Noi tutti amiamo andare in bicicletta. La bicicletta è mezzo per gli spostamenti urbani, la bicicletta ci permette di andare alla scoperta e all’avventura, la bicicletta è stile di viaggio e di vacanza. Ma cosa succede ogni volta che montiamo in sella e cominciamo a pedalare, per andare al lavoro o a prendere i figli a scuola, per affrontare le salite più toste, sfrecciare nel bosco con la MTB o semplicemente allenarci, fare fatica e fondamentalmente mantenerci in forma? Be’, quello che succede dentro di noi ha molto a che fare con la felicità, e l’idea che della felicità noi abbiamo.
Perché andare in bicicletta ha a che fare con la felicità
E se finora quel buonumore intuitivo, istintivo, percepito ma non descrivibile, non aveva vere motivazioni spiegabili in termini psicologici, scientifici o mentali, ora invece una serie di ricerche ci spiega perché andare in bicicletta ha molto a che fare con la felicità.
I ciclisti hanno livelli superiori di buonumore
Una di queste ricerche è stata condotta nel 2014 dalle università americane di Clemson e della Pennsylvania: utilizzando i parametri dell’American Time Use Survey raccolti dal Bureau of Labor Statistics i ricercatori americani sono stati in grado di determinare l’umore delle persone mentre viaggiano su differenti mezzi di trasporto. E be’, sì, chi va in bicicletta è mediamente e indiscutibilmente più felice.
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E questo livello superiore di felicità non ha solo a che fare con il movimento – sì, l’esercizio fisico mette buonumore – ma ha a che fare anche con il mettersi in gioco personalmente: sedersi in auto, o su un mezzo pubblico, è una condizione di passività, mentre inforcare una bicicletta e pedalare è anche un modo per affermare di sapersi mettere alla prova.
It has the unique virtue of yielding a rate of speed as great as that of the horse, nearly as great as that attained by steam power, and yet it imposes upon the consciousness the fact that it is entirely self-propulsion.
The New York Times, 1896
Andare in bicicletta stimola l’attività cerebrale
La felicità data dal pedalare ha anche a che fare con la nostra attività cerebrale: la combinazione di movimento, velocità e coordinazione necessaria a pedalare e guidare una bicicletta hanno benefici effetti sullo sviluppo del nostro cervello, come ha dimostrato l’esperimento del dottor Jay L. Alberts, un neuroscienziato del Cleveland Clinic Lerner Research Institute in Ohio che ha riscontrato significativi miglioramenti nell’attività cerebrale di pazienti affetti da morbo di Parkinson e che pedalavano regolarmente.
Anzi, sarebbe proprio l’apparente noncuranza con cui pedaliamo e ci muoviamo nello spazio a liberare energia e spazio per nuovi pensieri: una specie di mindfulness che ci riconnette con il nostro io profondo e ci eleva a stati superiori di benessere psicofisico.
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Le persone sono come le biciclette: riescono a mantenere l’equilibrio solo se continuano a muoversi.
Albert Einstein
Le città con più ciclisti sono anche le più felici
Non è un caso se poi le città con il più elevato tasso di ciclisti sono anche quelle con i livelli percepiti di felicità più alti: Copenhagen per esempio, e tutta la Danimarca, dove una persona su tre utilizza regolarmente la bicicletta per recarsi al lavoro o a scuola e dove il 66% di oltre 6mila persone intervistate si è dichiarata davvero felice del modo in cui si muove all’interno delle città (la media di altri sondaggi simili, per esempio quello condotto da Statistics Canada, si ferma al 25%)
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Spoiler: ne mandiamo poche, ma buone!
È esattamente quello che sostiene anche Robert Penn, che ha mollato la carriera da avvocato per girare il mondo in bici e ha scritto il libro It’s All About the Bike: The Pursuit of Happiness on Two Wheels: quello che conta è il ritmo indotto dall’andare in bicicletta, è meditativo, ed è felicità allo stato puro. Qualcuno si sente di dargli torto?
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Photo by Alesia Kazantceva on Unsplash
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