Perché entrare nel flow è la chiave della felicità

Perché entrare nel flow è la chiave della felicità

La prima volta che ho sentito l’espressione entrare nel flow stavo parlando con Marko Prezelj, un alpinista due volte Piolet d’Or che mi ha detto alcune delle cose che ritengo più di valore su concetti come incertezza, fallimento, errore e apprendimento. Mi disse anche che quando stai scalando un Ottomila, o qualcosa di similmente impegnativo, non puoi avere tutto razionalmente sotto controllo ma anzi hai dei (più o meno lunghi) momenti di cui a posteriori non ricordi nulla o quasi nulla. Sono i momenti in cui sei nello stato di flow (l’intervista è questa). Una idea, quella del flusso, che ho sempre riassunto per me con la definizione di fare le cose che bisogna fare nel momento in cui serve farle e nel modo in cui farle.

Il flow e la felicità

In realtà il mio (brutale) riassunto dell’idea di flow è molto limitato. In particolare limitato alle prestazioni sportive, all’agonismo, alla competizione, e servirebbe a spiegare quella magià che si crea nel momento in cui i campioni fanno cose che solo loro riescono a immaginare e realizzare. In realtà lo stato di flow è qualcosa di più ampio e potrebbe riguardare qualunque nostra attività quotidiana: fare del giardinaggio, cucinare, leggere un libro, aggiustare la bicicletta, suonare uno strumento musicale, È quella condizione che si verifica quando ci si ritrova così completamente immersi in quello che stiamo facendo da perdere la cognizione del tempo. La cosa interessante è che siamo talmente immersi in quello che stiamo facendo e così estraniati da noi stessi e da ciò che ci circonda da non capire che quello stato di flusso non è altro che la felicità.

Come entrare nel flow

Questa perdita di coscienza di sé che si verifica quando si è completamente assorbiti da un’attività – intellettuale, professionale o fisica – è descritta dalla psicologia contemporanea appunto come uno stato di flusso. Il pioniere scientifici del flow è stato lo psicologo ungherese-americano Mihaly Csikszentmihalyi, tra i fondatori della psicologia positiva
Diceva Csikszentmihalyi che “il successo, come la felicità, non può essere perseguito, ma deve essere l’effetto collaterale non intenzionale della propria dedizione personale a un corso più grande di sé“.

Perché entrare nel flow è la chiave della felicità

Affinché si realizzi lo stato di flow, l’attività deve essere volontaria, piacevole (o meglio intrinsecamente motivante), deve richiedere qualche abilità e deve essere impegnativa al punto giusto, e con chiari obiettivi di realizzazione. Gli hobby, come fare un puzzle o giocare a scacchi, ma anche lo sport, per esempio l’arrampicata o l’andare in bicicletta, ma anche la musica sono tutti un ottimo esempio di come implementare e sperimentare lo stato di flusso. Si deve avere la sensazione di avere il controllo e di ricevere un feedback immediato con possibilità per la miglioramento. È interessante notare che lo stato di flusso è caratterizzato dall’assenza di emozioni – una completa perdita di coscienza di sé – e tuttavia, a posteriori, l’attività di flusso può può essere descritta come qualcosa di piacevole e persino esaltante. Ecco per esempio perché andare in bicicletta ha a che fare con la felicità.

Ecco: se siamo attivamente coinvolti nel tentativo di raggiungere un obiettivo o in un’attività impegnativa ma adatta alle nostre capacità, sperimentiamo uno stato di gioia. E quella gioia è appunto il flow.

I sei fattori del flusso di Csikszentmihalyi

Mihaly Csikszentmihalyi iniziò la sua ricerca sul flusso studiando gli artisti e i tipi creativi negli anni Settanta. Notò che l’atto di creare sembrava a volte più importante del lavoro finito stesso e rimase affascinato da quello che battezzò lo stato di “flow”, in cui la persona è completamente immersa in un’attività con un’intensa concentrazione e un impegno creativo.

Il suo lavoro di una vita è stato quello di identificare scientificamente i diversi elementi coinvolti nel raggiungimento di tale stato:

  • Concentrazione intensa e focalizzata sul momento presente.
  • Fusione di azione e consapevolezza.
  • Perdita dell’autocoscienza riflessiva.
  • Senso di controllo personale o di agenzia sulla situazione o sull’attività.
  • Distorsione dell’esperienza temporale.
  • Esperienza dell’attività come intrinsecamente gratificante, definita anche esperienza autotelica.

Un numero crescente di prove scientifiche indica che il flusso è altamente correlato alla felicità, sia al SWB (Subjective well being, benessere soggettivo) che al PWB (Psychological well being, benessere psicologico). Inoltre, è stato riscontrato che le persone che sperimentano regolarmente il flusso sviluppano anche altre caratteristiche positive, come l’aumento della concentrazione, dell’autostima e delle prestazioni.

La ricerca di Csikszentmihalyi e altre scoperte sul flow

La scoperta di questi sei fattori predisponenti il flow è in gran parte dovuta allo sviluppo del metodo di campionamento dell’esperienza (experience sampling method, ESM). Sviluppato da Csikszentmihalyi e dal collega Robert Larson, l’ESM prevede che i soggetti della ricerca siano dotati di un segnale acustico che suona in momenti casuali della giornata. Poi, ai partecipanti viene chiesto di rispondere a una serie di domande su ciò che stanno facendo e su come si sentono (Larson e Csikszentmihalyi, 1983). Nel corso di un periodo di tempo, il ricercatore può osservare alcuni modelli di comportamento. Per esempio, che le persone sono generalmente più felici dopo aver consumato un pasto o praticato un hobby rispetto a quando sono al lavoro o guardano la televisione. Molte di queste ricerche hanno portato a conclusioni piuttosto interessanti sulla relazione tra flusso e felicità.

Perché entrare nel flow è la chiave della felicità

In uno studio è stato chiesto a 250 adolescenti “ad alto flusso” e “a basso flusso” di riferire i loro sentimenti e le loro attività a intervalli regolari (Csikszentmihalyi & Csikszentmihalyi, 1988).
Gli adolescenti ad alto flusso hanno in media riferito di aver dedicato più tempo ad attività di “svago attivo” come hobby, sport e compiti a casa. Gli adolescenti ad alto flusso hanno anche misurato livelli più elevati di autostima e impegno. È interessante notare, tuttavia, che gli adolescenti ad alto flusso hanno dichiarato livelli di divertimento inferiori rispetto agli adolescenti a basso flusso. A quanto pare, gli adolescenti ad alto flusso vedono i loro coetanei a basso flusso come più divertenti nelle attività a basso flusso, come i videogiochi, la TV o la socializzazione. Tuttavia, i ragazzi ad alto flusso finiscono per avere una maggiore felicità a lungo termine, nonché successo a scuola, nelle relazioni sociali e nella carriera.

Flow e motivazione

Se il flow ha benefici così incredibili per la nostra felicità, le nostre relazioni e il nostro successo, allora perché le persone scelgono abitualmente attività a basso flow? Perché le persone, sul momento, scelgono un altro episodio di una serie TV anziché una partita di basket? Un’ipotesi è che le attività ad alto flusso richiedano una maggiore motivazione iniziale perché richiedono abilità e concentrazione. In altre parole, le attività ad alto flusso sono un lavoro! Ma un lavoro che ripaga. E purtroppo la preferenza per le attività a basso flusso, come guardare la TV o lo smartphone, potrebbe contribuire alla depressione e alla bassa autostima.

Fattori ambientali, flow e felicità

Un altro studio ha esaminato la relazione tra fattori ambientali, flow e felicità, sempre prendendo come campione degli adolescenti americani (Csikszentmihalyi e Hunter, 2003). I dati del MES indicano che particolari attività sono associate a diversi gradi di felicità. Le attività scolastiche ottengono punteggi inferiori alla media in termini di felicità, mentre le attività sociali, attive e passive del tempo libero sono superiori alla media. Anche particolari relazioni sociali sono correlate a diversi livelli di felicità.

L’essere soli è il livello più basso di felicità, mentre l’essere con gli amici è il più alto. I giovani che dedicano più tempo alla scuola e alle attività sociali sono più felici di quelli che ne dedicano meno. Inaspettatamente, gli studenti che dedicano più tempo alla lettura di piacere registrano livelli di felicità più bassi. Infine, sentirsi bene con se stessi, eccitati, orgogliosi, socievoli, attivi e trovarsi nelle condizioni per un’esperienza di flusso sono i più forti predittori della felicità a lungo termine.

Altre ricerche recenti sul flow

Sebbene la maggior parte della ricerca di Csikszentmihalyi si sia concentrata sugli adolescenti americani, i suoi risultati sono stati replicati in Italia (Csikszentmihalyi e Wong, 1989) e in India (Sahoo, F. & Sahu, R., 2009). Questi studi successivi hanno fornito ulteriore supporto ai benefici universali dell’esperienza del flusso. Gran parte della recente ricerca psicologica sul flow si è estesa oltre le popolazioni universitarie, includendo ora lo studio del flusso sul posto di lavoro e come componente importante nei regimi di allenamento degli atleti d’élite. L’esperienza di flusso dei dipendenti sul lavoro è stata spesso descritta come spontanea e difficile da prevedere; tuttavia, Ceja e Navarro hanno scoperto che un equilibrio di piacere, interesse e assorbimento può aumentare il flusso e, di conseguenza, il benessere dei dipendenti sul lavoro (2012). Questo lavoro ha influenzato le aziende e le organizzazioni che desiderano aumentare la produttività, la creatività e il benessere dei dipendenti.

Il flusso è stato studiato anche nell’istruzione secondaria e i ricercatori hanno scoperto che gli insegnanti che sperimentano un maggiore flusso sono più abili nell’applicare le risorse personali e organizzative. Le risorse personali possono essere considerate come un senso di competenza nel proprio lavoro, mentre le risorse organizzative comprendono un ambiente di lavoro favorevole e obiettivi professionali chiari. L’aumento degli obiettivi e dei sentimenti di autoefficacia degli educatori sul lavoro potrebbe portare a un ambiente di apprendimento arricchito per gli studenti, rendendo il flusso un argomento di studio interessante sia per gli psicologi che per gli educatori.

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Photo by Filip MrozKAL VISUALSNoah Silliman

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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