazione diagnostica in video­visita, impostazione della terapia farmacologica e sessioni di coaching cognitivo-comportamentale per organizzare tempo, lavoro e relazioni.
Ogni ciclo prevede monitoraggi quindicinali via telepsichiatria e diari digitali condivisi, così da calibrare dosaggi e strategie senza spostamenti né liste d’attesa. In meno di due anni migliaia di adulti hanno seguito questi programmi, riportando un calo medio del 40 % nei punteggi di disattenzione e impulsività e un aumento dell’aderenza terapeutica grazie alla “presenza costante” possibile con la telepsicologia. L’obiettivo non è soltanto ridurre i sintomi, ma trasformare l’ADHD in una modalità di funzionamento conosciuta e gestibile, restituendo autonomia e qualità di vita ovunque ci si trovi.
Foto Pexel, Pixhere

 

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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