Si può andare a correre col raffreddore, il mal di gola o la tosse? «La risposta è una sola: no!», replica perentorio il dottor Massimiliano Maria Maruzzi, specialista in malattie dell’apparato respiratorio al Columbus Clinic Center di Milano. «Alcuni fanno una strana distinzione tra problemi di raffreddamento “‘sopra” e “sotto” il collo, ma la verità scientifica è che qualsiasi infezione acuta delle vie aeree superiori, se trascurata, può propagarsi alle vie aeree inferiori, con il rischio di diventare una bronchite o addirittura una broncopolmonite, evenienza rara, ma comunque possibile».
Correre col raffreddore: quali rischi… si corrono
Se il naso cola, se si sente la gola irritata o ancora se si continua a tossire, è allora meglio rimanersene tranquilli a casa. «Da runner appassionato, capisco la voglia di andare comunque a correre», prosegue il dottor Maruzzi, «ma uno stop è davvero consigliato. E il perché è presto spiegato: in inverno, mentre si corre si inala ovviamente aria fredda, che causa una costrizione dei vasi sanguigni a livello di naso, bocca e gola. Questa diminuita vascolarizzazione riduce a sua volta le difese immunitarie locali, per la minore presenza di globuli bianchi: se l’organismo è in salute, nessun problema; ma se ci sono già delle infiammazioni in corso, le probabilità che la situazione peggiori sono davvero alte. Un banale raffreddore di tipo virale (con naso chiuso e muco trasparente e abbondante) può diventare un raffreddore batterico (con un muco purulento di colore giallo-verdognolo) e facilitare così l’insorgenza di una sinusite. Mentre un temporaneo mal di gola può dare origine a una ben più fastidiosa faringite o laringite, spesso anche con la comparsa di febbre. Per questo è meglio curarsi e tornare a correre quando i sintomi sono scomparsi da almeno 48 ore».
Cosa fare per prevenire raffreddore e tosse
Per evitare di andare incontro a ripetuti stop durante la stagione fredda, bastano alcune semplici regole di prevenzione. «La prima, che io stesso metto sempre in atto, è quella di non iniziare subito a correre, ma di camminare a passo veloce per 5 minuti, curando bene la respirazione: in questo modo lo shock termico per le vie aree risulta inferiore e si riducono quindi i rischi connessi alla già descritta costrizione dei vasi sanguigni a livello locale». Poi va ovviamente fatta attenzione alla sudorazione: oltre a indossare capi tecnici che aiutino a mantenere la giusta temperatura corporea favorendo al contempo la traspirazione, bisogna assolutamente evitare di rimanere fermi al freddo con gli indumenti zuppi di sudore. «E’ il classico “consiglio della nonna”, ma è davvero importante seguirlo», commenta il dottor Maruzzi. «Se si corre uscendo direttamente da casa, al rientro è bene infilarsi subito sotto la doccia; se invece si deve prendere l’auto per andare a correre al parco più vicino, dopo lo stretching finale bisogna subito coprirsi e tornare a casa o, al limite, fare un rapidissimo cambio di maglia sul posto per avere un tessuto asciutto e caldo a contatto della pelle».
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No alla mascherina, sì al cappellino
Correre con uno scaldacollo, sempre in tessuto tecnico traspirante, può essere una buona mossa. «Ma naso e bocca vanno sempre lasciati liberi», raccomanda lo specialista, «perché sotto sforzo va assicurata sempre la migliore ossigenazione all’organismo e quindi non ci devono essere ostacoli in tessuto che riducono il flusso d’aria. A questo proposito, da runner sto vedendo ancora tante persone che corrono con la mascherina anti-Covid: sia quella chirurgica sia la FFP2 non vanno mai indossate mentre si fa sport, anche in caso di esercizi statici da palestra, perché costituiscono filtri molto potenti. In particolare, un soggetto con una mascherina FFP2, come da me accertato con misurazioni con il saturimetro da seduti, può vedere il valore della percentuale di ossigeno nel sangue scendere temporaneamente dal 99 al 94-95%. La mascherina è quindi un dispositivo utilissimo per la prevenzione del contagio, ma va evitata durante il running per non rischiare di mettere sotto stress il fisico, tenendo anche conto che più vai veloce, più ne risenti».
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C’è invece un’altra protezione che il dottor Maruzzi raccomanda vivamente: «Indossare in inverno un bel cappellino di lana, che assorbe il sudore e tiene la testa al caldo. La partenza di un raffreddore o di un attacco di sinusite avviene sempre da lì, dal fatto che la testa sudata rimane esposta a lungo all’aria fredda».
Credits foto: Photoholgic da Unsplash.
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